Ex agente trovato morto ucciso con una fucilata: è giallo

 

Il Mattino, 03 febbraio 2010

 

Elio Zanni

 

Un colpo di fucile in pieno volto, sparato a distanza ravvicinata. Questa la causa ufficiale della morte di Giuseppe Carusone, 54 anni, agente di Polizia Penitenziaria in congedo, originario di Calvi Risorta e residente nella frazione Petrulo, località Martini, in una delle antiche abitazione che caratterizzano via dei Quarantotto.

 

Il drammatico episodio, che ha scosso l'intera comunità calena, è accaduto ieri verso le 14,30. Il corpo senza vita dell'uomo è stato scoperto, come sembra, da una delle due figlie che insospettita dalla deflagrazione è salita al primo piano fino a raggiungere la stanza del padre. Dopo i primi comprensibili quanto indescrivibili momenti di sconforto, aiutata da altri familiari, ha trovato la forza per dare l'allarme. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 dalla postazione di Calvi Risorta che hanno costatato il decesso dell'uomo, oltre a una pattuglia dei carabinieri della locale stazione agli ordini del maresciallo Massimo Petrosino e il comandante della polizia municipale, Anna Caianiello.

 

L'uomo lascia la moglie e tre figli, il maschio è un graduato dell'Esercito. Su quanto realmente accaduto, fino a conclusione delle indagini, rimangono aperte tutte le ipotesi. Anche se sono due, al momento, le teorie che appaiono come le più verosimili. La prima è quella di un mero incidente, in questo caso da caccia, anche se accaduto tra le pareti domestiche, dove l'ultima fotografia potrebbe essere quella dell'uomo che intento a pulire uno dei suoi fucili, lasciati incautamente carichi, tocca inavvertitamente il grilletto facendo partire la rosata. Il fucile, sequestrato, sarà oggetto di accurate indagini. Ma la teoria fa a pugni con la risaputa accuratezza dell'uomo nel manipolare le armi. Diligenza e destrezza, che l'uomo aveva potuto acquisire durante la lunga e brillante carriera nella Polizia Penitenziaria, ben riconosciuta da più di un suo conoscente.

 

L'altra teoria, per molti versi peggiore della prima e che tutti vorrebbero scartare, fa pesare a un momento di sconforto e al gesto estremo di una persona ben vista da tutti in città e di cui si era sempre parlato in termini di ammirazione, come professionista e come perfetto padre di famiglia. Per ora l'unica cosa certa è che il fucile rivenuto sulla scena del fatto apparteneva proprio al povero Giuseppe e che da questi era regolarmente detenuto. Aveva intenzione di usarlo per la riscoperta passione per la caccia, attività che ora poteva coltivare grazie al ritrovato tempo libero. L'ex Appuntato, infatti, aveva prestato servizio in vari istituti del Nord Italia prima dell'avvicinamento alla sua amata Calvi in vista del congedo. Anche di questo, due sere fa, avrebbe parlato ai suoi amici nel bar del quartiere che frequentava come luogo di ritrovo e di socializzazione, affrontando argomenti personali che adesso, magari, assumono un significato diverso.

 

«Ricorderò per sempre Giuseppe - ha voluto riferire a caldo il sindaco di Calvi Risorta, Antonio Caparco - come un uomo equilibrato e meticoloso, un cittadino modello. Esprimo per questo alla famiglia la vicinanza mia e di tutta l'amministrazione comunale che si unisce al dolore dell'intera comunità».

 

La salma dell'uomo sarà sottoposta a ispezione cadaverica presso l'istituto di medicina legale di Caserta. Per trovare precedenti simili a Calvi Risorta basta risalire ad appena un anno fa, quando perse la vita un imprenditore del posto. A margine della tragedia un episodio di danneggiamento ai danni del fotografo dell’Agenzia Frattari incaricato del servizio dal nostro giornale. Era lì solo per fare con discrezione il proprio lavoro ed è stato aggredito da una persona del posto.