SVELATO IL BLUFF DELLA POLIVALENTE: I FIUMI DI MILIONI PAGATI A SETOLA DAI CITTADINI

 

Salvatore Minieri e Vito Taffuri, 22 giugno 2009

 

Fino a qualche giorno fa era il quartiere Saraceno di Castelvolturno a rappresentare l’acme dell’abbandono e del degrado casertano: una favela di cemento e ruderi scrostati sul corpo sanguinante di un territorio sempre più simile a Beirut. La geografia dell’imbarbarimento è cambiata, è Calvi Risorta a detenere da ieri lo scettro di regina dello squallore politico-imprenditoriale.


La polivalente degli scandali, quella struttura lasciata nelle mani della General Impianti di Pasquale Setola (fratello di Giuseppe, killer stragista ed eminenza terrorista casalese), non lascia trasparire dall’esterno le nefandezze agghiaccianti che si celano tra le mura di una struttura divenuta il simbolo dello strapotere camorrista in questo lembo della provincia di Caserta. Ben 440 mila euro consegnati nelle mani del fratello del capoclan Setola per non realizzare nulla, per compiere lavori privi di ogni regolarità. Interventi di completamento (come si legge nelle delibere che affidavano gli incarichi alla General Impianti) che hanno solo succhiato soldi ai cittadini caleni; un mutuo milionario che i residenti si porteranno sulle cartelle comunali per i prossimi dieci anni. Il risultato? Una fogna, altro che struttura polivalente per lo sport e la cultura.


Ringhiere realizzate con reti da pollaio, manti d’asfalto che si sbriciolano sotto il sole, servizi igienici pagati fior di milioni, ma comprati con poche centinaia di euro dalla General Impianti. Una sala teatro che sintetizza il disgusto assoluto in nome del quale è stata realizzata la struttura. Sull’altare della falsità è stata sacrificata una delle sale da cinema e teatro più belle della provincia. Mancano le poltrone rosse, ma sono state pagate dalla precedente giunta. A chi? E, soprattutto: dove sono quelle 300 poltrone in velluto? Un mistero celato sotto il tetto cadente del teatro comunale.


Quel tetto che doveva essere di materiale fono isolante, ma che poi la ditta Setola ha realizzato con del semplice polistirolo da ufficio. Su quel solaio doveva esserci (come dichiarava il progetto) una struttura capace di reggere circa 120 fari professionali: ce ne sono appena 25, 10 dei quali rotti o rubati. Eccola la polivalente, ecco il polo della cultura e dello sport della Calvi moderna: un monumento al modo di fare politica degli anni scorsi. Gli spogliatoi, poi, sembrano bagni usati dalla peggiore frangia di Al Quaeda, eppure è stata solo una la società sportiva autorizzata ad usare la polivalente. Fuori lo scandalo continua e diventa di una pericolosità raccapricciante.


La caldaia per l’acqua calda è stata addirittura rubata e, difficile a credersi, non ci sono le bocchette antincendio. Se qualcosa viene avvolto dalle fiamme, rischiano anche i poveri ragazzi che si allenano in palestra. Uno scandalo talmente violento da provocare la commozione rabbiosa del neoeletto sindaco di Calvi, Antonio Caparco.

 

“Non voglio commentare questa vergogna – ha detto il sindaco, sconvolto dalle immagini terribili – sono senza parole, provo disgusto e rabbia. Chi è responsabile di questo scempio costato milioni la pagherà nelle sedi preposte. E’ la mia parola”.