CONSIGLI COMUNALI DI MATTINA: UN FURTO DI DEMOCRAZIA MA LA MINORANZA TACE

 

Calvirisortanews, 20 giugno 2010

 

Vito Taffuri

 

“Libertà è partecipazione”. Così cantava, alcuni anni fa, il grande e indimenticabile Giorgio Gaber inneggiando al vero significato della democrazia: consentire a tutti di partecipare alla vita sociale e politica di una città, una regione, un Paese. Alla faccia della partecipazione, sembra invece cantare, oggi, il sindaco di Calvi Risorta Antonio Caparco che continua a consentire che le sedute di consiglio comunale si tengano di mattina.


Sì avete capito bene, rigorosamente di mattina, in modo che se a un cittadino venisse voglia di seguire (rivendicando un suo preciso diritto) i lavori del consiglio comunale dovrebbe, come dire, pagare la penale di perdere una giornata di lavoro. Applicando questo principio a svariati consigli e un certo numero di cittadini a Calvi, la mattina dei consigli, secondo Caparco e soprattutto secondo il presidente del consiglio comunale Raffaelle De Vita, (l’unico ad avere tutti i poteri per convocare un consiglio comunale) non dovrebbe andare a lavorare nessuno.


Del resto è così che fanno i signori consiglieri: fanno più o meno tutti festa al lavoro. Certo, certo, è un loro diritto. E chi lo mette in dubbio. C’è chi dovrebbe prendere servizio in ospedale come infermiere e non lo fa, ma sicuramente sarà sostituito, e chi non si presenta in caserma ma tanto i marescialli non mancano, oppure chi dovrebbe dare un servizio pubblico si fa sostituire richiedendolo alla direzione di Caserta, inviando una cartolina postale. Ne hanno diritto, questo è sicuro. Però è anche vero che potrebbero benissimo farne a meno.


Otterrebbero subito tre effetti positivi: non costringerebbero i colleghi a operare sostituzioni sul lavoro, sarebbero più produttivi con un notevole risparmio per le casse dei rispettivi enti e soprattutto: consentirebbero ai poveri caleni di poter assistere ai consigli comunali, che hanno voluto questa amministrazione con un largo consenso di duemilacentosessantotto, che a distanza di un anno ha perso già consensi per strada. Qui ci vorrebbe l’intervento del Ministro Brunetta. Lui saprebbe benissimo quali provvedimenti prendere: altro che giorni di permesso.


Ma ci vuole un esempio pieno per capire meglio. Prendiamo il buon Raffaele De Vita. E’ costretto ad usufruire di un permesso comunale che deve poi esibire alla società autostrade per la quale lavora. Ecco, in questo caso potrebbe benissimo andare a lavorare, magari coprendo un turno mattutino e pomeridiano: su in Comune per il consiglio comunale.


De Vita come il Sindaco Antonio Caparco, sono stati tra i più forti difensori dell’idea di tenere le sedute di consiglio comunale di pomeriggio, addirittura il Presidente del Consiglio Comunale, minacciava che se si continuasse a convocarli ancora di mattina si sarebbe dimesso, per il momento è sempre attaccato lì alla sua poltrona di plastica, continuando a fissare i consigli comunali di mattina. Anche se, stranamente, adesso che sono al potere, sembrano essersi dimenticati delle belle intenzioni e parole pronunciate e si sono lasciati andare anche loro ai consigli mattutini.


L’ultima nota va sicuramente dedicata ai consiglieri comunali di minoranza. Sembra che evitare, con un bel permesso comunale, di presentarsi in ufficio piaccia anche a loro. Lo dice il fatto che poi nessuno di loro si è mai legato al cancello d’ingresso del Comune per protestare per i consigli comunali antidemocratici. Non solo, non si sono mai preoccupati, a quanto pare, neppure di presentare un’interrogazione comunale o una interpellanza. Alla faccia della partecipazione popolare, con buona pace per il grande Gaber che non a caso cantava: libertà è partecipazione. Nel frattempo il consiglio comunale è fissato per il 21 Giugno, alle ore 09,00, quindi nessun cambio di programma. Speriamo invece che il prossimo consiglio comune, si celebrerà di pomeriggio, pur di dare voce anche ai cittadini.