LA DITTA SEQUESTRATA PRIMA DELL’ARRESTO DEL KILLER

 

La Gazzetta, 15 luglio 2009

 

Il giorno prima del suo clamoroso arresto, i militari della guardia di finanza di Marcianise, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, avevano seque­strato al clan Setola beni per un valore di oltre 10 milioni di €.

 

Tra gli stessi figurava anche una società di impiantistica, la "General Impianti s.a.s." di Pagano Massimiliano, con sede in Casal di Principe, che ha svolto lavori pubblici presso diversi comuni. Tra questi compare anche il comune di Calvi Risorta, che nel settembre del 2006 ha appaltato a tale ditta i lavori di "completamento ed adeguamento della sala teatrale presso edificio polivalente", finanziati con un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti per €440.000,00.

 

La ditta (intestata fino al 2006 a Pasquale Setola, fratello della "primula rossa" Giuseppe) risultava ora intestata a Massimiliano Pagano, di anni 24, figlio di Cipriano Pagano, di anni 58, entrambi colpiti da provvedimento della DDA insieme allo stesso Setola ed altre 11 perso­ne ritenute affiliate al suo clan. Cipriano Pagano, a sua volta, risultava gestore della ditta omoni­ma che ha svolto lavori di "rifacimento del manto stradale relativo al primo tratto della circumvallazione di Petrulo", sempre per conto del comune di Calvi Risorta.

 

Ma un altro particolare emerge forte. Il decreto di scioglimento del comune di Otta di Atella per infiltrazioni camor­ristiche, si sofferma essenzialmente sulla costitu­zione di una società mista, cioè la "G.M.C. Multiservizi s.p.a.", "colpita da provvedimento interdittivo antimafia, il cui consiglio di ammini­strazione risulta composto da persone interessa­te, in buona parte, da precedenti penali e di polizia, e la cui componente privata è risultata avere collegamenti con la criminalità organizzata" (fonte: relazione ministeriale allegata al D.P.R. 24 luglio 2008, pubblicato nella G.U. n. 180 del 2 agosto 2008); una società che non risultava nem­meno iscritta all'Albo nazionale gestori ambien­tali, benché sia questo un requisito obbligatorio per l'esercizio di tale attività.

 

E tra i comuni che si sono rivolti alla G.M.C. Multiservice - il cui socio privato è riconducibile ai fratelli Sergio e Michele Orsi, quest'ultimo vittima di un agguato mortale ad opera del clan dei Casalesi - c'è anche Calvi Risorta.