Le risposte del dottor Bonacci

 

Rinascita calena, 02 marzo 2010

 

Dottor Bonacci, Lei è dell’avviso che la sua discesa in campo sia davvero necessaria o quanto meno utile per la comunità casertana?

- Necessaria non di certo. Una candidatura è utile a seconda del fine; di per sé non vuol dir nulla. La mia candidatura è finalizzata all’elezione. Banalità delle banalità, sembrerebbe. Partecipare va bene, ma ora è il momento di vedere “il dottor Bonacci” all’opera con mezzi adeguati a realizzare i propositi e i programmi che da un po’ va sbandierando. I presupposti ci sono, mettiamolo alla prova.

Non crede forse che, data la Sua “giovane” età, farebbe meglio a soprassedere dallo scendere nell’agone politico ancora per qualche anno e nel frattempo arricchire la Sua esperienza politica, dedicandosi a problematiche territoriali più limitate? Insomma, dottor Bonacci, perché ancora e perché proprio ora?

-Perché questo è il tempo della politica. Ora ci sono necessità alle quali non possiamo più derogare. Ora c’è la forza e la forza di volontà. Insomma: ora. Domani potrebbe non esserci un bel niente. Perché rimandare a domani ciò che si può fare oggi?

La Sua discesa in campo è dettata dalla necessità di preservare una certa acquisita visibilità sul territorio che altrimenti potrebbe venir meno o risultare pregiudicata?

- Sì. Non nel senso della visibilità individuale però, ma della concretezza di un lavoro svolto da un gruppo di persone volenterose e “non allineate” con l’attuale classe dirigente. Abbandonare questo percorso sarebbe un errore senza appello.

Quali interessi personali La muovono?

- “Il personale è politico”. Mai frase fu più calzante. Il mio interesse personale è vivere meglio insieme agli altri. Per farlo c’è bisogno che gli altri vivano meglio. Credo nell’impegno politico e nel dovere di cittadinanza, tanto basta a dire che il mio interesse è fare politica nell’interesse di tutti, quindi mio.

Le scorse elezioni comunali sono state un ottimo banco di prova. I risultati ottenuti da Rinascita Calena sono stati lusinghieri. Purtuttavia, la svolta tanto auspicata dai Suoi sostenitori e compagni di viaggio non v’è stata. Anzi, la cittadinanza calena ha preferito accordare il proprio consenso a “persona” decisamente più navigata. Perché ora a livello provinciale dovrebbe essere diverso?

- Perché allora vi è stata una reazione all’operato scadente della precedente amministrazione e la risposta è stata drastica, riparando verso il noto, benché “vecchio” e un po’ lacero. Ora credo ci sia la serenità del contesto e dello scenario provinciale a rassicurare i concittadini sulla possibilità e sulla necessità di un rinnovamento dei nostri rappresentanti. Noi (perché non sono un io, ma è un gruppo a credere in questa svolta) siamo pronti, ora spetta ai cittadini fare la scelta.

Perché ha deciso di candidarsi con Partito Socialista Europeo? In fondo, Rinascita Calena stessa, che certamente rappresenta il Suo naturale bacino elettorale, è formata da persone afferenti a più correnti partitiche che con il PSE hanno ben poco a che spartire e che comunque ritengono i Partiti “sepolcri imbiancati” privi quanto meno di ogni funzionalità?

- Rinascita Calena è un movimento civico e tale resterà a livello locale. Le elezioni provinciali le fanno i partiti (per evidenti ragioni organizzative più che ideologiche) e la scelta di presentarsi con questo partito è stata meditata e concordata con il gruppo, anche perché coerente con la mia candidatura del 2005. Il tempo delle candidature calate dall’alto, “subite” dalla popolazione dev’essere superato, altrimenti noi dibattiamo e altri ci rappresenteranno nelle sedi istituzionali. Fuori dalla retorica, i partiti sono come le candidature: un mezzo per raggiungere il fine. E il fine è la politica nell’interesse di tutti, non nell’interesse di parte. Credo di avere idee e ideali abbastanza saldi, noti e condivisi con un gruppo e ancor più con il popolo. Mettiamoci alla prova, non deleghiamo altri in nostra vece.

Insomma, dottor Bonacci, perché un radicale, un uomo di centro o di destra, un esponente del PD dovrebbe votarla?

-Perché è il momento di scegliere uomini e donne non ricattabili, non imbracati nelle logiche di potere. Scegliamo dal basso qualcuno che sia in grado di rappresentare il popolo, al di là delle bandiere, qualcuno che condivida e sia condiviso. Altrimenti il rischio è che le bandiere sventolino nel deserto. Le idee, l’onestà, la voglia di fare. Credo ci siano e farò di tutto perché restino. Ai cittadini il giudizio.

Non intendo sapere quali programmi si prefigge (francamente, di programmi ne ho letti ed ascoltati fin troppi e tutti uguali). Mi dica, dunque, qualcosa di nuovo e di sensato, qualcosa che mi faccia finalmente dire: Questi, perlomeno, si distingue dal resto? Pensa di poterlo fare o crede forse che il solo fatto di non aver mai messo le “mani in pasta” La renda diverso dagli altri?

- Non so se mi distinguo, ma quel che sono spero di dimostrarlo nella costanza dell’impegno politico, non solo in campagna elettorale. Oggi, il popolo può giudicare, lo ripeto. Non mi arrogo nessuna qualità, ci mancherebbe altro. Queste cose le lascio ad altri.

Cosa significa per Lei la parola coerenza?

- E’ una parola inflazionata, spesso distorta. Coerenza significa onestà intellettuale.  Spero di rimanere coerente dicendo che fintantoché avrò la forza di battermi per dei valori e per delle idee lo farò.

Dove stiamo andando?

- La battuta mi scappa …  Se non si è conviti delle proprie idee c’è tutto il tempo di fermarsi a riflettere, ma in caso contrario, se quelle idee sono chiare e salde, dobbiamo andare avanti. L’importante è andare verso un qualcosa, mai brancolare nel buio. Seguiamo la volontà e agiamo per il meglio.