IZZO E
ZACCHIA SCONFITTI APRONO IL LIBRO DEI PERCHÉ, MA SALTANO LE PAGINE SUGLI
APPALTI A SETOLA!
Vito
Taffuri, 31 luglio 2009
L’opposizione
del perché. Così potrebbe essere definita quella messa in atto dai consiglieri
di minoranza Giacomo Zacchia e Tina Izzo, che dopo la
sconfitta hanno riscoperto la bellezza dei quesiti. Si, perché chiedere è
bello, stimolante, interessante. E
chi lo nega? Ma, anche chi fa tante domande è
obbligato, come dire, ad una certa onestà intellettuale.
E allora, ben vengano i quesiti sui rifiuti e sulla loro destinazione finale,
le domande sulle opere di bonifica delle discariche in località “Aulivelle” (con le quali atti si è provveduto
ad organizzare e finanziare l’Estate Calena). E ben vengano anche le richieste di certezze sulle norme in
vigore sul diritto di concorrenza. Ma, come mai, viene
da chiedersi, i due amanti del punto interrogativo (come li definirebbe,
subito, con sana ironia un noto comico partenopeo) nello sfogliare il loro
libro dei perché i due omettono, accuratamente, di porre domande (alle quali
pure l’amministrazione comunale saprebbe dare le giuste risposte) sul lungo e
ancora in parte oscuro capitolo degli appalti, appaltoni
e appaltucci a Setola? Che ricorda
vagamente Uccellacci e Uccellini nel film di Pasolini con Totò.
Eppure, il paragrafo degli appalti non manca nel Tir
di richieste spedito dai due ‘amanti del punto interrogativo’.
C’è la questione della bonifica di discariche abusive, per esempio. Izzo-Zacchia chiedono dove siano stati conferiti i rifiuti
e se sia stata chiesta l’autorizzazione al Commissario di Governo per
l’Emergenza rifiuti in Campania. Giusto, giustissimo. Ci si diletta anche, con
un lungo inciso dai toni notarili, sul simbolo rappresentante la Colomba
apparso su un muro pubblico e sul quale (si legge nel fax avente oggetto la
richiesta e inviato anche agli organi di informazione)
il consigliere comunale Nicola Pepe apponeva la scritta ‘pace’.
E l’interruzione dei lavori di rifacimento delle
strade (come se non avessimo già sperimentato quelle già rifatte come si
comportino in caso di pioggia). Ci sono, ci si consenta,
anche delle domande ovvie. Come questa: “Sono previsti altri interventi?”. E come si fa a rispondere no, mai più. E’ chiaro che le
strade, in un paese civile, vanno sempre controllate, riparate e nel caso
rifatte. Ma, la ciliegina sulla torta è l’ufficio
stampa. I due del Gruppo Comunale “Uniti per Calvi” chiedono, giustamente, con
quali fondi si sia provveduto a finanziarlo.
E qui ci viene da rispondere, senza nemmeno conoscere
la risposta che possa plausibilmente produrre Antonio Caparco,
che la trasparenza e l’informazione sono il sale stesso della democrazia che
non ha prezzo e che quindi (se fosse mai possibile) i fondi andrebbero presi un
po’ da tutti i capitoli di bilancio. L’ufficio stampa garantirà un flusso
continuo di informazioni ai cittadini che sotto il
governo Zacchia era decisamente negato ovvero legato alla esclusiva volontà
degli assessori e del sindaco. Ma torniamo al buco di
domande, che chiameremo anche ‘baco da Setola’.
I due interrogati omettono di chiedere informazioni su Setola affiliato al
gruppo sanguinario dei Casalesi e che ha fatto soldi a calvi Risorta? Poco male, anche senza domande le risposte
arriveranno lo stesso visto che l’inchiesta della
Guardia di Finanza di Marcianise, sul caso
polivalente, sta per giungere a conclusione. E chissà
che nelle risposte degli inquirenti non ci possano essere anche tante, ma tante
domande mai fatte.