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INDAGATI PER LA TRUFFA AUTOVELOX: INDAGATA ANCHE L'EX GIUNTA ZACCHIA
Calvirisortanews, 14 febbraio 2010
Vito Taffuri
Uno scossone, quello più forte,
scatenato dal funzionamento illegale degli autovelox in tutta la media valle
del Volturno. Uno scandalo che ha travolto in poche ore comuni come Pignataro
Maggiore, Calvi Risorta, Francolise, Bellona, Vitulazio e addirittura
Capua. Il sistema illecito era cristallizzato nell’accordo truffaldino
tra i Comuni e le società che fornivano le macchinette per il controllo della
velocità. In sintesi: gli Enti locali, in combutta con le ditte di gestione
delle apparecchiature si dividevano gli utili in base alla percentuale di multe
effettuate.
Un illecito gravissimo alla luce delle disposizioni categoriche del Ministero
dei Trasporti che obbligava i Comuni a pagare le ditte
con un canone fisso non soggetto a variazioni. Gli Enti, i sindaci, le giunte,
i comandanti dei vari corpi di Polizia Municipale avevano fatto orecchi da
mercante, tanto da far avviare indagini a tappeto da parte degli organi di
vigilanza. A Calvi Risorta il botto più clamoroso, sia
sotto il profilo giudiziario che sotto l’angolazione strettamente fiscale: con
l’ultimo bilancio di previsione della gestione Zacchia, l’ex maggioranza aveva
pensato di rimpinguare le casse comunali con un bottino di circa 700 mila euro.
Una cifra esorbitante per un autovelox dimostratosi illegale in tutte le
sfumature di origine. La macchinetta era stata
acquistata tramite una gara d’appalto priva di ogni
requisito di legittimità (risulta, infatti, tra le 33 sequestrate in provincia
di Caserta) ed era stata installata in un punto privo di qualsiasi
pericolosità, a pochi metri dal bivio di accesso a Teano, dove la velocità è
moderata per chiarissime ragioni. Inoltre, l’esorbitante numero di
contravvenzioni elevate aveva fatto insospettire le autorità di vigilanza già
alla fine dell’ottobre 2008: solo a Calvi Risorta si
parlava di circa 18 mila sanzioni registrate tramite l’illegalissimo
occhio elettronico.
In sede di Assise, poi, la maggioranza capitanata
allora da Giacomo Zacchia, aveva votato a favore dell’acquisto (risultato
falsato sin dal principio) e del montaggio della macchinetta in un punto poco
“ortodosso”. Proprio in Consiglio l’allora assessore alle Finanze, Ermanno
Izzo, in armonia con il sindaco Giacomo Zacchia, aveva affermato che, con
l’installazione dell’autovelox, sarebbero arrivati nelle casse dell’Ente
qualcosa come 700 mila euro; praticamente la
macchinetta calena avrebbe multato anche le mosche e le lumache di passaggio.
Non solo le multe erano illegali, ma lo stesso autovelox risultava
noleggiato a scapito dei più elementari requisiti di legittimità. Ora l’ex sindaco e cinque assessori sono sotto inchiesta, indagati
per aver dato disco verde all’affare autovelox e di aver contratto con la ditta
fornitrice un contratto di spartizione degli utili assolutamente illegale e in
difformità con le norme che regolano la materia.
Anche un vigile urbano caleno, Gabriele Russo è finito
nel registro dei magistrati, insieme al titolare della ditta Nicola Feola, che aveva fornito l’autovelox, la Idea Luce. Un
affare che ha messo sotto i riflettori l’intera squadra che amministrava con il
sindaco Zacchia: sono otto gli indagati che facevano parte della squadra pro
autovelox, gli indagati sono Giacomo Zacchia, Remo Cipro, Ulderico Pietro
Salerno, Oreste Martino, Carmelo Bonacci, Antonio Zona detto (Domenico -
Damiano) inoltre ad essere indagato anche l'ex responsabile dell'ufficio
tecnico Ing. Antonio Bonacci, si salvano dal ciclone
giudiziario solo l’ex presidente dell’Assise consiliare,
Gabriella Perrotta, Ermanno Izzo e Antonio Fattore.
Sotto il faro delle indagini finisce così l’intero gruppo che aveva votato a favore dell’autovelox illegale in Consiglio,
ma soprattutto l’ex primo cittadino, reo di aver dato assenso a un tipo di
contratto “drogato” in ogni sua sfaccettatura. Finisce nel peggiore dei modi il
progetto politico “Uniti per Calvi”: a giugno scorso la lista di Zacchia era
stata polverizzata dal gruppo vincente di Antonio
Caparco con un gap elettorale di mille voti.
