BLITZ IN
VILLA PRESO BOSS DELLA CAMORRA: L’OPERAZIONE DIRETTA DAL DIRIGENTE RUSSO DI ORIGINI DI CALVI RISORTA
Calvirisortanews,
21 maggio 2010
Vito
Taffuri
È
stato arrestato a Viareggio, dagli uomini della questura di Lucca. Era inserito
nella lista dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia periodicamente stilata
dal Ministero dell’Interno. Adesso Michele Chierchia,
58 anni considerato un boss camorrista del rione Provolera
di Torre Annunziata in provincia di Napoli, è stato assicurato alla giustizia,
grazie alle indagini e a un blitz operato dalla
squadra mobile della questura di Lucca diretta dal Vice Questore Aggiunto
Virgilio Russo, di origini di Calvi Risorta. A lungo la sua base operativa,
dopo che si era allontanato dal suo quartiere, era Viareggio, dove ancora vivono due dei suoi figli.
E proprio da Viareggio e dalla Versilia,
alcuni mesi fa, erano cominciate le indagini e le ricerche a suo carico. Ricerche che hanno condotto gli uomini della squadra mobile in una
villetta alle porte di Fiumicino (Roma), dove il boss latitante si era
rifugiato e da dove, secondo gli inquirenti, continuava a gestire i suoi
affari, soprattutto il traffico di sostanze stupefacenti. "Dopo
essere stato ammanettato, da vero boss, si è limitato a fare i complimenti ai
poliziotti - ha detto il dirigente Virgilio Russo - chiedendo come avessero
fatto a localizzarlo in un posto così anonimo e lontano dalla Versilia".
Il blitz era scattato attorno alle 10,00 quando gli agenti erano sicuri di
trovarlo in quella villa. L’edificio è stato circondato e a quel punto è stata
fatta l’irruzione, sorprendendo il latitante che ha solo accennato una breve
fuga dal retro. A Michele Chierchia gli agenti che lo
hanno arrestato hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare in
carcere. Una è stata emessa dal Tribunale di Lucca nel maggio del 2008
nell’ambito dell’operazione antidroga, condotta dalla
squadra mobile di Lucca denominata Intercity e relativa allo spaccio di cocaina
in Versilia. Nell’inchiesta emerse
che il Chierchia inviava ai suoi due figli la droga a
bordo di treni notturni sfruttando dei corrieri napoletani.
La seconda ordinanza è stata emessa dalla direzione distrettuale antimafia di
Napoli nel novembre del 2008 per il reato di associazione
a delinquere di stampo camorristico finalizzata alla
commissione di omicidi, estorsioni e traffico di stupefacenti. La terza
ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dalla direzione distrettuale
antimafia di Cagliari nel luglio del 2009 per associazione a
delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
La latitanza di Michele Chierchia era iniziata
proprio nel maggio del 2008 quando sfuggì all’arresto
della polizia nell’ambito dell’inchiesta Intercity. All’epoca abitava a
Viareggio, ma riuscì a far perdere le proprie tracce. La sua carriera criminale
in Toscana, secondo gli investigatori, era iniziata nel 1999 quando venne arrestato per l’omicidio di Ciro Cozzolino, detto Enzuccio o’ pazzo, detenuto in
regime di semilibertà, freddato a Montemurlo in provincia
di Prato. Fu condannato in primo grado e poi assolto in appello.