SCANDALO AUTOVELOX: QUANDO MARROCCO E CAPARCO METTEVANO IN GUARDIA LA GIUNTA ZACCHIA

Vito Taffuri, 08 agosto 2009

 

Lo scandalo degli autovelox truffaldini, che si è abbattuto in questi giorni su buona parte della classe dirigente casertana con la forza di un uragano, mette finalmente in risalto, senza più alcun dubbio, la qualità dell’opposizione svolta negli ultimi anni dai gruppi di Caparco e Marrocco avverso le illegittimità degli atti adottati durante la “liquefatta” amministrazione Zacchia.


È sin dall’aprile del 2007, infatti, che l’attuale sindaco e vicesindaco – coadiuvati dagli allora consiglieri di opposizione Taffuri, D’Onofrio, Geremia e Capuano – hanno denunciato l’assurdità dell’appalto di noleggio delle apparecchiature targato Zacchia, evidenziando con incredibile lungimiranza e straordinaria competenza tutte quelle illegittimità che oggi, dopo circa tre anni di indagini, compaiono tra le ipotesi di reato contestate negli avvisi di garanzia che la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha notificato all’ex sindaco e a tutti i componenti della precedente giunta; tutti ad eccezione di Ermanno Izzo, “puntualmente” assente, con altrettanta lungimiranza, in quasi tutte le sedute in cui sono stati adottati atti finiti poi sotto la lente di ingrandimento della magistratura.


Sono state proprio le circostanziate relazioni, interrogazioni e denunce presentate da Caparco e Marrocco ad alzare il velo su un appalto censurato anzitempo da ogni autorità di controllo e giudiziaria esistente. La storica risoluzione che il Ministero dei Trasporti emanò appositamente per l’appalto caleno su richiesta dei consiglieri di opposizione – la n. 76108 del 03/08/2007, notificata al comune il 7 agosto 2007, cioè due giorni prima che le macchinette infernali entrassero in funzione – confermava già gran parte delle illegittimità contestate oggi dalla Procura, con particolare riferimento alla modalità di gestione e di pagamento del servizio. Ma questo non fece recedere assolutamente la giunta Zacchia dal far partire comunque i due gabellieri elettronici.


Vi sono poi state le censure dell’Autorità di Vigilanza per gli appalti pubblici, quelle del segretario comunale e, cosa ben più grave, quelle della comandante della Polizia Municipale che bocciò, senza mezzi termini, il contratto in questione (nota prot. 730 del 26/02/2008), mettendo poi a nudo, con la nota n. 1923/2008, tutte le incongruenze di una scelta politica rivelatasi fallimentare fin dall’inizio, evidenziando altresì l’impossibilità materiale di gestire l’enorme contenzioso che ne era derivato, con circa 25.000 ricorsi quasi tutti accolti. Proprio i Giudici di Pace di Pignataro Maggiore hanno infatti sentenziato, per migliaia e migliaia di volte, che gli autovelox di Calvi Risorta non erano finalizzati ad alcuna esigenza di sicurezza della circolazione stradale, come invece insistentemente affermato da Zacchia.


Ed era talmente convinto di questa tesi assurda l’ex sindaco, o forse talmente ostinato a volerla dimostrare da arrivare a querelare la stessa comandante della Polizia Municipale per interruzione di pubblico servizio nel momento in cui il Capitano Caianiello, una volta riassunto il comando del Corpo, aveva deciso di “incappucciare” l’unica macchinetta ancora in funzione – quella salvatasi dal tiro a bersaglio con fucili a pallettoni, probabilmente utilizzati per l’autovelox piazzato sulla Casilina – che con il suo flusso incessante di infrazioni rilevate, in punti con tasso di incidentalità pari a zero, aveva mandato in tilt l’ufficio Protocollo ed il Comando dei caschi bianchi.


La querela sporta da Zacchia è stata “ovviamente” archiviata – come le svariate decine di querele che l’ex primo cittadino ha sporto e sporge ancora oggi contro tutto e tutti – ma ciò non gli ha impedito, finanche ad un mese dalla sua rovinosa caduta del 29 dicembre scorso, di sollecitare la comandante perché riattivasse il servizio! Per la cronaca il Prefetto ha bocciato con una sua circolare tutti gli autovelox gestiti alla stregua di quelli di Calvi Risorta, ed il commissario Lubrano, insieme alla comandante, ha fatto addirittura rimuovere fisicamente l’autovelox incappucciato, dando piena ragione alla Caianiello.


Sempre Caparco e Marrocco hanno più volte evidenziato come l’appalto posto in essere – considerando l’aggio mostruoso del 42,75% corrisposto al noleggiatore degli impianti e tutte le spese connesse – fosse estremamente svantaggioso per il comune, preannunciando che lo stesso avrebbe generato un enorme buco di bilancio. Mai profezia fu più azzeccata. La Corte dei Conti ha infatti contestato, nei confronti di Zacchia e soci, danni erariali per oltre 150.000,00 €, sui quali ci sarà a breve il responso del giudice contabile; intanto la Polizia Stradale ha bloccato quasi 900.000,00 € di introiti incassati illecitamente dal comune grazie agli autovelox, aggravando così la già pessima situazione finanziaria del comune che, dopo questo provvedimento, galleggia ormai pericolosamente sul baratro del dissesto.


Di questo scellerato appalto, infatti, restano al comune solo le spese, e che spese: oltre 600.000,00 € tra il noleggio, la spedizione dei verbali, le visure, gli incarichi legali e quant’altro! E così mentre Zacchia fa incetta di avvisi di garanzia e rinvii a giudizio, continuando però a sventolare inesistenti “certificati” e bollini blu di legalità, o interroga Caparco sul perché ci siano le zanzare a Calvi Risorta, o perché ci siano dei dipendenti comunali che lavorano – abituato forse al clichè dell’impiegato pubblico fannullone –, al comune restano solo i debiti di un appalto tutt’altro che “a costo zero” per i cittadini.


Nel mese di maggio 2008, con un’interrogazione consiliare volutamente ironica, i consiglieri Caparco e Marrocco chiesero all’ex sindaco se egli ritenesse che l’operazione di noleggio degli autovelox, posta in essere dalla sua amministrazione, potesse avere in qualche modo migliorato la sicurezza stradale nel territorio di Calvi Risorta ed apportato dei benefici per l’ente e la comunità. La risposta di Zacchia, formulata con la nota 15656/2008, fu la seguente: “SICURAMENTE SÌ, FERMO RESTANDO CHE È NECESSARIO CONTINUARE AD OPERARE PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI SEMPRE MAGGIORI”, concetto che ha poi ribadito nei tanti fumosi opuscoletti distribuiti alla cittadinanza.

Chissà se oggi l’ex fascia tricolore – alla luce della batosta inflittagli dall’opposizione, dal Ministero dei Trasporti, dall’Autorità di Vigilanza, dai Giudici di Pace, dal Prefetto, dal segretario comunale, dalla comandante della P.M., dalla Corte dei Conti ed ora dalla Procura – sia ancora disposto a negare l’evidenza, magari interrogando Caparco sul perché non siano ancora stati riattivati gli autovelox per garantire la sicurezza stradale!