Excusatio non petita, accusatio manifesta

 

Rinascita calena, 05 novembre 2009

 

Aristarco Scannabue

 

"Excusatio non petita, accusatio manifesta" è un’espressione latina del periodo medievale. La sua traduzione letterale è "Scusa non richiesta, accusa manifesta", vecchio modo di dire proverbiale in italiano insieme all’altro "Chi si scusa, si accusa", anch'essa equivalente.

Il significato di questa locuzione è: se non hai niente di cui scusarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti venir recepito come un atteggiamento sospetto, un indizio del fatto che si ha qualcosa da nascondere. Lo affermava anche S. Girolamo nelle sue lettere (Epist. 4) in cui avvertiva:: dum excusare credis, accusas ("mentre credi di scusarti, ti accusi").

I nostri lettori avranno già capito a cosa mi riferisco. All’articolo apparso sulla Gazzetta di Caserta, lunedì 2 novembre, a firma di Vito Taffuri “Provinciali, spunta Lello De Vita – Potrebbe compromettere la candidatura di Antonio Caparco.”

Ma come, chiediamo, non c’era stato un patto tra Caparco e De Vita?

Si, ma quest’ultimo ha preso troppo pochi voti per aspirare alla candidatura.

Ma negli accordi non si parlava di risultati elettorali.

Non fa niente, ora Caparco vuole la Provincia e perciò spetta a lui la candidatura.

Mah, così vanno le cose. E nel desiderio di giustificare a tutti i costi l’atteggiamento di Caparco, si pensa di dare una giustificazione che nessuno aveva chiesto.

Excusatio non petita, accusatio manifesta, appunto.