Il merlo e il litro d’acqua
Giovanni Pera
Rinascita
calena, 27 ottobre 2009
«...E
poi c’ho un merlo, io... ed il mio merlo beve un litro
d’acqua al giorno!».
L’altra sera ero tra amici a discorrere lietamente del più e del meno, a
far parole, come piace a me, quando l’attenzione di
tutti è stata completamente rapita da un felice racconto di uno degli astanti.
L’aneddoto, invero assai curioso e faceto, aveva ad oggetto un episodio
occorso durante una seduta consiliare del Comune di Calvi Risorta di alcuni anni or sono.
Pare che nel corso del consesso, che recava all’ordine del giorno, tra
l’altro, l’approvazione del piano di riparto del fabbisogno idrico giornaliero pro capite,
un simpatico quanto sprovveduto consigliere di minoranza, al solo fine di far
sentire la voce dell’opposizione, si fosse lasciato andare
ad un impavido quanto imprudente commento, capace di suscitare ancora oggi
l’ilare reazione degli uditori.
Per nulla convinto dell’esattezza delle risultanze
di computo approntate dalla maggioranza, che avevano quantificato in 150 litri
il fabbisogno idrico quotidiano di ciascun caleno, il prode consigliere aveva
fatto notare come la suddetta determinazione non potesse ritenersi affatto
congrua rispetto alle esigenze della cittadinanza e sostenuto l’ineludibile
necessità di rettificare in 200 litri la quota di singola spettanza, anche
perché – continuava l’interlocutore - «per ciò che mi riguarda...oltre ad andare al bagno
più volte, nel corso della giornata - ciò che più volte mi impone di tirare lo
sciacquone -... c’ho un merlo io... che da solo beve un litro di acqua al
giorno!».
Non me ne voglia il protagonista del racconto. L’episodio vuole essere
solo lo spunto, divertente, per invitare il lettore ad una riflessione di importanza, è proprio il caso di dirlo, “vitale”.
I prossimi 7 e 8 dicembre Copenhagen sarà sede di un’importantissima
conferenza internazionale sullo stato del clima planetario.
In quell’occasione i più grandi del mondo siederanno a discutere dello
stato di salute del nostro pianeta e della necessità di approntare misure drastiche per evitare l’esosa dispersione nell’atmosfera di
gas serra, responsabile dell’allarmante innalzamento delle temperature.
Qualcuno di voi a questo punto chiuderà la pagina e passerà a qualcosa
di decisamente più divertente, lasciandosi andare a
qualche commento del tipo « e basta... le solite menate... anche questo con ‘sto cazzo di clima!».
Lo so: l’argomento non incontra molte simpatie, forse perché ostico e
poco accessibile. Però è bene che riflettiate su
un dato: vi sono un silenzio tanto assordante sul tema e tanta e tale
diffidenza (se non indifferenza) riguardo allo stesso che a me qualcosa puzza! E a voi?
Così ho cominciato a leggere, ad aggiornarmi e ho scoperto alcune cose
che mi piacerebbe portare alla vostra attenzione.
Anzitutto mi sono chiesto: al di là delle
solite stronzate, cosa mai può comportare per me piccolo cittadino di questa
remota e ridente cittadina del mondo l’innalzamento della temperatura
globale?
A quali conseguenze posso andare incontro io,
misero essere sperduto in questa landa lontana dell’Europa? In fondo, sono anni
che sento parlare di emergenza climatica (senza, in
verità, mai averci capito un granché), eppure tutte le estati, da che mondo è
mondo, vado al mare e mangio le pesche, d’inverno fa freddo e mia moglie mi
prepara i broccoli, in primavera di solito piove e in giardino fioriscono le
rose.
Già. Tutto vero. Solo che le pesche le mangio anche a dicembre, le rose
le acquisto anche a Natale, i broccoli li posso
gustare anche a Ferragosto.
Cosa sta succedendo? Si chiama globalizzazione,
Giovanni - mi sono detto -; e la cosa mi piace, perché vado pazzo per le
pesche, per i broccoli e per le rose.
.....continua