Giacomo Zacchia: l’insostenibile leggerezza …. della solitudine

 

Rinascita calena, 20 ottobre 2009

 

Aristarco Scannabue

 

Sembra passato un secolo dal trionfo elettorale del nostro, maturato soprattutto con la vicinanza di tanti amici che hanno dato un apporto decisivo all’impresa.

Amici che poi si sono visti messi frettolosamente da parte da parte di una combriccola che di amministrativo sapeva poco e dei rapporti politici ed umani niente.

Tutti sanno come poi è andata a finire, né poteva, ragionevolmente parlando, finire in maniera diversa.

E allora che cosa fare per tentare di far rivivere i ricordi?

Un bel manifesto con sopra tante incongruenze e superficialità assieme a qualche giusto rilievo.

E in ricordo del passato accanto alla firma un bel simbolo del PD.

Peccato che l’allora responsabile era una gentile signora passata alla sponda più confortevole del PDL.

E che il secondo rappresentante, ora primo se non altro per coerenza, sia un certo Antonello Bonacci, che non ci risulta sia stato né contattato, né consultato sul contenuto del manifesto.

Altra firma struggente quella di “Uniti per Calvi”. Di Uniti non c’è più nessuno, visto che i vari Taffuri, Geremia, Marrocco e D’Onofrio si sono da tempo defilati. E a ben vedere anche altre persone hanno preso da tempo le giuste distanze, lasciando in eredità a Giacomo forse solo Remo Cipro a testimoniare una fedeltà ormai logora e persa nella memoria dei più.

E quella solitudine che ti fa cercare di scoprire, attraverso firme fasulle, un passato che non torna e che non è più rinnovabile.