MARITO TROPPO VIOLENTO: CONDANNA ESEMPLARE PER UN CALENO

 

Vito Taffuri, 20 dicembre 2009

 

E’ stato condannato a un anno e due mesi di carcere G.B. 43enne di Calvi Risorta, ma residente a Roma per motivi di lavoro, che ha maltrattato la moglie e il figlio con una raffica di parole offensive, volgari e ingiuriose. La motivazione della sentenza, emessa venerdì dal Giudice Marrazzo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, parla di ‘Violenza in famiglia’.


Una sentenza veramente particolare perché, per una volta, non colpisce un marito violento con le braccia o con le gambe ma, debole di bocca: sboccacciato. I due sono già separati e gli episodi si sarebbero ripetuti nel tempo, ad ogni occasione di riunione della famiglia. A difendere la donna è stato l’avvocato Letizia De Rubba, con studio in Caserta.


L’uomo, che potrebbe decidere nelle prossime ore, di presentare ricorso, è un operatore di centralino di una importante emittente televisiva che opera via Internet. Lei, invece, è una nota e stimata pediatra con studio a Calvi Risorta. Si è svolto lo scorso 29 novembre in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne. In Italia, secondo dati Istat, una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata, almeno una volta, vittima di violenza o maltrattamenti.


Sono sei milioni 743 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale. Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata, quasi mezzo milione nei 12 mesi precedenti all'intervista. Ai danni di mogli e fidanzate i reati gravi: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni in casa.


Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner il 70% delle volte e in questo caso lo stupro è reiterato. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e padri) e conoscenti.