Sarà un Natale da 'buttare via' per centinaia di lavoratori caleni

 

Portale di Pignataro, 05 dicembre 2009

 

Si aggiorna la triste contabilità dei lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro nell’Agro Caleno. Ai 50 operai della Chimica Fiore, rischiano di aggiungersi i 280 della Siltal, i 60 dell’Asa, i quasi 300 del call center di Vitulazio e alcune decine della Rieter. Siamo a quota 800 lavoratori. Altre aziende sono in difficoltà. La piccola distribuzione è ai minimi storici: decine di esercizi commerciali chiudono. Gli effetti della crisi si stanno facendo sentire in modo drammatico nell’Asi “Volturno Nord”. E’ emergenza sociale.


Le aree industriali dei territori dei comuni di Pignataro, Sparanise, Calvi, Pastorano, Camigliano e Vitulazio sono prossime alla desertificazione. Il modello di imprenditoria degli anni ’70, 80 e 90 non ha retto le sfide del nuovo millennio. Non ha dato gli esiti sperati lo sviluppo nel terziario. La crisi di un’azienda come l’ex Omnia, rappresenta il paradigma delle difficoltà di uno sviluppo basato sui servizi. L’unica azienda che non ha problemi è la centrale a turbogas di Sparanise. Ma è un sito industriale ad alto impatto ambientale e a bassa occupazione: il contrario di quello che occorre per rilanciare l’economia calena.


Gli ammortizzatori sociali stanno arginando gli effetti della crisi, ma alla loro scadenza, sempre più vicina, centinaia di famiglie perderanno ogni fonte di reddito, con conseguenze sociali drammatiche in tutto l’Agro caleno, ed il rischio che il fenomeno dell’emigrazione interna, ripreso in maniera significativa negli ultimi anni, assuma dimensioni ancora maggiori ed allarmanti.


Di fronte a questo dramma collettivo, una parte dell’opinione pubblica, quella con la pancia piena ed i santi in paradiso, continua a rimanere pressoché indifferente, e una parte della politica è troppo assorbita dai suoi psicodrammi, e preferisce continuare ad alimentare un’interminabile quanto o esiziale scia di veleni.


Non rileghiamo i problemi dei lavoratori dell’aziende in crisi in una sorta di inconscio collettivo. Chi perde il posto di lavoro non può essere invisibile per una parte dell’opinione pubblica, troppo presa dalle imminenti feste natalizie. Il dramma di chi rischia di essere espulso dal mercato del lavoro non è un fatto personale, ma coinvolge tutta la comunità, perché è a rischio la tenuta del suo tessuto sociale.


La crisi di questi anni ha dimensioni globali e le soluzioni potranno venire solo dalle decisioni assunte a livelli istituzionali nazionali ed internazionali. Il rischio, però, è che se non avremo a livello locale un’idea di sviluppo complessivo del nostro territorio la nuttata passerà’ ma solo per gli altri.