Vito Taffuri, 09 agosto
2009
Il nostro sito ha dato, fin dall’aprile del 2007,
un’ampia risonanza allo scandalo degli autovelox truffaldini installati a Calvi
Risorta, passando in rassegna aspetti tecnici, contabili, amministrativi,
politici e giudiziari connessi all’appalto finito oggi nell’occhio del ciclone.
Tuttavia non è mai è stato passato in rassegna il ruolo che, in questa scabrosa
vicenda, hanno avuto le figure chiave dei responsabili
della Polizia Municipale; parliamo al plurale perché, caso più unico che raro,
nel nostro comune questa figura, per ben tre anni, non ha coinciso con il
Comandante della Polizia Municipale, come dovrebbe essere per legge. Fu proprio
l’ex sindaco Giacomo Zacchia, infatti, a sottrarre la
responsabilità del Comando di Polizia Municipale al Capitano Caianiello, e ad attribuirla illegittimamente, di volta in
volta, ad ingegneri o segretari comunali!
Il tutto con svariati decreti sindacali assunti in
violazione dell’art. 11, comma 7, della legge regionale n. 12/2003 e dell’art.
15 del regolamento del Corpo di P.M.,
atti che hanno tra l’altro portato al rinvio a giudizio dell’ex fascia
tricolore per abuso d’ufficio. E la questione
autovelox sembra, per una strana coincidenza, intrecciarsi alla perfezione
proprio con l’esautorazione dell’ufficiale dei caschi bianchi dal Comando del
Corpo. Vediamo in che modo. Il 1° febbraio 2005 l’ex sindaco
Giacomo Zacchia, in violazione delle citate norme e,
soprattutto delle disposizioni contrattuali – visto che la Caianiello
conseguiva il premio di produttività ed il passaggio di posizione economica –
adotta il decreto sindacale prot. n.
1090 con il quale nomina responsabile della Polizia Municipale la dr.ssa Dina Pacelli Pagliuca, segretario
comunale. E già il 15 febbraio 2005 la Pacelli, come illuminata da una luce divina, impartisce
alla Comandante ed ai dipendenti della Polizia Municipale disposizioni di
servizio sull’utilizzo dell’autovelox, ripetendosi più volte nell’arco del suo
breve incarico.
Nel giugno del 2005 subentra nel ruolo l’ing. Antonio Bonacci,
il quale, in data 30 agosto 2005, formula ordine di servizio per l’utilizzo
dell’autovelox per tre ore al giorno, pur essendo
l’ufficio a corto di personale per il trasferimento di due unità al SUAP.
Richieste simili si succedono nel tempo, fino a quando l’amministrazione tenta
addirittura di stipulare convenzioni con comandanti di altri
comuni per la gestione delle contravvenzioni a mezzo autovelox. La sequela di avvenimenti è ben documentata dalla stessa Caianiello nel tentativo obbligatorio di conciliazione,
esperito presso la Direzione Provinciale del Lavoro con atto acquisto al comune
con prot. 8271 dell’8 agosto
2006. Leggiamo infatti in questa nota che, il 7 marzo
2006, l’ex sindaco tenta di convincere il Comandante della P.M. di Vitulazio, il Maggiore Giovanni Di Lillo – raggiunto anche
lui da un avviso di garanzia per lo scandalo autovelox – ad accettare
l’incarico presso il comune, sotto forma di convenzione, per intensificare le
contravvenzioni con autovelox; nel pomeriggio del 7 marzo fu proprio Di Lillo –
stando a quanto riportato dalla Caianiello – a
contattare l’ufficiale perché accettasse la proposta per evitare di essere
spostata ad altre mansioni! Ed a distanza di appena 8 giorni, quel subdolo
avvertimento si concretizza, visto che il 15 marzo
2006 – dopo una visita medica farsa disposta dall’ing. Bonacci,
il cui esito è stato completamente ribaltato dal Collegio medico legale dell’A.S.L. CE/1, che ha giudicato la comandante soggetto altamente
idoneo allo svolgimento delle proprie mansioni – la stessa, già
illegittimamente privata della responsabilità del settore, viene addirittura
rimossa dal Comando del Corpo per essere trasferita all’Ufficio Contenziosi. E
la Giunta non esita ad adottare, in data 11 maggio
2006, la delibera n. 29 con la quale attribuisce a Di Lillo il Comando della
Polizia Municipale per lo svolgimento del servizio autovelox.