A soli due mesi di distanza dalla batosta politica, “Uniti per Calvi” è stato
spazzato via dal terremoto giudiziario dell’autovelox. L’attuale sindaco
caleno, Antonio Caparco ha voluto porre l’accento sulle attività costanti e
intransigenti portate a termine quando faceva parte della minoranza. “Sulla
questione autovelox abbiamo incentrato l’attività di opposizione
per circa tre anni – ha commentato il sindaco Caparco – evidentemente quello
era il segnale di un risveglio collettivo, basato sulla legalità e sulla
trasparenza amministrativa. Oggi raccogliamo l’ennesima vittoria, forse più
bella del successo alle Comunali di giugno: abbiamo dimostrato che chi
amministrava prima di noi non fondava azioni e atti sulla massima legittimità
morale ed etica”. Ora il Consiglio di Calvi Risorta si
segnala per un record: è l’unico ad avere un’opposizione indagata nella quasi
totalità per falso ideologico.
AVEVAMO RAGIONE
Scrivo in qualità di ex consigliere, fermo e deciso oppositore di
Giacomo Zacchia, contro il quale ho denunciato gravi illegittimità degli atti
amministrativi della sua Giunta, atti che studiavo approfonditamente insieme al
dott. Marrocco e Caparco - prima ancora di passare alle denunce -, trascorrendo
a volte anche intere notti su quei documenti prima di “sputare” sentenze.
Contro le nostre denunce Giacomo Zacchia, Piero Salerno, Remo Cipro ed Antonio
Zona (detto Damiano) gridavano allo scandalo; soprattutto Remo Cipro non osava
credere come mai avevamo brutalmente infangato il suo buon nome di persona
dedita agli interessi della gente e all’impegnato amministrativamente
per la legalità!
Però, da Avvocato, devo dire che Remo Cipro va giustificato, perché costui non
conosceva il concetto giuridico di legalità; si è vero, è una parola che l’ha
sentita proferire più volte da Zacchia, ma non si è mai preoccupato di chiedere
in concreto cosa significasse. Ebbene,
una lezione di diritto penale è stata impartita dalla Procura di S.Maria C.Vetere a quegli uomini
onesti che hanno lavorato per la cittadinanza calena secondo legalità.
Invero, la Procura, partendo da una nostra denuncia contro l’intera giunta di
Zacchia, relativa a delle macroscopiche illegittimità
sull’appalto “Autovelox”, ha inserito Calvi Risorta nella mega
indagine sugli autovelox della provincia di Caserta. L’epilogo è stato quello
di notificare ai “signori per bene” - Zacchia ed amici di Giunta - l’avviso di
garanzia per gravissimi reati, quali truffa aggravata e abuso d’ufficio.
A tutto questo si affaccia, però, un’altra inquietante circostanza. La Procura
ha inviato la Polizia Giudiziaria per sequestrare al Comune di
Calvi Risorta il denaro illegittimamente incassato dalle multe
autovelox, ma gli agenti di Polizia con enorme sorpresa hanno appurato che
tutto quel denaro incassato è sparito, perché tutto è stato velocemente speso
dall’amministrazione Zacchia!
Pertanto, sul punto staremo a vedere se quest’aspetto verrà considerato penalmente dalla Procura di
S.M.C.V. e se ciò si tramuterà in un altro capitolo
di indagine. A proposito di soldi spesi, è arrivato anche il momento di
precisare qualche circostanza sui loculi cimiteriale. Da qualche settimana
circola per le vie del nostro paese un volantino di Zona Damiano (che si firma
Domenico!) nel quale si invitano gli attuali
amministratori a restituire la somma in eccedenza pagata dai cittadini caleni
per l’acquisto dei loculi cimiteriali.
Il buon Damiano (anzi, Domenico), non contento, ricorda pure nel volantino che
lo stesso Marrocco e Caparco fecero la stessa
richiesta all’allora Sindaco Zacchia, e che dunque oggi, da amministratori,
dovrebbero dare seguito alla loro richiesta. In un certo senso la cosa potrebbe
essere ritenuta giusta, ma c’è, anche qui, un piccolo trucchetto. Innanzitutto, perché mai Zacchia all’epoca non
provvide alla restituzione? E, poi, allora, all’epoca della richiesta di
Marrocco-Caparco, i fondi per la restituzione erano esistenti, oggi non
esistono più, così come è accaduto per i fondi dell’autovelox,
spariti con una velocità impressionante.
Il buon Zacchia, venuto da Sessa Aurunca
nel 2004, prima di andare via da Calvi Risorta nel 2009, decise insieme a
Domenico e agli altri amministratori, di spendere tutti i fondi dei loculi
cimiteriali, anziché restituirli ai cittadini caleni. Allora dico a Domenico
(detto Damiano) non nascondere la verità nei tuoi volantini, perché, vedi, le
manine nel barattolo della marmellata prima o poi
vanno tolte e questa volta non lo dicono le nostre denunce ma un serio
provvedimento della Procura di S.M.C.V. Auguro a
tutti una serena pausa estiva, compreso Domenico.