GIANO VETUSTO: RITORNA LA COMMEDIA DI RANGO CON LA REGIA DI
FRANCANTONIO
Massimo Zona, 25 aprile 2010
Non è sempre facile commentare le
iniziative artistiche che interessano le nostre piccole cittadine e il più
delle volte si scade nel consueto, nell’adulazione, nelle celebrazioni
retoriche al fine di non scontentare i protagonisti dell’opera.
Non è il caso di quest’ultima
commedia, “La Fortuna con l’effe maiuscola” rappresentata nel centro
multifunzionale di Giano Vetusto, dalla compagnia teatrale “Artinsieme”.
Commedia ultra conosciuta, quella di Armando Curcio e Edoardo De
Filippo, ma non semplice da rappresentare sia per la varietà che per la complessità
dei ruoli proposti.
Proprio per questo, alla fine, la
sorpresa è stata gradita e piacevole.
Antonio Franco in arte Francantonio, già noto a livello nazionale per avere
recitato a fianco di gente come Renato Carpentieri (anche lui caleno doc!), ha preso a carico la regia dell’opera ed è subito
apparsa manifesta la sua impronta: ritmi decisi e agili, movimenti teatrali
puliti e precisi, tempistica di interventi decisamente
perfetta, hanno condotto in scioltezza i tantissimi spettatori fino alla fine della
rappresentazione.
Altra cosa notevole è stato constatare il livello decisamente alto di tutta la
compagnia, che si è rivelata professionale al di là di ogni più rosea
previsione, considerato che poteva vantare un buon numero di esordienti,
accanto a vecchie conoscenze del teatro locale.
A cominciare dai due protagonisti,
Giovanni e Cristina, magnificamente rappresentati da Nicandro Elia e Mara Viscione, considerati ormai dai loro ammiratori a livello di attori professionisti.
Così Erricuccio,
che Nicola Bonaccio ha interpretato con particolare
vivacità, lui peraltro già noto alle platee di Pignataro e dell’agro.
Ma tutti meritano un
citazione particolare.
Cominciando da Assia
Duracci, portinaia pettegola e curiosa, ammiccante e
pungente, passando per Pietro Magliocca, ben
conosciuto dal pubblico caleno per altri importanti lavori sempre a fianco di Francantonio, ottimamente inserito nella parte del marito
geloso di Amalia.
Ci sono poi Marika
Pitocchi, Ilena Maciariello
e Maria Grazia Elia nella riuscitissima parte di
compagne di inciuci, Nico Zona, nella parte ben
riuscita dell’avvocato imbroglione e azzeccagarbugli e Fabio Borrelli, avvezzo alle scene e convincente notaio, parte da
lui recitata anche in altri lavori.
Passaggi più fugaci, ma non per questo
meno incisivi, sono stati poi riservati ad Antonio Vito, innamorato non tanto
segreto di Amalia, a Emiddio Cipro, a cui il ruolo di
dottore va un po’ stretto, lui abituato a parti più impegnative, e ad Alfredo
Meraviglioso e Luca Elia, simpaticissimi carabinieri.
Meritano un cenno a parte due esordienti
come Natalino Elia (nipote d’arte, è figlio infatti ad
un fratello di Nicandro), bravissimo nella parte del barone spocchioso e Raffaella
Cotecchia, affascinante, ammiccante ed intrigante
Amalia.
Su un piano di eccellenza
anche le parti tecniche come la scenografia di Nicandro Zitiello,
i costumi di Barbara Veloce e le luci di Gerardo Del Vecchio.
Insomma, un lavoro che riconcilia con la
tradizione di Calvi Risorta col teatro, arricchita oggi da questo lavoro
condotto da un suo grande rappresentante, Francantonio, sicuramente il migliore che la nostra terra
può oggi offrire e che riesce a trasmettere, a quanti collaborano con lui, non
solo la tecnica espressiva e la scuola del porre, ma soprattutto l’amore per il
teatro e la gioia di rappresentarlo.
Anche, e giova sottolinearlo,
a chi si accosta per la prima volta ad esso, sia esso partecipante o semplice
spettatore.
Servizio
fotografico di Peppino De Lucia