IL
TRAMONTO POLITICO DI ZACCHIA: INCOMPATIBILE ANCHE ALL’ASI
Calvirisortanews, 28 febbraio 2010
Vito Taffuri
Potremmo dire, senza alcuna enfasi,
che con oggi si chiude definitivamente il breve percorso politico di Giacomo
Zacchia: una meteora che ha attraversato con estrema velocità la galassia della
politica locale, ed altrettanto velocemente si è bruciata nell’impatto con
l’orbita del pianeta “Calvi Risorta”. Metafora astronomica a parte, vale la
pena ricostruire la storia di questo personaggio politico che ha segnato,
spesso negativamente, questi ultimi anni di storia cittadina. Eletto nel giugno
del 2004, quando ha saputo approfittare della non candidabilità
del Sindaco Antonio Caparco, la sua linea politica si è da subito contraddistinta
per fomentare divisioni e contrasti nel paese (dove, ad esempio, sono state
“clonate” associazioni storiche quali la Pro-Loco e la protezione civile),
nella casa comunale (dove sono stati epurati oltre 40 professionisti, tra
segretari e funzionari comunali, emarginando quelli di Calvi
Risorta) e all’interno della sua stessa maggioranza, dove è stato
abbandonato dai consiglieri Giovanni Marrocco, Casto Geremia, Massimo Taffuri,
Nicola D’Onofrio ed ha vivacchiato, per oltre 3 anni, solo grazie all’ausilio
di un consigliere eletto nelle fila dell’opposizione.
Questa linea politica non ha di certo pagato se è vero che, dopo appena 10 mesi
di amministrazione, è stato clamorosamente sconfitto da Caparco nelle elezioni
provinciali dell’aprile 2005. Il campanello d’allarme tuttavia non lo ha
condotto a più miti consigli, anzi: proprio la sconfitta ha esacerbato taluni
aspetti censurabili della sua condotta politica, con l’accentramento di ogni decisione e la scelta di circondarsi di una squadra
di fedelissimi, sicuramente più funzionale al raggiungimento dei suoi personali
obiettivi politici ma poco utile ad un “sano confronto di idee”.
In mezzo vi è la documentata storia di un operato politico fallimentare ed
inviso alla cittadinanza (specie con il vertiginoso aumento di tasse e balzelli
vari), di problemi giudiziari (le inchieste sugli appalti aggiudicati durante
la sua amministrazione sono numerose, così come clamorosi sono l’arresto,
dell’ex capo dell’ufficio tecnico Ing. Antonio
Bonacci, “Caso Giostrine” quest’ultimo
parente del Consigliere di opposizione Antonello
Bonacci, oggi candidato alle prossime elezioni provinciali del prossimo 28 - 29
Marzo 2010. Poi ci sono stati i rinvii a giudizio per gravi ipotesi di reato e
gli avvisi di garanzia, che colpiscono anche la sua stessa persona, tanto da risultare oggi sia indagato che imputato per abuso d’ufficio
Caso Comandante della Polizia Municipale) e persino di eventuali sospetti su
possibili infiltrazioni camorristiche, sollevati
inizialmente da alcune interrogazioni parlamentari dei senatori Novi e Florino
(con susseguente nomina di una commissione d’accesso) e poi elevati “all’onore”
della cronaca nazionale con il caso degli appalti aggiudicati alla “General Impianti s.a.s.” –
riconducibile al killer stragistra Giuseppe Setola –
ed all’esborso di 67.000,00 € per lavori mai eseguiti presso l’edificio
polivalente.
I contrasti interni si esasperano al punto tale che il 29 dicembre 2008, dopo 4
anni e mezzo di tormentata amministrazione, Zacchia, viene sfiduciato dalla
maggioranza dei consiglieri comunali e si arriva così al primo commissariamento della storia di Calvi Risorta. Le
successive elezioni sono la naturale appendice di tutto ciò, e vedono la
rielezione di Caparco con un divario di quasi 1.000 voti rispetto a ciò che
restava della rimaneggiata squadra di Zacchia che, nel frattempo, aveva visto
anche l’abbandono dei suoi ex assessori Salerno e Bonacci e, dopo
l’insediamento della nuova amministrazione, persino dell’ex assessore Ermanno
Izzo, costituitosi come indipendente in seno al consiglio. La mancata
candidatura all’imminente competizione provinciale – dettata forse
dall’opportunità di evitare una ulteriore sconfitta –
completa il quadro di un decadimento politico che lo vede ormai soppiantato,
nella leadership del gruppo, dal consigliere Tina Izzo.
