ELEZIONE
DEL DIRETTIVO ASI A RISCHIO INVALIDITÁ: L’EX SINDACO ZACCHIA DESTINATO A
DECADERE DALL’INCARICO
Vito
Taffuri, 18 luglio 2009
Sarà
ormai un’abitudine, ma non vi è una sola elezione politica in cui sia partecipe l’ex sindaco di Calvi Risorta Giacomo Zacchia
che non lasci dietro di sé strascichi polemici e dubbi di legittimità. Al di là delle elezioni amministrative del 2004, finite
sotto la lente di ingrandimento dopo le interrogazioni parlamentari del
senatore Emiddio Novi, componente della Commissione Bicamerale Antimafia, o
delle elezioni Provinciali del 2005, che portarono anzitempo ad una profonda
spaccatura della coalizione che aveva vinto le elezioni solo 10 mesi prima,
possiamo ricordare le altrettanto discusse elezioni per il rinnovo degli organi
della Comunità Montana del Monte Maggiore, o i tanti falliti tentativi di
scalata al disciolto Consorzio di Bacino CE/4, che vedevano sempre come
protagonista, nel bene o nel male, l’ex fascia tricolore.
Altrettanto eclatante è stata l’elezione per la nomina
dei vertici del Consorzio Unico dei Rifiuti, tenutasi il 29 dicembre 2008
presso la Prefettura. L’elezione portò alla presidenza di Enrico
Fabozzi – poi decaduto per effetto dello scioglimento
per infiltrazione camorristica del Comune di Villa Literno – in un’assemblea in cui gli inviati di Bertolaso e quelli della Prefettura di Caserta consentirono
il voto anche ad un sindaco, Giacomo Zacchia di Calvi Risorta appunto, che non
era formalmente più tale da tre ore, visto che 9 consiglieri comunali avevano
nel frattempo rassegnato le proprie dimissioni dalla carica, determinando lo
scioglimento del consiglio e la nomina, effettuata sempre il 29 dicembre, del
Vice Prefetto Vincenzo Lubrano.
Insomma, un’assemblea di tipo sudamericano, come ebbe
modo di commentare anche il sito www.casertace.it di Gianluigi Guarino. Ma l’ex fascia tricolore di Calvi Risorta si era già reso
protagonista – prima dell’assemblea del 29 dicembre 2008 – di un’altra
votazione di dubbia legittimità, questa volta presso il Consorzio ASI Caserta,
così come anticipato dal sito www.calvirisortanews.it il 14 gennaio 2009. Il 19
novembre 2008, infatti, si era provveduto al rinnovo del Consiglio Generale del
Consorzio ASI e, in rappresentanza dell’ambito n. 4, era stato eletto componente del Consiglio proprio l’ex sindaco del comune di
Calvi Risorta, Giacomo Zacchia, il quale aveva ricevuto anche deleghe di voto
da parte dei sindaci di altri comuni. Fin qui tutto bene, si dirà. Ed invece no, perché in quell’assemblea
Zacchia non poteva votare né essere eletto! Il perché è presto detto.
Con nota prot. n. 4405 del
22/10/2008, assunta al protocollo del comune di Calvi Risorta in data
27/10/2008, al numero 20768, il Direttore dell’ASI – in ottemperanza agli
articoli 5 e 18 dello Statuto Consortile – comunicava al comune la propria
posizione di ente moroso, avendo omesso il versamento delle quote consortili
dal 2003 al 2008. Nella stessa nota, visionata e smistata dal Sindaco Giacomo
Zacchia – il quale era dunque a conoscenza della morosità del proprio comune e
delle conseguenze previste dallo Statuto – si ricordava testualmente che “ai
sensi dello Statuto consortile, la morosità dell’Ente consorziato preclude la partecipazione in Consiglio Generale del suo
rappresentante con ogni diritto di elettorato e voto. Per quanto innanzi
Vogliate provvedere al versamento di quanto dovuto anche in vista del rinnovo
degli organi consortili in scadenza al 25/11/2008. Questo
Ente, nel caso di inadempienza entro il 10/11/2008,
procederà al recupero coatto degli importi dovuti”.
A
tutt’oggi il versamento delle quote arretrate
2003/2008 non è ancora stato eseguito eppure il non più sindaco dal 29 dicembre
2008, dott. Giacomo Zacchia, il 9 gennaio 2009 è stato nominato addirittura
membro del Comitato Direttivo dell’ASI, carica che riveste tutt’ora che – dopo la
pesante sconfitta alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009 ad opera del plurisindaco Antonio Caparco –
ricopre la sola carica di consigliere di minoranza. Ma
cosa prevedono le citate norme dello Statuto Consortile ASI? Innanzitutto che
il membro del Consiglio Generale eletto negli ambiti territoriali ed, eventualmente,
eletto anche membro del Comitato Direttivo non possa che essere il rappresentate legale, cioè il sindaco, di uno dei comuni
consorziati.
L’articolo 4 dello Statuto prevede che “al rappresentante del Soggetto
Consorziato che si è reso responsabile del mancato e/o ritardato versamento dei
contributi consortili non è consentito esercitare il diritto di voto”; l’art.
