MARROCCO RINUNCIA ALLO STIPENDIO DI ASSESSORE E DI VICESINDACO, ADESSO TOCCA AGLI ALTRI ASSESSORI RINUNCIARE

 

Calvirisortanews, 10 aprile 2010

 

Vito Taffuri

 

La Giunta di Calvi Risorta, retta dal primo cittadino Antonio Caparco, nonostante la condizione esangue delle casse pubbliche, continua a percepire gli emolumenti e le indennità di carica, con la sola eccezione di Giovanni Marrocco che, proprio nei giorni scorsi ha rinunciato al suo stipendio da assessore e vicesindaco.


"Si tratta di un volere strettamente personale, ma soprattutto della naturale evoluzione della politica promessa ai cittadini di Calvi nell'ultima campagna elettorale - ha detto Marrocco, medico e seconda carica politica della cittadina - io ho preso a cuore e in maniera seria le attestazioni di stima dei miei tantissimi elettori che, qualche mese fa, mi chiedevano di dare una sterzata decisa al modo di fare politica a Calvi Risorta: questa ne è la naturale conseguenza, anche e soprattutto in considerazione del momento disastroso che attanaglia le finanze comunali".


Insomma, Marrocco ha promesso e sta mantenendo in maniera trasparente ogni tipo di impegno preso con l'elettorato. "Non si tratta solo di rapporto di fiducia con i caleni - ha aggiunto il vicesindaco - io credo moltissimo nell'etica di un modo più trasparente di fare politica. Se non cominciamo noi amministratori a dare il buon esempio e a infondere fiducia nel futuro, poi non possiamo lamentarci di una città che stenta a riprendersi".


Se Marrocco è stato il più votato alle ultime comunali un motivo ci sarà e sembra essere individuabile proprio nella rinuncia al suo stipendio di amministratore. Già, ma gli altri colleghi di maggioranza? "Io penso ed agisco per me - ha concluso Marrocco - non spetta alla mia persona giudicare, condannare o mettere alla gogna chi ha un'ottica diversa della politica.


Io non voglio soldi, perché ho preso un impegno ad amministrare che non può essere fatto di emolumenti e indennità varie. Siamo una città in emergenza e credo di comportarmi nella maniera più consona alla contingenza dei fatti. Io non condanno, né ricatto nessuno: la politica è fatta di dialettica e di trasparenza, ma soprattutto di rispetto dei patti stipulati con gli elettori. Guai a prendere in giro chi ti ha votato: si rischia di avere un percorso politico molto, ma molto breve".