ZACCHIA VA IN VACANZA ESTIVA SUL SITO INTERNET DI PIGNATARO MAGGIORE: QUELLI CALENI LO SFRATTANO

 

Salvatore Minieri, 13 agosto 2009

 

Un rifugio gestito da amici per la minoranza consiliare di Calvi Risorta. E’ quanto emerge in questi giorni sul sito comunedipignataro.it, house organ dell’Amministrazione pignatarese che ha accolto Giacomo Zacchia e Tina Izzo nelle loro uscite critiche contro la maggioranza retta da Antonio Caparco. A destare molte perplessità è il ruolo svolto dallo stesso Zacchia e da alcuni collaboratori del sito dell’amministrazione di Pignataro. L’ex sindaco caleno, infatti, è membro del CdA dell’Asi, mentre uno dei più stretti collaboratori della testata locale è Pietro Ricciardi, a sua volta membro della Pignataro Patrimonio srl, la società municipale che gestisce la raccolta rifiuti a Pignataro.


In queste ultime ore, lo stesso Ricciardi aveva sferzato il consorzio Asi affinché ripulisse l’area di Pignataro invasa da rifiuti tossici (quelli che proprio la società della quale fa parte Ricciardi aveva allocato nella zona Asi, per poi chiedersi di chi fosse la colpa). Ieri l’house organ della maggioranza politica di Pignataro, aveva battuto la notizia, scritta proprio dal Ricciardi, nella quale si pubblicizzava la diramazione di un’ordinanza sindacale nella quale si sollecitavano gli organi preposti a bonificare la zona Asi. Un blitz del giornalista Enzo Palmesano negli uffici dell’Ente municipale di Pignataro, invece, aveva fatto scoprire la mancanza assoluta di un’ordinanza sindacale volta a ripulire la zona Asi.


Pochi minuti dopo, l’estensore dell’articolo aveva corretto il tiro, scrivendo che grazie ai controlli del giornalista pignatarese si era capito che non esisteva alcuna documentazione per far riordinare la zona Asi. Strano: Ricciardi aveva dato per certo il documento firmato dal sindaco, salvo poi tener fede al blitz del giornalista al Comune per rendersi conto che non esisteva alcuna ordinanza. Insomma, una notizia data in maniera non del tutto fondata da parte del sito dell’amministrazione. Prima si è scritto di un procedimento di sollecito all’Asi, poi ci si è accorti che quel sollecito non c’era.


A salvare capre e cavoli, ci ha pensato il sindaco Giorgio Magliocca che, per sollevare dal terribile pasticcio Ricciardi e il sito telematico locale, ha firmato la benedetta ordinanza solo nel tardo pomeriggio di ieri. Poi, dopo l’intervento risolutore di Magliocca, il cambio di rotta della linea editoriale del sito comunedipignataro.it. Dopo aver ospitato con spirito di collaborazione gli interventi di Zacchia, Ricciardi si è scatenato contro l’Asi, ascrivendo al consorzio diretto da Piero Cappello, colpe e responsabilità.


Una seconda, clamorosa gaffe: gli articolisti dell’organo paesano di informazione hanno dimenticato che a far parte del CdA dell’Asi è proprio Giacomo Zacchia, lo stesso che da settimane pubblica sul sito di Ricciardi e della Pignataro Patrimonio srl i suoi interventi politici. Ora c’è da capire se si sia formata o meno una joint venture tra Asi e Pignataro Patrimonio srl: resta comunque il dato oggettivo di una zona industriale completamente invasa da rifiuti tossici, nonostante la collaborazione tra Zacchia e Ricciardi.