Controlli anticamorra a Calvi Risorta

 

Il Mattino, 01 settembre 2009

 

ELIO ZANNI

 

Controlli anticamorra, la guardia di finanza mette di nuovo piede nella casa comunale di Calvi Risorta. Ma stavolta non si è limitata a portar via le carte di un singolo atto amministrativo: sotto sequestro sono finiti tutti i documenti e gli atti protocollari relativi ai cottimi fiduciari e agli appalti espletati durante la passata amministrazione.

 

Lavori finiti nelle mani di imprese ritenute collegate a noti personaggi della camorra. Quelle carte parlano anche e soprattutto della ditta «General Impianti Sas» intestata a tale Massimiliano Pagano che a Calvi ha curato i lavori di completamento, mai finiti, dell’edificio comunale chiamato «Polivalente». Si tratta della stessa impresa sequestrata poche ore prima del clamoroso arresto del boss Giuseppe Setola e per questo (nonostante il gioco di cessione di quote di proprietà tra familiari e persone ritenute affiliate al clan) subito finita sotto la lente d’ingrandimento della Dda e della Dia di Napoli.

 

Dunque, a giudicare dai dati resi noti, la società che ha lavorato per il Comune di Calvi che per tale ragione ha chiesto un mutuo di 440mila euro presso la Cassa Depositi, appare riconducibile al killer della frangia stragista dei Casalesi nella quale il fratello del boss, Pasquale, ricopriva l’incarico di direttore tecnico. La data fatale è quella del 23 agosto del 2006, ultimo giorno utile per la consegna delle offerte di gara.

 

Ne arrivarono quattordici, protocollate in maniera consecutiva. I plichi contemplavano percentuali di ribasso sul prezzo posto a base d’asta veramente risibili (tra il 4,58 ed il 7,77 per cento). Irrisorie, rispetto all’offerta della «General Impianti»: il 23,45 per cento. Il resto lo fece il meccanismo del taglio delle offerte anomale e la G.I. entrò a Calvi. Al secondo posto si classificò la ditta «Parisi Raffaele» il cui titolare nei mesi precedenti aveva denunciato ai carabinieri tentativi d’intimidazione. A pochi mesi dall’inizio dei lavori saltarono fuori le prime anomalie, denunciate ai carabinieri dai consiglieri di opposizione dell’epoca: Antonio Caparco e Giovanni Marrocco.

 

Come per la tela di Penelope, molti dei lavori ultimati di giorno venivano fatti segno di atti vandalici di notte. Nonostante ciò i lavori della «Polivalente» furono ultimati il 14 agosto 2007, ma, come attestato dallo stesso Piero Cappello (capo dell’ufficio tecnico con l’amministrazione del sindaco Giacomo Zacchia) nella determina n. 47 del 2 febbraio 2009, pure questa sequestrata dalla guardia di finanza, in totale difformità rispetto alle disposizioni impartite dall’allora Responsabile unico del progetto, ingegner Antonio Bonacci. Tra gli atti sequestrati venerdì, anche quelli relativi l’appalto assegnato alla «Gmc Multiservizi Spa», dei Fratelli Orsi per un ciclo di raccolta dei rifiuti, il bando del 2006 del servizio civile, e l’appalto di rifacimento della rete idrica e fognaria per un totale, quest’ultimo, di 2 milioni di euro, bloccato dal sindaco per la mancanza di copertura finanziaria e una presunta anomalia nel ribasso.