GLI AFFRESCHI SCIPPATI A CALVI RISORTA

 

La Gazzetta, 20 maggio 2009

 

Per il momento, ha sot­tolineato De Caro, è escluso che pos­sano essere ricollocati a Cales, dove si attende da anni la realizzazione del Parco archeologico e dove sarebbe troppo difficile garantirne la sicurez­za. L'ipotesi più probabile è che in via provvisoria i due affreschi vengano invece portati nella Reggia di Caserta, dove è stato allestito un piccolo museo.

 

Stiamo parlando dei due splendidi e grandi frammenti di affre­sco, d'epoca bizantina, strappati 30 anni fa da una chiesa rupestre dell'an­tica Cales, nel Casertano. Una raffina­ta testina egizia, in granito nero, d'epoca pre-tolemaica.

 

Un vaso etru­sco del VI secolo rubato 15 anni fa dal Museo Solinas di Palermo. Sono alcu­ni dei capolavori recuperati dai Carabinieri del Beni Culturali in quattro operazioni concluse nelle scorse settimane e presentate oggi alla stampa alla presenza del direttore generale per l'Archeologica del Ministero, Stefano De Caro e del generale dei Carabinieri Tpc Gianni Nistri.

 

Particolarmente importanti per il loro valore storico, i due affreschi, che raffigurano teste di santi e risalgono all'XI secolo, sono stati restituiti qual­che settimana fa dal ministro della Cultura greco. Erano stati sequestrati - con un terzo affresco del quale si sta cercando la documentazione - sull'i­sola di Schinoussa in Grecia in casa della sorella di Cristo Michailidis, socio in affari (morto da anni) dell'an­tiquario e trafficante inglese Robert Symes. Entrambi erano stati tagliati alla roccia della cosiddetta Grotta delle Formelle di Cales prima del 1982, ha spiegato il tenente colonnel­lo dei Carabinieri Raffaele Mancino, se immessi sul mercato clandestino avrebbero fruttato oltre 500 mila euro.

 

La Grotta dei Santi è a pianta rettangolare, è lunga una quindicina di metri e larga cinque o sei metri. Sulle sue pareti sono dipinte ad affre­sco le figure di una sessantina di Santi. Al centro della grande cavità, vi era raffigurato un Cristo (molto rovi­nato) fra due Angeli con le ali spiega­te. Ai lati di questi si notano da una parte S.Pietro, con in mano le chiavi legate con una corda in modo da for­mare una P ("Petrus"), dall'altra S. Paolo che mantiene con la sinistra un papiro arrotolato, simbolo delle lette­re da Lui scritte. Ai margini di questo gruppo centrale la rappresentazione continua con altri Santi, tra i quali si possono ancora distinguere S.Tommaso, S.Martino, S.Giuliano e S.Nicola. Ai piedi dell'abside vi è raffi­gurata la Madonna assisa in trono con sulle ginocchia, il Bambino che tiene in mano un papi­ro. Interno della Grotta dei Santi ai lati della Vergine ci sono tre nomi, dì santi di non chiara identificazione.

 

La parete di sinistra presenta la figura di S. Michele Arcangelo, dipinto nel­l'atto di pesare un piccolo uomo con una bilancia. Si tratta, forse, dell'ani­ma di S.Lorenzo, il cui martirio viene rappresentato nel successivo riqua­dro: arrostito su di una graticola ardente con l'imperatore che assiste, seduto e imperterrito, al martirio mentre due uomini lo rigirano con degli arpioni sulla griglia ed un altro che al disotto ne raccoglie il grasso che cola. Segue l'illustrazione della leggenda di S. Silvestro che è raffigu­rato nell'atto di respingere nel suo antro un terribile drago con la coda di serpente (evidentemente simbolo del paganesimo ancora vivo tra le genti longobarde), dopo avergli legate le fauci con una corda. Sulla parete destra c'è la rappresentazione di una Crocifissione. L'epoca degli affreschi è quella tra la fine del X e la prima metà dell'XI secolo. Gli affreschi sul lato destro della grotta, furono tubati.