L’illecito atto di rimozione ha però determinato il demansionamento
e la dequalificazione professionale della comandante,
come accertato dal Giudice del Lavoro con provvedimento del 14/07/2006, che
disponeva l’immediato reintegro dell’ufficiale nelle mansioni di comandante. Quanto deciso dal Giudice del Lavoro doveva perciò sicuramente far
recedere il sindaco dal proseguire nel solco della doppia figura del
responsabile del settore e del comandante del Corpo. Ed invece l’8
settembre 2006, nonostante le diffide della Caianiello,
l’ex sindaco ci “ricasca” incaricando nuovamente
l’ing. Antonio Bonacci con decreto prot. 9095. E qual’è
il primo atto che pone in essere l’ingegnere del comune? Ma
naturalmente l’appalto per il noleggio degli autovelox, approvato dalla giunta
con delibera n. 74 dell’11 settembre 2006! Gli atti di gara vengono
approvati il 29.11.2006 ed il 22 gennaio 2007 viene stipulato il contratto. Ed è qui che entra in gioco un’altra figura chiave della
vicenda, che avrà di lì a poco la fortuna di indossare anche lui la “divisa
virtuale” di responsabile della Polizia Municipale. Parliamo del dr. Onofrio Tartaglione, segretario
comunale fin dall’aprile del 2006, che ha rogato il contratto incriminato.
E’ stato proprio Tartaglione, infatti, a suffragare la “teoria” che il valore
stimato del contratto quinquennale fosse pari ad € 75.000,00, espediente che
aveva consentito di “aggirare” l’ostacolo della gara europea con il ricorso ad
una rapida affissione all’Albo Pretorio per appena 15 giorni, nonostante un
contratto che smuoveva potenzialmente un giro d’affari di diversi milioni di
euro.
Quando il consulente tecnico incaricato dalla Procura interrogò sul punto il dr. Tartaglione, questi ebbe a riferire che “il valore del
contratto indicato in € 75.000,00 era basato su nulla e che era stato così
indicato senza alcun criterio”!!! Ma Tartaglione era
stato vittima di una “svista” ancora più grave. Infatti
la società “I.D.E.A. Luce s.r.l.”, aggiudicataria
dell’appalto con l’esoso aggio del 42,75% sul riscosso, dal 28.10.2002 aveva
attivato solo le prestazioni di consulenza riguardo il risparmio energetico;
mentre soltanto a partire dal 1° aprile 2007, cioè dopo la partecipazione alla
gara e dopo la stipula del contratto di appalto, avvenuta il 22.01.2007,
attivava presso la Camera di Commercio la parte dell’oggetto sociale
riguardante l’installazione di autovelox. Dunque la
società “I.D.E.A. Luce s.r.l.”, come peraltro
confermato dal consulente tecnico della Procura, non poteva nemmeno essere
ammessa a partecipare alla gara d’appalto! Si dirà che il segretario rogante
non era forse tenuto ad effettuare questi controlli,
ma lo era certamente il responsabile della Polizia Municipale, quale è poi
diventato Tartaglione il 28 giugno 2007 sulla base di un decreto dell’ex
sindaco emesso a seguito delle dimissioni dell’ing. Bonacci.
Intanto la comandante Caianiello non lesinava
critiche all’appalto evidenziando numerose irregolarità, a partire dal mancato
svolgimento di una regolare gara d’appalto di rilevanza comunitaria. I
consiglieri di opposizione, dal canto loro,
segnalavano fin dal mese di luglio 2007 la mancanza di requisiti della ditta
vincitrice dell’appalto, chiedendo l’annullamento del contratto.
