L’ombra di Gomorra sul Pd: «Tu coprimi con i Casalesi»

 

Il Giornale, 11 novembre 2009

 

Gian Marco Chiocci

 

Capitolo Casalesi, argomento Pd. Episodi «inquietanti» coinvolgono esponenti locali e nazionali del Partito democratico. Spuntano qua e là fra le pagine della storia giudiziaria di questa terra di mezzo chiamata «Gomorra».

 

Il più eclatante riguarda l’ex presidente della provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, riparato nella «commissione medica» che studia i miracoli a Lourdes nel mentre le inchieste sui clan facevano emergere contatti fra la sua amministrazione di centrosinistra e le aziende ricollegabili all’ultimo capo del clan dei Casalesi: Giuseppe Setola.

 

Il presidente De Franciscis finì personalmente in un’intercettazione che parlava di aiuti ricevuti «dai Casalesi», registrazione dimenticata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere diretta dal procuratore Maffei, lo zio di De Franciscis. L’inchiesta puntava a chiarire le irregolarità sul Prg di Casagiove (sono le stesse indagini che poi porteranno al coinvolgimento dei coniugi Mastella).

 

I carabinieri segnalavano sui brogliacci le chiamate «molto rilevanti». Fra queste ve n’era una in cui De Franciscis e il suo segretario Antony Acconcia discutevano di varie cose. Di fronte a un problema sorto all’improvviso, De Franciscis sussurrava (...): «Quindi quello non potrà dire... ho detto, Antonio naturalmente tu mi ricambierai adesso il favore e mi copri con la camorra di Casale, ha detto “senz’altro”... va bene?». Mica tanto. Ad imbarazzare la giunta De Franciscis anche i rapporti con la società «General Impianti» riconducibile al capo dei capi dei Casalesi, Giuseppe Setola. La Dia ha rintracciato la bellezza di undici appalti per un totale di 400mila euro.

 

E ne ha rintracciati altri indagando sul comune di centrosinistra di Calvi Risorta. Seguendo le ricostruzioni della direzione investigativa antimafia la società del boss ha cominciato a introitare quattrini pubblici attraverso «incarichi diretti» con il «conferimento di cottimi fiduciari». A capo della Sas c’era Pasquale Setola, fratello del Padrino camorrista, arrestato a seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Gaetano Vassallo, il grande accusatore di Cosentino.

 

Quando Vassallo inizia a fare il suo nome, Pasquale cede le quote della General Impianti a un certo Massimiliano Pagano e resta come direttore tecnico. Anche la moglie di Pasquale Setola, Giovanna Baldascino, si sbriga a uscire dalla società e cede le quote a Francesco Pagano, fratello di Massimiliano. Massimiliano e Francesco Pagano sono figli di quel Cipriano citato in alcune intercettazioni in carcere quale «socio in affari di Pasquale (Setola, ndr)».

 

Secondo approfonditi reportage di giornali e blog locali, Cipriano sarebbe stato uno dei maggiori sponsor di De Franciscis «alle amministrative e alla primarie per la segreteria regionale del Pd». Anni prima sempre De Franciscis avrebbe fatto da padrino per la cresima del futuro prestanome del clan nella società in rapporti con la Provincia: Massimiliano Cipriano, appunto, cugino di Stefania Marinelli, moglie del killer Giuseppe Setola.

 

E ancora. L’ormai ex presidente della Provincia è stato «compare d’anello» anche di Giacomo Zacchia, ex sindaco del Comune di Calvi Risorta defenestrato nell’imminenza del blitz della commissione d’accesso per fare luce sull’appalto dato proprio alla General Impianti. Nelle 54 pagine del decreto di sequestro preventivo della società si definiscono i due Pagano «prestanome di Setola» e «proprio la General Impianti di Massimiliano Pagano è ragionevole ricondurla a Pasquale Setola» a cui il fratello Giuseppe, capo dei Casalesi, «attribuiva fittiziamente i beni per non apparire titolare per non correre il rischio di sequestri e confische».

 

Nei guai per camorra figura anche l’assessore ai lavori pubblici di De Franciscis nonché attuale sindaco di Gricignano d’Aversa, Andrea Lettieri: l’esponente Pd è indagato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Non è più assessore, ma è rimasto sindaco. Lo accusano tre pentiti, tra cui Paolo Di Grazia, capoclan dei Casalesi a Carinaro, che parlano di «favori» ricevuti dal politico in cambio di voti. I Casalesi sono di casa anche nel Pd a Villa Literno, e non a caso il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche il 24 aprile scorso.

 

Il sindaco uscente è Enrico Fabozzi, ex Ds, bassoliniano doc, nominato presidente del consorzio che doveva gestire i rifiuti nel momento in cui si insediava la commissione d’accesso. E che dire del comune di Orta di Atella, dove in precedenza era stato arrestato il sindaco Angelo Brancaccio, attuale consigliere regionale dei Ds (ora nell’Udeur). O dell’amministrazione di Marcianise, guidata dal sindaco Filippo Fecondo (ds) sciolta nel 2008 ma poi «riabilitata» dal Tar. Poi c’è una polemica in corso a Calvi Risorta per alcune presunte parentele «scomode» dell’onorevole Pina Picierno, responsabile della Legalità del Pd, che giusto ieri sollecitava la giunta a concedere l’autorizzazione a procedere e Cosentino a rassegnare le dimissioni.