CASO GIOSTRINE: IL COMUNE SI COSTITUISCE PARTE CIVILE, RINVIATI A GIUDIZIO BONACCI E LA “TECNO POLIMER S.R.L.

 

Salvatore Minieri, 25 giugno 2009

 

Sono stati rinviati a giudizio l’ingegnere Antonio Bonacci e l’imprenditore Roberto Codella, titolare della Tecno Polimer di Sessa Aurunca per la contestazione dei reati di turbativa d’asta, falso ideologico in atti pubblici e truffa aggravata. Nell’ottobre del 2007 erano state emesse due ordinanze di custodia cautelare per i due soggetti divenuti protagonisti di quello che è poi passato alla storia come “scandalo delle giostrine”.


Nel corso dell’attività investigativa della sezione di PG dei Carabinieri della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, era emerso che la procedura di assegnazione era stata aggiudicata alla ditta “Tecno Polimer s.r.l.” mediante illecita alterazione del regolare svolgimento della gara, consistente: nell’avere il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Calvi Risorta dolosamente omesso di effettuare regolare indagine di mercato non che falsamente attestato che l’unica ditta partecipante alla citata gara era stata quella di Codella.


Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i due indagati si erano accordati tra loro al fine di far lievitare a 14 mila euro il costo delle forniture, stimate in circa novemila, provocando così all’Ente comunale un ingiusto danno economico. Gli arrestati vennero sottoposti, all’epoca dello scandalo, al regime dei domiciliari presso le rispettive abitazioni su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Nella vertenza legale, il Comune di Calvi Risorta si è costituito parte civile. A rappresentare legalmente l’Ente nella delicata vertenza ci sarà l’avvocato Letizia Di Rubbo e l’avvocato Daniela Taddei, del foro di Santa Maria Capua Vetere.


Ad oggi, Codella e Bonacci non hanno chiarito dove sia finita quella vera e propria mazzetta ricavata dalla falsa fatturazione degli arredi ludici a Calvi Risorta. Il rinvio a giudizio ha fissato per il 22 ottobre prossimo la comparizione delle parti dinanzi al Collegio Maggi. Lo scandalo delle giostrine era stato portato alla luce proprio da alcune inchieste giornalistiche che, nei giorni più turbolenti della passata gestione amministrativa avevano rilevato le gravissime irregolarità nell’espletamento delle gare d’appalto presso l’Ente comunale caleno.


Dal 2007, l’incessante controllo della stampa e degli organi di verifica hanno portato a una lunga serie di controlli ed accertamenti, culminata proprio nell’arresto di Bonacci e Codella e nell’annullamento delle migliaia di multe dell’illegale autovelox caleno. Quest’ultima indagine aveva portato a smascherare un raggiro di circa 600 mila euro. La somma sarebbe entrata nei capitoli di rimpinguamento delle casse comunali, grazie a una gara d’appalto rivelatasi completamente irregolare.