Caleni …. chi li capisce e’ bravo

 

Rinascita calena, 25 aprile 2010

 

Aristarco Scannabue

 

Cinque anni fa il popolo caleno si liberò di un tiranno, che faceva e disfaceva tutto a piacimento suo e degli amici suoi, seppellendolo sotto una coltre di oltre mille voti di differenza.

 

Dopo quattro anni e mezzo, senza che lo stesso abbia fatto alcun percorso di aggiornamento politico e di eliminazione dei suoi maggiori difetti come la grossolanità, la prepotenza e l’autoritarismo, lo stesso popolo caleno lo ha riabilitato ponendolo sul piedistallo.

 

E regolarmente, malgrado le assicurazioni da parte dei nuovi alleati, andate tutte miseramente deluse, ha ripreso a governare con i vecchi metodi, sbarazzandosi in fretta e furia degli alleati scomodi (leggi Nicola Cipro) che hanno il coraggio di contestarne le decisioni.

 

Dopo neanche un anno riecco però affiorare gli antichi malumori sul vecchio e nuovo tribuno, come se nessuno conoscesse bene i paurosi limiti umani e politici dello stesso.

 

E hai voglia a pubblicare libelli come “La fattoria degli animali” di Orwell, a fare paragoni con gli attuali esponenti della maggioranza associando loro i personaggi del libro (che essendo animali sono, di volta in volta, maiali, muli, cavalli, cani e pecore).

 

Ormai il danno è fatto e bisogna tenerselo per ancora tanto tempo.

 

E sono proprio i topi e i conigli, descritti da Orwell come rappresentanti dei furbi, dei codardi, degli approfittatori e dei voltagabbana, come sono tanti degli elettori caleni che si schierano di volta in volta omaggiando il dittatore di turno, che ci hanno ridotto in questa posizione.

 

L’alternativa, stavolta, era stata data. Si è preferito puntare sul vecchio già conosciuto.

 

Beh, cari Caleni, se il melone è uscito bianco con chi volete prendervela?