POLIVALENTE: 440 MILA EURO AI CASALESI PER LAVORI MAI EFFETTUATI E INDAGA LA GUARDIA DI FINANZA

 

Vito Taffuri, 24 giugno 2009

 

Si allarga a macchia d’olio lo scandalo sulla polivalente di Calvi Risorta. Sembra davvero di trovarsi nel bel mezzo di una scena del film “Le mani sulla Città” di Francesco Rosi, dove amministratori senza scrupoli e spregiudicati imprenditori nascondevano misfatti e malcostumi sotto l’austero profilo del doppiopetto scuro. Ora è davvero scoppiato il bubbone, la piaga sotto la quale si celava una ferita infetta. Ben 440 mila euro consegnati nelle mani della General Impianti di Massimiliano Pagano, titolare di facciata, perché la società era appannaggio totale di Pasquale Setola, fratello del boss stragista Giuseppe.


Due le vergognose evidenze che vengono alla luce: la prima è rappresentata da un muro di cinta mai realizzato (oggi c’è solo una rete da pollaio), ma pagato la bellezza di 51 mila euro. Soldi polverizzati e di difficile tracciabilità; e poi la questione di certificati antimafia mai posseduti. Il gioco della General Impianti (società affidataria dei lavori di completamento della polivalente) è stato portato a galla. Era solo Pagano ad essere in possesso della certificazione antimafia, mentre tutti i soci, Setola in primis, ne erano sprovvisti.


Il tutto si evince da una semplice visura camerale, quella che la passata amministrazione di Calvi Risorta non aveva mai effettuato, pagando addirittura più del dovuto lavori mai portati a termine. Erano stati corrisposti 61 mila euro in più, rispetto alle prestazioni della General Impianti. La giunta che amministrava Calvi al tempo della stipula di accordo con la ditta di Setola, infatti, aveva versato 120 milioni di vecchie lire nelle casse della ditta casalese. Soldi che nemmeno l’amministratore della General Impianti poteva aspettarsi.


Poi, il dietrofront e la richiesta alla ditta di Pagano e Setola di restituzione della somma, di quei 61 mila euro usciti dalle casse dell’Ente comunale caleno e finiti dritti nelle tasche degli imprenditori di Casal di Principe. Oggi la struttura versa in condizioni pietose per due motivi: non sono stati eseguiti lavori a norma dalla ditta General Impianti e nessuno vigila sulla polivalente.


Tanto abbandono da spingere qualcuno a rubare l’enorme caldaia di approvvigionamento degli spogliatoi. Ma non finisce qui. Anche il completamento del teatro era stato affidato alla ditta di Casal di Principe. Solita musica: soldi spesi e un teatro che è tale solo sulla carta. E’ solo uno stanzone con un rozzo proscenio di cemento. Un fiume di soldi, tantissimi soldi. Serviti a cosa? Pagati a chi?