IL
CONSIGLIERE AI BENI CULTURALI INDIVIDUA E DENUNCIA UNO SCAVO CLANDESTINO DI
ENORMI DIMENSIONI NEL CUORE DELL`ANTICA CALES. SILVER MELE: “DICHIARIAMO GUERRA
AI TOMBAROLI. CALENI, RECUPERIAMO LA NOSTRA STORIA!”
Silver
Mele, 29 novembre 2009
Qualcuno
credeva forse che ci fossimo dimenticati di avere alle spalle una storia
eccezionale, una città dalle grandi dimensioni, dal fascino e dalla storia
mirabili, di un patrimonio culturale che i nostri figli devono assolutamente
recuperare e blindare. E` fin troppo facile dimostrare il
contrario. Negli ultimi mesi, grazie alle inchieste di Cales Channel,
abbiamo svelato il perdurare di traffici illeciti di beni archeologici
trafugati nel territorio dell`antica città di Cales ma anche i misfatti (vedi i
lavori di scavo effettuati e subito coperti sull`Arce o la pubblicazione mai
pagata di un libro che giace in centinaia di copie presso la tipografia
Mingione di Sparanise) con il clamoroso avallo della peggiore amministrazione
civica della storia di Calvi Risorta, quella che porta
al nome di Giacomo Zacchia.
La denuncia ha immediatamente destato l`attenzione della Sovrintendenza con la
quale il Comune di Calvi Risorta intende instaurare
finalmente un rapporto di effettiva collaborazione, che vada oltre le parole e
che contribuisca a restituirci la nostra storia. Le novità sono tutte nelle
immagini esclusive realizzate dalla nostra troupe e destinate al lavoro attento
delle Forze dell`Ordine, dei tutori dei Beni Archeologici, del buon senso di
chi davvero sente di essere caleno. Prima di passare
alla cronaca dei fatti mi va di ricordare quanto scriveva un archeologo
napoletano, quel Giuseppe Novi che per primo, verso la fine del 1858, effettuò una campagna organica di scavi nel territorio
dell`antica Cales, dopo essersi imbattuto fortuitamente in un mondo che gli
appariva inalterato dai millenni trascorsi e quasi tutelato dalle forme dolci
della natura.
“In queste peregrinazioni – afferma il Novi- movendo
da valle in valle, riuscii in una via Cupa che dal Seminario di Calvi volge a
Sparanisi. Ed ivi le acque recano pezzettini d`oro, monete e frantumi di
bronzo, cosicchè quelle arene di alluvione sono per i
frugatori di antichità una piccola California. Movendo più innanzi m`inoltrai
in un altro sentiero, quasi normale al primo…coronano i lati della strada grosse mura a secco, sorte dall`accozzaglia di grosse pietre
poligonali, da vaste basi di colonne, fusti, capitelli, lastre di basalto,
spezzoni di granito, di cipollino, di marmo statuario, di laterizi” (Novi,
1861).
Il resoconto va adattato all`attualità di una corsetta a piedi, a ritmo blando,
che due giorni fa mi ha condotto nei pressi del rio Lanzi,
autentica fogna a cielo aperto che è confine tra i comuni di Calvi Risorta e
Pignataro. Percorrendo un sentiero già solcato, fatto di spine ed erbacce e
costeggiando il banco di tufo che rendeva la Cales romana fortino
impenetrabile, mi sono trovato nel bel mezzo di uno
scavo clandestino, in quella che probabilmente era in origine un`officina
dedita alla produzione di ceramica a vernice nera. Un autentico supermarket
dell`antichità a disposizione di tombaroli che possono
agire liberamente, senza pressione o timori di controlli, così come dimostrato
dagli arnesi (pale, rastrelli e picconi) seminuovi rinvenuti nei pressi dello
scavo. Da qui l`idea dell`ennesima denuncia, effettuata in
compagnia del sindaco Antonio Caparco, dell`amico Vito Taffuri e dell`occhio
che non tradisce mai il vero, quello della telecamera.
Tutto purtroppo avviene nell`indifferenza della comunità, nel silenzio
compiacente di chi ha rinnegato la parte più bella e preziosa del proprio
corpo. Il sentore di tale devianza d`altronde ha radici lontane nel tempo.
“Calvesi… come dunque vi siete dimenticati così presto della vostra paterna
origine? Perchè non vi destate dal letargo, che vi ha colpiti?
Quando vi rialzerete alla antica grandezza?
Ricordatevi, deh ricordatevi di esser cittadini di quella Patria, che diede alla luce tanti gloriosi soggetti! Datele quelle
soddisfazioni, corrispondenti ai torti, che le avete
fatti: aumentate la vostra reputazione, aumentate il vostro nome. Siano per voi
un debito sacro la benemerenza de vostri antenati:
vegliate alla memoria de vostri Maggiori. Nòl vedete che si va distaccando da
voi la più bella parte del vostro corpo? E lo
straniero vi va usurpando le vostre antiche giurisdizioni? Battagliate adunque
coraggiosamente per la difesa de vostri diritti. Allargate la sfera della
vostra sensibilità ed intelligenza. Applicate i vostri talenti per il vantaggio
e decoro della vostra Patria: l`interesse comune superi sempre i vostri
particolari riguardi…” (Abate Mattia Zona, 1820).