POLITICA E GIORNALISMO: IL SITO
CALENO NEL MIRINO DELL’EX SINDACO
Vito
Taffuri, 04 giugno 2009
Fra
meno di quattro giorni Calvi andrà al voto. Gli elettori devono anche conoscere
fatti e storie personali di un noto cronista e proprietario del sito internet
www.calvirisortanews.it del luogo, come Vito Taffuri, che in quattro anni e
mezzo ne ha viste tante e ne ha subite di tutti i
colori in questi anni di giornalismo di frontiera. Si è sempre difeso bene,
perché a volte, anche le querele hanno un tasso di lealtà. Ti arriva l’avviso
postale, la comunicazione con il nome della persona che si ritiene offesa e subito capisci il problema.
Una rogna, ma con un tasso di trasparenza. Ma c’è una cosa di molto più subdola
e poco leale che ha colpito Taffuri cercando di
stroncare la sua voglia di giornalismo con un’operazione laterale: colpirlo sul
vivo, togliendogli la possibilità di lavorare. Non in campo giornalistico, lì
il suo denunciatore non ha ottenuto mai nulla, ma in quello del lavoro vero.
“Ebbene
si, è vero. A Calvi c’è un uomo che ha cercato di mettermi in cattiva luce con
il Ministero della Giustizia, dal quale dipendo lavorativamente
parlando. Si tratta dell’ex sindaco di Calvi Risorta,
il defenestrato Giacomo Zacchia. Ha prodotto una precisa denuncia asserendo
gravi ed eventuali accuse, contro la mia persona. Dico questo
– precisa Taffuri – assumendone tutte le responsabilità, con testimoni e
prove alla mano”.
Taffuri
ha un diavolo per capello. Non riesce a capacitarsi del fatto che un pubblico
amministratore possa arrivare a tentare di far perdere un posto di lavoro ad un
suo cittadino, ad un suo amministrato. Poi capisce e svela i motivi che ritiene alla base di tutto, anche del procedimento
disciplinare al quale l’amministrazione penitenziaria avrebbe potuto sottoporlo
se anche una sola delle cose riferite dal suo detrattore si fossero rivelate
vere, fondate.
“Con
i miei umili scritti – continua Taffuri – ho fatto saltare fuori le magagne
dell’amministrazione Zacchia. Lo scandalo delle giostrine acquistate a costi
scandalosi e che ha determinato le dimissioni di un funzionario comunale e poi
l'arresto, e l’arrivo di alcuni avvisi di garanzia, e
ancora il rinvio a giudizio per lo stesso ex sindaco Giacomo Zacchia per il
caso della comandante della polizia municipale Anna Caianiello,
che nei prossimi mesi sarà processato. Poi c’è la storia del cimitero, degli
appalti strani dati a ditte tuttora sotto inchiesta, come a chi ha eseguito i
lavori alla polivalente come la ditta General
Impianti, dove al capo c’era Pasquale Setola, nonché
fratello del noto Boss dei casalesi, arrestato lo
scorso 14 Gennaio 2009, dai carabinieri di Caserta. E poi
ancora l’autovelox irregolare che ha punito tutti gli automobilisti di
passaggio e ha creato un nuovo buco in bilancio. Di questo posso essere
accusato con ragione: ho denunciato le irregolarità perpetrate dalla parte
politica del comune contro il Comune e contro i cittadini e quindi contro lo
Stato. Insomma, ho rotto le uova nel paniere ad un’amministrazione che lo
stesso Senato della Repubblica ha ritenuto verosimilmente ad infiltrazione camorristica. Tanto al punto da spedire a
Calvi Risorta una commissione di accesso che deve ancora esprimersi. Nel
frattempo persino i suoi stessi compagni della pubblica amministrazione devono
aver capito con chi stavano avendo a che fare. Infatti,
lo hanno sfiduciato. Lo hanno mandato a casa. E a Calvi
è arrivato il commissario prefettizio. Non vedo l’ora di poter produrre un
enorme manifesto pubblico col quale far capire alla gente che tipo di sindaco è
stato Zacchia. Della sua vita privata non discuto, della sua professione non
discuto, ma come ex sindaco mi sento di condannarlo per la cattiva gestione
dell’Ente e per aver cercato di mettermi in difficoltà con il Ministero della
Giustizia, ad un onesto cittadino.