Il 7 agosto 2007 perviene poi al comune la storica risoluzione del Ministero
dei Trasporti n. 76108 del 03/08/2007, che decretava anzitempo la fine dei cosiddetti
contratti e percentuale, e confermava già gran parte delle illegittimità
contestate oggi dalla Procura, con particolare riferimento alla modalità di gestione e di pagamento del servizio. In
particolare, il Ministero dei Trasporti giudicava il corrispettivo da elargire
all'aggiudicatario (42,75% delle multe incassate dal comune)
"ingiustificato nelle sue modalità di
definizione, in quanto dovrebbe essere quantificato in base al costo delle
effettive operazioni effettuate". Il Ministero giudicava altresì
"illogico", in un rapporto contrattuale, vincolare il corrispettivo
per la prestazione ad una alea corrispondente ad una
percentuale delle sanzioni amministrative comminate, nonché
"paradossale" che l'attività di accertamento fosse effettuata dai
medesimi soggetti che hanno accettato tale rischio contrattuale, poiché questi
determinerebbero loro stessi l'entità del corrispettivo, raggirando il rischio
contrattuale. Il Ministero rilevava infine la mancanza di una motivazione
plausibile che giustificasse tale corrispettivo, ed
una violazione dei vincoli di destinazione previsti dal Codice della Strada.
Tutto questo non impedisce però al segretario/responsabile della P.M.
Tartaglione, e alla giunta Zacchia, di far partire
ugualmente il “servizio” due giorni dopo. Nel gennaio del 2008, in vista del
processo in cui si sarebbe deciso il rinvio a giudizio
del sindaco per abuso d’ufficio, questi – dopo aver adottato per ben tre anni
decreti sindacali palesemente illegittimi – riassegna
la responsabilità del settore di Polizia Municipale alla Caianiello
la quale, come primo atto, sospende il servizio incappucciando l’autovelox
superstite posizionato sulla Statale Appia,
trasmettendo al contempo all’ex sindaco la nota prot.
730 del 26/02/2008. In tale nota l’ufficiale boccia, senza mezzi termini, il
contratto in questione attestando, dopo una serie di valutazioni e
disquisizioni di natura tecnica, che “il contratto in questione sia affetto da
gravi vizi di illegittimità, e che la sua esecuzione
possa arrecare possibili danni erariali per l’ente e responsabilità non
meramente contabili a carico del funzionario che vi provvede”. Si penserà che
la risposta amministrativa di Zacchia e Tartaglione
sia stata a questo punto quella di dare avvio alla rescissione del contratto. Ed invece no.
Tartaglione rassegna infatti le proprie dimissioni il
28 febbraio 2008, mentre Zacchia arriva a querelare
la stessa comandante della Polizia Municipale per interruzione di pubblico
servizio! La querela sporta da Zacchia è stata
“ovviamente” archiviata, ma ciò non gli ha impedito, finanche ad un mese dalla
sua rovinosa caduta del 29 dicembre scorso, di sollecitare la comandante perché
prendesse contatti con la ditta per riattivare il servizio, ostinato nella sua
posizione di comodo che presentava l’autovelox caleno
come uno strumento a tutela della salvaguardia della
sicurezza stradale. Non si era forse accorto che i Giudici di Pace gli avevano ribadito, per circa 20.000 volte (tale sembrerebbe essere il
numero delle sentenze favorevoli ai ricorrenti), che gli accertamenti
effettuati erano illegittimi ed irragionevoli, e che l’operato della pubblica
amministrazione non era finalizzato ad alcuna esigenza di sicurezza della
circolazione stradale! Ora che la Corte dei Conti ha ipotizzato danni erariali
per oltre 150.000,00 €, e che lo scellerato appalto ha lasciato, dopo il
sequestro dei proventi da parte della Procura della Repubblica, solo debiti per
oltre 600.000,00 € – portando così il comune sull’orlo del dissesto finanziario
– sarà davvero interessante seguire gli sviluppi
dell’inchiesta per capire il perché di questo gioco al massacro, da parte
dell’ex sindaco e degli ingegneri e segretari divenuti dall’oggi al domani
vigili urbani, ai danni dell’unica persona competente in materia, la comandante
della Polizia Municipale Anna Caianiello.