SCANDALO
AUTOVELOX: A QUANTO AMMONTA IL DANNO?
Vito
Taffuri, 19 agosto 2009
All’indomani
dello scoppio della “megatruffa provinciale” degli autovelox – nella quale sono
incappati anche l’ex sindaco Giacomo Zacchia, e gli ex assessori Cipro,
Salerno, Bonacci, Martino e Zona, tutti indagati per concorso in abuso
d’ufficio, turbativa d’asta e falso ideologico –, sembra lecito chiedersi a
quanto ammonti il danno erariale procurato al comune con il contestato appalto,
avviato con la delibera di giunta n. 74 del 2006. Una somma
invero difficile da quantificare, per la quale, tuttavia, potrebbe essere
utilizzato a riferimento lo stesso metro che, la Procura Regionale della Corte
dei Conti ha utilizzato per contestare agli stessi ex amministratori coinvolti
nell’inchiesta penale un presunto danno di circa 150.000,00 €, sul quale dovrà
esprimersi a breve il giudice contabile.
Il punto di partenza è stata infatti la convenzione
predisposta dal Consorzio Asmez, e liberamente utilizzabile dai comuni aderenti
allo stesso. Cosa peraltro ben nota anche all’ex sindaco Zacchia, sia perché ha
incentrato gran parte della sua attività amministrativa passata alla ricerca di
Consorzi che potessero soddisfare le sue ambizioni politiche, sia perché egli
stesso ne ha fatto menzione nei due opuscoletti distribuiti a marzo e dicembre
2008 – nei quali elencava le (poche) cose fatte dalla sua amministrazione e le
(tantissime) cosa ancora da fare – affermando testualmente che “il comune di Calvi Risorta aderisce ad ASMENET insieme ad altri 725
comuni italiani”.
Peccato che Zacchia non se ne sia ricordato quando si è trattato di dare avvio,
con la contestata delibera di giunta, ad un contratto estremamente
svantaggioso per l’ente. La convenzione predisposta dall’ASMEZ, infatti,
prevedeva un aggio pari al 18% delle somme effettivamente riscosse, a fronte
del 42,75% previsto nel contratto posto in essere dal
comune; ma il divario è ben più ampio se si va oltre il mero dato formale, e si
entra nel merito del capitolato di gara. Il 42,75% pagato dal comune è di fatti relativo al solo noleggio delle apparecchiature,
alla fornitura dei rullini e alla stampa dei fotogrammi: per questa limitata
attività, la società “I.D.E.A. Luce s.r.l.” ha già fatturato quasi 300.000,00
€, con i quali il comune avrebbe potuto acquistare a titolo definitivo almeno 6
autovelox del tipo fornito dal noleggiatore. Altri 300.000,00 €, invece, sono
stati trattenuti dalla Equitalia per la stampa dei
verbali. Sono poi state sostenute spese, per oltre 5.000,00 €, per la gestione
del contenzioso; altri 20.000,00 € sono stati utilizzati per le visure e
l’installazione delle apparecchiature; 230.000,00 € sono andati in fumo per le
spese di spedizione dei verbali, mentre è ancora ignoto il dato ufficiale delle
somme per le quali la Procura ha disposto il sequestro
preventivo, somme che potrebbero arrivare fino a 900.000,00 €.
L’ASMEZ offriva invece una gamma di servizi molto ampia,
compreso: il noleggio, l’installazione e la manutenzione degli
autovelox; la fornitura, il cambio e lo sviluppo dei rullini fotografici;
l’inserimento dei fotogrammi e dei dati delle violazioni nel sistema WEB messo
a disposizione; visure e reperimento dei dati anagrafici e fiscali del
contravventore; predisposizione, stampa ed invio dei verbali, con registrazione
delle ricevute di ritorno, e procedura di rinotifica; registrazione dei
pagamenti; gestione del contenzioso presso il Giudice di Pace e la Prefettura;
formazione dei ruoli per la riscossione coattiva; istruttoria per la
trasmissione all’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida della perdita
del punteggio relativo alla patente di guida; call-center per assistenza in
favore degli operatori del Comando di Polizia Municipale, e degli utenti per la
consultazione via internet dei verbali e delle foto.
A ben vedere si tratta di tutte quelle attività che – a causa dell’esiguità dei
dipendenti in servizio, segnalata incessantemente all’ex sindaco dal Capitano
Caianiello – hanno di fatto mandato in tilt, per ben due anni, l’Ufficio
Protocollo ed il Comando, costringendo i pochi caschi bianchi in servizio a
rinchiudersi negli uffici, a discapito del controllo del territorio e di quella
sicurezza che, paradossalmente, si intendeva garantire
proprio con l’utilizzo degli autovelox. A ragionare poi sui numeri e sulle
somme incassate a tutt’oggi, ci si accorge che, se il
comune avesse fatto ricorso alla convenzione ASMEZ piuttosto che alla “I.D.E.A.
Luce s.r.l.” si sarebbero risparmiate somme enormi. Per gli stessi servizi
offerti dall’ASMEZ, infatti, il comune ha speso 625.000,00 € circa (stampa e
imbustamento verbali, noleggio delle apparecchiature, visure e contenzioso), ed
ha impegnato per due anni, a tempo pieno, ben 4 unità lavorative (la comandante
ed altri tre agenti) per le attività restanti, con un costo quantificabile in
altri 240.000,00 € circa.
Con l’ASMEZ il comune avrebbe speso pressappoco
216.000,00 €, e la differenza di € 409.000,00 (649.000,00 se consideriamo anche
il costo dei 4 dipendenti) sarebbe potuta essere utilizzata a vantaggio
dell’intera collettività, con opere come il rifacimento e la messa in sicurezza
della rete stradale, l’acquisto di veicoli e di strumentazione per il
potenziamento del Corpo di P.M., l’assunzione di vigili stagionali, piste
ciclabili, segnaletica e via discorrendo. Ed è proprio
questa la misura e la portata del danno erariale addebitabile agli ex
amministratori per l’infelice scelta compiuta, ostinatamente portata avanti
nonostante le censure di diverse Autorità. Oltre 400.000,00 € “dirottati” dal
bilancio comunale alle casse di ditte private, cui si aggiungono
la mancanza di sicurezza per il cittadino – vista la quasi totale assenza della
Polizia Municipale sul territorio negli ultimi due anni – ed un rilevante danno
d’immagine per il comune, finito ancora una volta sulle prime pagine della
stampa provinciale e nazionale per spiacevoli vicende giudiziarie, non ultima
quella della “singolare” querela, peraltro già archiviata, sporta dall’ex
sindaco nei confronti della Caianiello, per avere questa correttamente
interrotto l’esecuzione di un contratto illegittimo e dannoso per il comune,
oltre che non affatto necessario in ragione del tasso di sinistrosità pari a
zero. Senza contare che al danno si aggiunge anche la beffa del sequestro,
disposto dalla Procura, del “malloppo” introitato dal comune grazie alle macchinette
mangiasoldi! Particolari questi di cui forse la Procura
della Corte dei Conti non ha potuto tenere pienamente conto – vista anche la
mancata trasmissione degli atti più volte richiesti all’ente – nella
quantificazione del danno presunto arrecato dalla disciolta giunta Zacchia alla
comunità calena. Calvirisortanews seguirà ovviamente anche gli sviluppi di questa ulteriore vicenda.