Riceviamo
dal Sindaco Antonio Caparco in data 26 marzo 2010 con preghiera di
pubblicazione
DOPO MESI DI ILLAZIONI, L’ASSONUOTO
RACCONTA LA VERITA’ SUI LICENZIAMENTI AVVENUTI PRESSO
Con
una nota inviata al comune a mezzo fax lo scorso 24 marzo, e che riportiamo
integralmente, il Presidente della società A.S.D. Assonuoto Club Caserta,
gestore della piscina comunale di Calvi Risorta, ha indicato dettagliatamente
le motivazioni che hanno portato, a partire dal mese di maggio 2009, vale a
dire durante la gestione del commissario prefettizio, alla riduzione della
forza lavoro presente presso l’impianto.
Dopo
aver sottolineato che le false notizie diffuse nel paese, a mezzo manifesti e
volantini anonimi – secondo le quali dietro i licenziamenti vi sarebbe stata la
regia dell’amministrazione Caparco – sono da considerarsi soltanto “pettegolezzi e maldicenze”, il gestore
afferma che la riduzione del personale è avvenuta sostanzialmente a causa di due
motivi:
1) la drastica contrazione del numero degli utenti, che
si è verificata durante l’anno sportivo 2008/2009 e che prosegue tutt’ora
nonostante una forte riduzione delle tariffe praticate all’utenza, effettuate
su invito dell’attuale amministrazione;
2) il non riconoscimento, da parte dell’amministrazione
comunale, di tutte quelle somme anticipate dalla società, a partire dal 2007 –
e di cui il gestore ha chiesto il rimborso al comune fin da allora –, riferite
a lavori e manutenzioni straordinarie prescritte dall’ASL o comunque necessarie
per garantire la prosecuzione del servizio, circostanza che ha aggravato la
condizione di precarietà economica in cui versa attualmente la società.
Viene
inoltre ribadito che i lavoratori licenziati non sono stati sinora rimpiazzati
dal gestore, “come qualcuno in mala fede
dice per le strade del paese”, e viene comunque garantito a queste stesse
persone una priorità di chiamata in caso di ripresa delle assunzioni al
migliorare della situazione economica del gestore.
I
fatti mettono dunque in evidenza l’estraneità degli attuali amministratori in
questa vicenda, ancorché chiamati in causa, con una serie di più o meno velate
illazioni, prima da alcuni esponenti dell’opposizione e poi, in modo sempre più
barbaro, da alcuni sedicenti gruppi di liberazione o altre astruse compagini,
rigorosamente barricate dietro un anonimato che garantisse loro la possibilità
di calunniare le persone.