Si scava tra i verbali emessi negli ultimi cinque anni

 

Il Mattino, 07 agosto 2009

 

lor.ca.

 

Si scava tra i verbali emessi negli ultimi cinque anni per la contestazione di infrazioni (presunte) al codice della strada elevate attraverso gli autovelox e i photored. Sono almeno 80 mila quelli sequestrati dagli inquirenti nei 29 comuni della provincia di Caserta al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ipotizza reati dall’abuso di ufficio alla turbativa d’asta, alla sottrazione di atti al falso.

 

Si arricchisce di nuovi particolari l’indagine che ha portato, l’altro giorno, al sequestro di 33 dispositivi (fra fissi e mobili) per il rilevamento elettronico delle infrazioni al codice della strada. Duecento per ora le informazioni di garanzia notificate a sindaci, responsabili della polizia municipale, imprenditori e tecnici di 14 ditte private che hanno concesso l’utilizzo delle apparecchiature. E, soprattutto, gli accertamenti puntano ai soldi.

 

Nel giro di 36 ore è salito a 20 milioni il volume delle somme bloccate ai comuni e alle stesse società: si tratta degli introiti direttamente riconducibili all’incasso di contravvenzioni elevate tramite il sistema degli autovelox con il trucco. La stessa inchiesta ha posto in rilievo come, in alcuni casi, somme economiche venissero addirittura iscritte nei bilanci degli enti locali pur non essendo ancora materialmente riscosse.

 

I comuni interessati sono Caserta (nessuna persona risulta al momento formalmente indagata), poi Tora e Piccilli, Pastorano, Villa di Briano, San Felice a Cancello, Marzano Appio, Francolise, Piana di Monteverna, Pontelatorne, Pratella, Orta di Atella, Castel Morrone, Rocca d’Evandro, Grazzanise, Villa Literno, Cancello Arnone, Ruviano, Teverola, Vairano Patenora, Valle di Maddaloni, San Cipriano d’Aversa, Capua, Ciorlano, Pietravairano, CALVI Risorta, Bellona, Alvignano, Vitulazio e Pignataro Maggiore.

 

Intanto fioccano le proteste da parte delle associazioni dei consumatori: «I Comuni coinvolti nello scandalo degli autovelox fuorilegge rischiano di finire in bancarotta», afferma una nota del Codacons (su internet è già scaricabile un modulo), che preannuncia una valanga di ricorsi da parte degli automobilisti contro le amministrazioni comunali, finalizzati a ottenere il rimborso delle sanzioni pagate più gli interessi legali. Per ora si può agire con una diffida intimando all’ente locale di non precedere all’incasso della sanzione pecuniaria.

 

Ma, in ogni caso, perché si possa poi chiedere il risarcimento, occorre il pronunciamento di un giudice che stabilisca la effettiva illegittimità delle contravvenzioni perché elevate in maniera non conforme alla legge.