Rifiuti: 15 comuni casertani
pronti a fuoriuscire dal Consorzio unico
Pupia, 08 luglio 2009
Ben 15 comuni del casertano sono pronti a
fuoriuscire dal Consorzio Unico di Bacino delle Province di
Napoli e Caserta e a costituirsi in Consorzio Autonomo.
In un documento congiunto, i sindaci di Arienzo, Calvi Risorta, Carinaro,
Casaluce, Casal di Principe, Casapesenna,
Cesa, Frignano, Gricignano
di Aversa, Parete, San Marcellino, Sant’Arpino, Succivo, Trentola Ducenta e Villa di Briano, quindi la totalità delle
amministrazioni comunali dell’agro aversano (tranne
Aversa) non commissariate, per una popolazione
superiore ai 200mila abitanti, criticano fortemente il metodo finora adottato
dai vertici provinciali dei partiti più rappresentativi per l’elezione del
Presidente dell’assemblea del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta nonché di tutte le altre cariche
elettive e gestionali.
“Siamo fortemente penalizzati –
si legge nel documento – dall’attuale gestione del Consorzio unico, poiché, non
essendo effettuata la raccolta differenziata dei rifiuti, i comuni andranno
incontro ad ulteriori sanzioni che, a loro volta, comporteranno un aumento del
prelievo in danno dei cittadini e un danno erariale e d’immagine”.
Per i 15 sindaci, le scelte
operative del Consorzio “non possono dipendere dalla partecipazione dei
rappresentanti di quei Comuni che, per legge ed a decorrere dal 1 gennaio 2010,
non ne faranno più parte, gravando sulle economie dei piccoli Comuni che
costituiscono la maggioranza del Consorzio”.
Viene
evidenziato, inoltre, che le rispettive maggioranze sono “differenti ed
eterogenee” e che, quindi, “appartengono a diverse realtà politiche”.
“Non intendiamo soccombere –
continuano i sindaci – a logiche spartitorie e di
schieramento che rispondono ad interessi ben diversi da quelli dei territori e
dei cittadini che amministrano”.
Ecco perché chiedono che ogni
iniziativa riguardante l’assetto funzionale e gestionale
del consorzio debba essere concertata con tutti i comuni consorziati. E ancora,
chiedono che i comuni che hanno già avviato le procedure amministrative per
determinare l’uscita dal Consorzio “si astengano dal partecipare alla votazione
delle cariche elettive riservando ai Comuni che ne andranno
a sostenere l’onere economico del consorzio provinciale la possibilità di autodeterminare il destino delle proprie comunità”.
Nel caso perdurasse l’attuale
status quo, “e si fosse costretti a subire scelte
sebbene legittime ma certamente non esenti da dubbi di moralità”, i 15 comuni casertani si dichiarano “pronti a costituirsi in Consorzio
Autonomo previa fuoriuscita dal Consorzio Unico di Bacino delle Province di
Napoli e Caserta, al solo fine di tutelare gli interessi dei
cittadini-contribuenti”.