APPALTI A SETOLA: NUOVI SCONVOLGENTI RETROSCENA. ALTRI MILIONI CONSEGNATI AI CASALESI

 

Salvatore Minieri, 30 giugno 2009

 

Corso Trieste, numero civico 179, Caserta. Sarebbe bastata una visita, magari bussando due volte al portoncino verde scuro di quell’indirizzo, per trovarsi di fronte gli stessi “impiegati” che, qualche ora prima, erano di stanza negli uffici della General Impianti di Casal di Principe. Non un dono di onnipresenza, ma l’univoca paternità delle due società operanti nel casertano, nel salernitano, con un particolare impegno a Calvi Risorta. Ecco svelato l’ennesimo enigma della ditta Pagano e Setola, la stessa che a Calvi ha succhiato fior di euro per non portare a compimento nulla.

 

La Dda di Salerno nel corso di una complessa indagine sulle ditte operanti nell’agro sarnesenocerino ha portato a galla l’altro pezzo della matrioska in salsa aversana, targata Giuseppe e Pasquale Setola. Dalla zuppa del Casale, al minestrone dei Casalesi: un intruglio di titoli, prestanome e scatole cinesi da far impressione. La nuova faccia imprenditoriale dei Setola aveva un nome generico, quanto il loro modo di arraffare appalti: “Campania Appalti”, appunto. Gli investigatori salernitani hanno accertato che, dietro quella sigla, si celava l’ennesimo satellite operativo della General Impianti (quella ditta che a Calvi doveva completare la polivalente, ma , in realtà, ha solo preso 440 mila euro senza fare nulla).


Alla voce “ammodernamento ed integrazione della rete idrica e fognaria” a Calvi Risorta, manco a farlo apposta, è spuntata una sola ditta vincitrice della gara: la Campania Appalti, quella riferibile proprio ai Setola. Con un giro di 104mila euro, infatti, la cordata Casalese aveva incassato anche la concessione dei lavori per il rifacimento delle condotte per le acque meteoriche, di servizio e di scolo. Oltre all’affaire Polivalente, dove la General Impianti risultava tale, senza alterazioni di nomi e componenti societari, a Calvi Risorta, Pasquale Setola ha anche realizzato i lavori di ammodernamento delle linee idriche sotterranee: quelle esplose all’inizio di giugno a causa di 35 minuti di pioggia intensa, tanto per capire. Lavori pessimi, portati avanti come quelli della polivalente, ma questa volta nascosti da una nuova sigla, la Campania Appalti che, a Calvi aveva trovato il fortino certo, il castrum insospettabile, dove operare indisturbata.


Ora non sembra esserci più spazio solo per titubanti logiche del sospetto. In provincia di Salerno, infatti, alla scoperta dell’appartenenza della Campania Appalti al cartello camorristico di Setola, era stato immediatamente rescisso il contratto. Cosa che a Calvi nessuno ha pensato di fare, nonostante i fiumi di soldi versati alla ditta Setola & Setola e alla luce di lavori che non procedevano di un passo. E poi, c’è ancora da chiarire perché alla General Impianti siano stati affidati, a Calvi Risorta, lavori per un ammontare che la ditta di Pasquale Setola non poteva gestire (la General Impianti rientrava nel novero delle società di range medio, quelle che non potevano avere affidamenti per un valore superiore ai 200 mila euro).


Segue:

La redazione del sito www.calvirisortanews.com ringrazia per la grande opera di studio, indagine e controllo sul fenomeno camorristico-imprenditoriale casertano la dottoressa Rosaria Capacchione de Il Mattino, il dottor Roberto Saviano, il dottor Carlo Pascarella, capo servizio di cronaca nera di Buongiorno Caserta, il dottor Vincenzo Palmesano, il dottor Silver Mele, responsabile di Cales Channel, il dottor Salvatore Minieri de La Nuova Gazzetta di Caserta e tutti coloro che hanno collaborato, in questi ultimi anni, al difficile lavoro di ricostruzione delle trame e delle cointeressenze tra sodalizi criminali, politica e poteri imprenditoriali in Terra di Lavoro. A nome di tutti i collaboratori, un ringraziamento particolare all’editore del sito, Vito Taffuri, per il coraggio e la perseveranza profusi in questi mesi di complessa e pericolosa esposizione giornalistica alle recrudescenze di una camorra sempre più concentrata sull’opera di imbavagliamento ai danni della stampa d’inchiesta.