IL LUPO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

 

Calvirisortanews, 05 aprile 2010

 

Vito Taffuri

 

Non c’è dubbio che, in politica, (come del resto in tanti altri campi del vivere quotidiano) anche i rapporti migliori, quelli che appaiono più forti e solidi possano invece sciogliersi così: come neve al sole, proprio quando nessuno se lo aspetti. Ma, che finisse così, improvvisamente e soprattutto irrimediabilmente, tra il rieletto sindaco Antonio Caparco e uno dei suoi principali alfieri, ossia Nicola Cipro, beh questo davvero non se lo aspettava nessuno.


E ancora adesso lo si stenta a credere. Non tanto per i rapporti regressi quanto piuttosto per i motivi, quelli dichiarati, che sarebbero alla base della rottura. Si parla di lsu, i lavoratori socialmente utili, che guarda caso, sarebbe stato la buccia di banana sulla quale è scivolata un’intera giunta. Caparco ha detto che è venuta meno la fiducia perché il suo assessore ha ‘minacciato’ di far sapere all’esterno il contenuto del dibattito avvenuto nel segreto della giunta in caso licenziamento dei sette Lsu. Cipro non nega che avrebbe parlato, in caso di mancato rinnovo del contratto perché “come avrei mai potuto – ha dichiarato a un giornalista che lo intervistava al telefono – non rispondere ai cittadini sui motivi del paventato licenziamento di sette persone, conoscenti e compaesani?”. MA ATTENZIONE fermiamoci un attimo a riflettere.


Non vi sembra un po’ poco, dite la verità (cari lettori) non vi sembra un argomento, singolo, troppo labile, per il quale era possibile trovare mille soluzioni intermedie, per far perdere un assessorato? Ebbene, io (chi scrive) vi dice che dietro la rottura c’è tanto, molto di più. E ve lo dimostro. La verità a mio avviso risiede nel veleno bevuto da Caparco come mancato eletto al consiglio provinciale. Ha avviato una specie di caccia alle streghe per finire con l’accusare tutti, persino, ma senza dirlo apertamente, Nicola Cipro. Altro elemento di squilibrio: la storia del campo sportivo, il fatto che Cipro avesse denunciato lo stato di degrado delle scale di accesso alla struttura, il fatto che Cipro sia riuscito a far decollare lo stadio comunale riattivando i fondi previsti, il fatto che in consiglio comunale Cipro stava e sta coagulando un certo numero di consiglieri intorno alla sua figura e questo a Caparco proprio non è andato giù.


Ecco la verità, con la cacciata di Cipro, l’eterno sindaco Caparco ritiene di aver conquistato la vita politica eterna. E poi ancora: ha creato un clima di terrore in giunta dove molti temono di fare la stessa fine del collega Cipro. La prova? La prova c’è ed è costituto dal silenzio che è calato tra gli ex colleghi di giunta e di consiglio comunale su un tema così delicato come la defenestrazione di un assessore a nove mesi dal voto. E no caro sindaco Caparco, stavolta hai sbagliato. E te lo dice proprio uno che, come tutti sanno, ti è stato molto vicino. Non dovevi decapitare l’emblema della legalità della lista, non dovevi toccare proprio chi ha partecipato alle amministrative locali in una lista civica, uno che è e rimane un professionista della polizia di Stato prestato alla politica, slegato e lontano dalle logiche di partito. Anche del tuo. Uno che ha portato 181 voti alla tua lista, uno che non ha voluto abbassare la testa, uno che non ti ha lasciato commettere un errore. E allora, l’invito finale non può essere che uno solo: è il momento di riflettere, di ripensare a certe scelte. Non per ricollocare Cipro (questo punto sarebbe lui a dirti di no) ma per evitare di sfasciare tutto, con gravi danni per la città.


Certo, la tua amministrazione può continuare, magari mettendo Silver Mele (che pochi hanno visto in Comune da nove mesi a questa parte) al posto di Cipro. Potrai spostare qualche altro assessorato, potrai limitare i poteri del presidente (come penso che stai già tramando di fare) ma ormai nulla è come prima. Nulla è più come prima. La tua lista è stata costruita come una diga e tu, caro sindaco, togliendo Cipro hai tolto un tassello importante creando una falla che non potrà fare altro che allargarsi. Anche perché nel tuo libro nero ci sono altri nomi e quindi farai altre vittime. Del resto ci hai abituato a molto peggio. Chi non ricorda l’episodio del 2000, quando revocasti la delega all’ecologia all’assessore Giovanni Cardillo (comunisti italiani)- per una candidatura. Dunque, due assessori hai cacciato via, guarda caso tutti e due collocati idealmente sulla sponda opposta al tuo credo politico. Ebbene, oggi, diversamente da ieri, il finale è presto detto: si chiama commissariamento e poi nuove elezioni. Ma stavolta, caro sindaco, non troverai dalla tua parte tutti quelli che ti hanno appoggiato pensando, ingenuamente, che tu fossi il male minore per questa città.