Mai paga è stata tuttavia la voglia del consigliere Zacchia di scalare i
vertici di Consorzi, Enti e carrozzoni politici vari, alla ricerca continua di
nuove poltrone. Dopo aver fallito le sue scalate al Consorzio
Idrico, alla Comunità Montana, al Consorzio CE4, alla Provincia di Caserta, al
Consorzio C5, al direttivo provinciale del PD ed al Consorzio Unico dei
Rifiuti, grazie ai buoni uffici di Cappello e dell’ex Presidente De Franciscis – emigrato a Lourdes dopo lo scandalo Setola che
ha colpito anche l’amministrazione provinciale – corona finalmente il suo
sogno, divenendo membro del Comitato Direttivo dell’ASI, titolo che affiancherà
spesso a quello di consigliere comunale di minoranza. Tuttavia,
è notizia di queste ore, anche questo suo ultimo sogno appare destinato a
svanire.
È stato infatti lo stesso direttore del Consorzio ASI,
con la nota prot. n. 446 del
03/02/2010, a dichiarare “inadempiente” il comune di Calvi Risorta nel
versamento delle quote consortili per gli anni dal 2003 al 2009, per un totale
di 10.520,17 €, e a comunicare che dal 3 marzo 2010 il comune sarà certificato
come “moroso” con conseguente applicazione dell’articolo 18 dello Statuto. In base a questa norma, i rappresentanti dei soggetti
inadempienti potranno continuare a partecipare alle sedute del Consiglio
Generale, delle Commissioni Consiliari e del Comitato Direttivo, senza però
poter esercitare il diritto di voto, senza concorrere a formare il
"quorum" sia strutturale che funzionale, e senza poter percepire
alcuna indennità: in parole povere Zacchia, dal 3 marzo 2010, non fa numero,
non può votare e non viene pagato, in quanto rappresentante di un soggetto
consorziato inadempiente e moroso sin dal 2003.
In realtà dei grossi dubbi sulla legittimità della sua nomina erano stati
sollevati sin dal 2008, proprio perché il rappresentante in seno al consiglio
dell’ambito territoriale 4 “Monte S. Croce – Vairano
– Carinola” doveva essere obbligatoriamente un sindaco di un comune in regola
con i pagamenti. Ed il comune di Calvi Risorta era
moroso sin dal 2003, condizione peraltro formalmente certificata dal direttore
ASI con la nota prot. n.
4405 del 22/10/2008, per cui Zacchia non avrebbe potuto nemmeno partecipare a
quella votazione ai sensi degli articoli 5 e 18 dello Statuto: invece non solo
ha partecipato, ma ha esercitato persino le deleghe di voto ricevute dagli
altri comuni facenti parte dell’ambito numero 4. Anche la successiva nomina a componente del Comitato Direttivo, doveva essere inibita ai
Consiglieri rappresentanti di soggetti inadempienti o morosi.
A cercare di salvare il salvabile era però intervenuta una delibera del
21/11/2008, adottata su sollecitazione del futuro, di lì a poco, Presidente
Piero Cappello – incaricato proprio da Zacchia alla guida dell’ufficio tecnico
del comune di Calvi Risorta sin dal giugno del 2007 – che prorogava al
31/12/2009 i termini concessi ai soggetti consorziati morosi per regolarizzare la propria situazione debitoria.
Ma il problema tuttavia non veniva risolto, poiché
l’elezione a consigliere di Zacchia era avvenuta il 19/11/2008, cioè due giorni
prima che venisse approvata la delibera “tappabuchi”!!!
Adesso non vi sono altre scappatoie, ed il triste destino politico di Zacchia
sembra consumarsi, ancora una volta, nel prematuro abbandono delle sue funzioni
prima della loro scadenza naturale, in ciò emule del
suo “maestro” e fedele spalla politica. Da oggi si dovrà dunque consolare con
un’attività di consigliere di opposizione a tempo
pieno, cercando di stabilire il nuovo record mondiale di querele presentate
alle forze dell’ordine, e di richieste di atti ed interrogazioni presentate al
protocollo del comune, che hanno nel frattempo già superato quota 500.