INDAGINI A
360 GRADI SUL CASO POLIVALENTE A CALVI RISORTA:
INDAGATI ALCUNI COMUNI LIMITROFI
Vito
Taffuri, 25 giugno 2009
Il
valore dei beni sottoposti a sequestro, riferibili al boss stragista dei Casalesi Giuseppe Setola, è stimato in circa 10 milioni di euro ed annovera tra le tante voci quella riferibile alla
General Impianti di Pagano Massimiliano, società di
impiantistica sita in Casal di Principe; la stessa che ha eseguito lavori per
il Comune non solo a Calvi Risorta (la polivalente degli scandali) ma anche a
Giano Vetusto, dove si sarebbe dato mandato alla ditta intestata a Pagano di
completare alcuni lavori per conto del Comune.
Insomma, grazie a un sistema perverso di prestanome e
di leggerezze da parte di alcune Amministrazioni dell’agro caleno,
Setola e famiglia avrebbero intascato somme astronomiche fino a pochi giorni
dall’arresto di Giuseppe Setola, autore della terribile strage di Castelvolturno e capo della frangia terrorista – stragista
dei Casalesi. La penetrazione del gruppo
imprenditoriale Casalese nella zona compresa tra
Calvi Risorta, Sparanise e Giano, risale alla metà
del 2006 (il 25 agosto), quando la General Impianti accedeva con tanto di delibera alla gestione dei lavori di
completamento della polivalente di via Cales.
A Calvi, la General Impianti di Massimiliano Pagano e
di Pasquale Setola si aggiudicava i lavori del terzo
lotto di completamento della struttura Polivalente, di Via Cales. Strana e
ancora oscura la procedura per l’assegnazione della gara. Le ditte
partecipanti, infatti, furono 20. Di queste, 14 presentarono le proprie offerte
il 23 agosto 2006, ultimo giorno previsto per le consegne dei plichi, con
protocolli quasi consecutivi: e tra queste 14 – quasi tutte di Casal di
Principe – compariva proprio la “General
Impianti” di Setola.
Altra curiosità è che queste 14 offerte, protocollate l’una di seguito
all’altra, contemplavano percentuali di ribasso sul prezzo posto a base d’asta anormalmente
basse, comprese tra il 4,58 ed il 7,77 %, tutte tranne
la “General Impianti”, che offriva il 23,45%, in
linea con le prime 6 offerte. Per il complicato meccanismo del taglio delle
offerte anomale, risultò aggiudicataria proprio la “General Impianti”. Il bando richiedeva il possesso, da
parte delle ditte partecipanti, di un’attestazione SOA per categorie e
classifiche adeguate ai lavori da assumere, identificate dallo stesso
responsabile dell’ufficio tecnico nella categoria OG1 (valida per edifici
civili e industriali) classifica II (cioè per importi
dei lavori fino a 516.457,00 €).
Ma la ditta “General Impianti” era accreditata solo
per la classifica I (cioè per importi dei lavori fino
a 258.228,00 €) e quindi, a rigore, non avrebbe potuto aggiudicarsi tali
lavori. Inoltre, da una semplice lettura di una visura
camerale, sarebbe emerso che tra i tre soci della “General
Impianti” figurava proprio Pasquale Setola (già all’epoca indagato nel processo
per l’estorsione nei confronti di Gaetano Vassallo, inchiesta
che lo condurrà agli arresti nel marzo del 2008), fratello di Giuseppe, da anni
condannato all’ergastolo per l’omicidio di Genovese Pagliuca.