5, ultimo comma, prevede che “…La partecipazione, di ciascun membro con ogni
diritto di elettorato e di voto, al Consiglio Generale
presuppone che il soggetto di cui lo stesso è rappresentante abbia versato le
quote di partecipazione al fondo consortile ed i contributi alle spese di
funzionamento relativi all'ultimo anno finanziario”; ai sensi dell’art. 18
dello Statuto Consortile infine: “…Il Direttore, entro 60 giorni dalla chiusura
di ciascun esercizio finanziario, effettua una ricognizione delle posizioni di
ciascun soggetto consorziato in ordine all'adempimento degli obblighi di
versamento delle quote di partecipazione al fondo consortile e dei contributi
annuali alle spese di funzionamento. Il Direttore immediatamente sottopone
l'esito della ricognizione al Presidente del Consorzio e predispone correlativamente gli atti conseguenti anche ai fini di cui
all'ultimo comma dell'art. 5 del presente STATUTO.
Le certificazioni di inadempimento, totale o parziale,
degli obblighi di cui al primo comma del presente articolo verranno subito
comunicate ai soggetti consorziati risultati inadempienti. I rappresentanti dei
suddetti soggetti potranno continuare a partecipare alle sedute del Consiglio
Generale e delle eventuali Commissioni Consiliari senza però poter esercitare
il diritto di voto e senza concorrere a formare il "quorum" sia
strutturale che funzionale. Del pari il rappresentante del soggetto consorziato
dichiarato inadempiente che sia membro del Comitato
Direttivo, potrà continuare a partecipare alle sedute di questo organo, anche
qui senza però poter esercitare il diritto di voto e senza concorrere a formare
il "quorum" sia strutturale che funzionale.
Il Consiglio Generale del Consorzio dichiara morosi i soggetti consorziati dopo
due anni di inadempimento così come risultante dalle
relative certificazioni. Subito dopo trascorso il terzo anno, il Consiglio
Generale delibera l'esclusione dal Consiglio del soggetto consorziato
inadempiente e moroso. Durante i periodi di inadempimento
e di morosità è sospesa la corresponsione di ogni indennità in favore del
rappresentante del soggetto consorziato inadempiente o moroso. Non può essere
eletto componente del Comitato Direttivo il
Consigliere Generale che rappresenta un soggetto consorziato dichiarato
inadempiente o moroso”!!!
Riassumendo Zacchia, in quanto rappresentate legale di
un ente consorziato formalmente dichiarato moroso da più di 3 anni, non poteva
partecipare ed esercitare il diritto di voto nell’assemblea del 19 novembre
2008, perché il comune di Calvi Risorta doveva essere addirittura escluso
dall’assemblea da parte del Consiglio Generale stesso; a maggior ragione non
aveva diritto di elettorato, non poteva cioè essere eletto membro del Consiglio
Generale; non poteva essere eletto membro del Comitato Direttivo, nella seduta
del 9 gennaio 2009, in quanto non più sindaco di un comune dell’ambito
territoriale n. 4, ed eletto in rappresentanza di un ente “plurimoroso”;
non poteva percepire alcuna indennità fin dalla data della sua illegittima
elezione.
Vi è al riguardo un illustre precedente. L’8 settembre
2003, infatti, si era proceduto alla nomina dei componenti
del Consiglio Generale dell’ASI – presieduto in quell’occasione
dal dott. Achille Natalizio – ed i comuni di Alife, Piedimonte Matese e Teverola, non votarono perchè non
erano ancora in regola con il pagamento delle proprie quote consortili! Insomma
due pesi e due misure.
Allo stato attuale, dunque, dopo 8 mesi di reiterata violazione dello Statuto
Consortile, il Consiglio Generale ed il Comitato Direttivo, dovrebbero proporre
l’immediata decadenza di Giacomo Zacchia da ogni carica rivestita nell’ambito
del Consorzio, e deliberare l’esclusione del comune di Calvi Risorta dal
Consorzio stesso, in quanto moroso dal 2003.
Ma il Presidente Piero Cappello – che, dal 29 giugno 2007 all’8 giugno 2009, è
stato tra l’altro responsabile del settore UTC-Lavori
Pubblici presso il comune di Calvi Risorta, con
incarico a contratto, di natura fiduciaria, conferito proprio dall’ex sindaco
Giacomo Zacchia – sarà disposto a far finalmente rispettare lo Statuto
Consortile a discapito del suo ex “datore di lavoro”? In un celeberrimo “botta
e risposta” tra Cappello e Guarino, risalente al 7 aprile 2009, che prese spunto dalla possibile candidatura della Capacchione alle elezioni europee, fu proprio l’ex tecnico
comunale a richiamare il Direttore sul fatto che il suo sito non avesse dato
alcun rilievo alla “svolta epocale” che, insieme al Comitato Direttivo, egli
stava conducendo all’ASI, in un’ottica di legalità e lotta alle speculazioni,
incitando alla candidatura della Capacchione in
quanto esempio di come si possa combattere sul serio la camorra “svolgendo con
onestà e serietà la propria professione”.
Dal canto suo Guarino affermava di non essere abituato a confezionare i propri
giudizi sulle sorti magnifiche descritte nei racconti dei comunicati stampa, ma
di stare alla finestra ad osservare gli eventi per valutare se quello
intrapreso dal Presidente Cappello fosse “veramente un cammino di innovazione e di rilegittimazione
di un ente che è servito solo a costruire consensi in maniera, diciamo così,
impropria, e a riempire mangiatoie…al di là del modo – continuava Guarino –
attraverso cui lei è arrivato al vertice del medesimo ente, a conclusione di
una operazione di secca e mera lottizzazione politica”. Quale migliore
occasione per il Presidente Cappello di dare “uno schiaffo morale” al direttore
Guarino, rimediando ad una lunga violazione delle norme statutarie che ha dato
finora ragione a quest’ultimo?