Riceviamo e-mail in data 09 aprile 2010 da Salvatore Minieri con preghiera di pubblicazione

 

Articolo sul mancato finanziamento “Notti al castello” con fondi Regione

 

SALVATORE MINIERI, 09 aprile 2010

 

Sarebbe bastata una visita al sito telematico della Regione Campania, per evitare di fare una figuraccia epocale. Ha davvero del clamoroso la storia dell'assessore ai beni culturali del Comune di Calvi Risorta che, in maniera sorprendentemente superficiale, ha dichiarato alla stampa di aver avuto rassicurazioni sul finanziamento e l'approvazione del progetto "Notti al Castello", un programma di quattro week end (e non otto come scrive l'assessore caleno) costellati da concerti e manifestazioni culturali all'interno dell'area archeologica di Cales.

 

Tutto bene, ma il sito della Regione ha detto l'esatto opposto di quanto diramato dal membro della maggioranza guidata da Antonio Caparco. Sarebbe bastato un semplice click su "www.sito.regione.campania.it" per apprendere che di "Notti al Castello" non c'è nemmeno traccia (nonostante l'assessore abbia dichiarato: " In quanto alla questione Notti al Castello, stiano tranquilli i nostri sostenitori, un po’ meno coloro che ci avversano con slogan politici o con articoli destabilizzanti. Dopo aver rimpiazzato il direttore artistico della kermesse che prevede otto fine settimana all’insegna della cultura e della grande musica, il progetto è stato adattato ed avviato nei tempi previsti").

 

Ma le dichiarazioni del delegato ai beni culturali non si sono fermate solo alla svista sui progetti regionali approvati, no: addirittura viene affermato che Notti al Castello sarebbe stato "adattato". Cosa significhi resta un mistero, anche perché, una volta protocollato presso gli uffici di Palazzo Santa Lucia, un progetto non può subire, per effetto di legge, alcuna modifica.

 

Ma questo, evidentemente, è un altro dato che è sfuggito all'assessore di Caparco. Altro punto che lascia perplessi: rimpiazzare un direttore artistico spetta alla Regione e non all'Amministrazione locale: anche questo deve essere sfuggito al membro della maggioranza politica calena.

 

Insomma, nonostante la professione giornalistica, l'assessore ha inanellato una serie di inesattezze giuridiche e di notizie infondate come mai si era visto prima. Poi, viene il punto più delicato. In appendice al suo comunicato, il delegato ai beni culturali, ha inserito delle dichiarazioni indirette della Soprintendente di Cales, Colonna Passaro che, secondo l'autore dello scritto, si sarebbe scagliata contro la stampa.

 

Le dichiarazioni della funzionaria, ad oggi, risulterebbero false e non confermate dalla brillante archeologa che dirige gli uffici per i Beni Culturali di Calvi Risorta. Insomma, una sorta di piece teatrale, inventata di sana pianta e con tanto di dichiarazioni mai raccolte dalla fonte che viene citata (la funzionaria della Soprintendenza).

 

Poi, non contenti, i membri della maggioranza di Calvi Risorta hanno anche parlato della vaporizzazione di circa un milione e mezzo di euro sul progetto Arcus, dichiarando che la cosa non è andata in porto a causa del mancato finanziamento della Regione. Peccato, però, che da palazzo Santa Lucia, il progetto Arcus sia stato approvato e finanziato in toto (altra scivolata del delegato ai beni culturali che ha dimenticato anche in questo caso di andare a controllare il sito web di Arcus-Campania).

 

Nessuno si è accorto, quindi, che Riardo ha ottenuto un finanziamento di circa 1 milione e ottocentomila euro, grazie alla sinergia tra uffici Regionali e l'amministrazione dell'avvocato Angelo Izzo. Evidentemente Izzo è riuscito dove Caparco ha fatto fiasco, ma secondo l'assessore ai beni culturali, la colpa sarebbe della Regione che non ha finanziato.

 

Evidentemente Calvi non fa parte della Campania, visti i risultati progettuali in Regione. Fuori da Arcus e da Notti al Castello, ma l'assessore al ramo afferma il contrario, smentendo addirittura la massima istituzione politica regionale.

 

"Quando ci attaccano sui progetti di riqualificazione archeologica - ha detto il delegato ai beni culturali -  a me viene da sorridere". Beato lui, soprattutto perché invia comunicati ai giornali con una posta del genere "ufficio stampa di Calvi", che in realtà non esiste e, soprattutto, non può essere gestito dallo stesso assessore che scrive, per lampante incompatibilità di carica. Questo sì che fa sorridere.