BENI CULTURALI: RITROVATI DOPO 30 ANNI AFFRESCHI CALES

 

Vito Taffuri, 19 maggio 2009

 

I volti illuminati dei Santi, la testa reclinata verso l'alto a seguire l'ascensione al cielo del Cristo. Restituiti dalla Grecia, che li sequestrò alla sorella del discusso mercante d'arte Cristo Michailidis socio del britannico Robert Symes, tornano in Italia due grandi e preziosi frammenti di affresco strappati 30 anni fa dalle pareti di una chiesetta rupestre dell'antica Cales, a Calvi Risorta. E come per miracolo i lembi di quelle vesti, gli azzurri, i cinabro, gli ocra di quei dipinti d'epoca bizantina, tornano a combaciare con il resto delle immagini che ricoprivano dall'XI secolo le volte del santuario, conosciuto anche come Grotta delle Formelle.


A recuperarli, i carabinieri dei beni culturali, che in quattro diverse operazioni, hanno raccolto un tesoro d'arte e d'archeologia, con pezzi di grande valore, tra cui una raffinata testina egizia d'epoca pre tolemaica in granito scuro, un vaso attico di provenienza etrusca fatto sparire da un museo di Palermo e oltre 250 pezzi, provenienti da scavi clandestini in diverse zone d'Italia (Etruria meridionale, Campania, Puglia, Calabria) restituiti qualche giorno fa da una coppia di fratelli libici, antiquari e trafficanti d'arte, che li conservavano in un loro magazzino in Svizzera. Decisamente preziosi, in primis per il loro valore storico, gli affreschi casertani furono tagliati dalla roccia nell'aprile del 1982.


I tombaroli, spiega oggi Stefano De Caro, ex soprintendente regionale oggi direttore generale per l'archeologia del ministero dei beni Culturali, usarono uno strumento di quelli che servono per tagliare la pietra, lasciando sulle pareti tufacee della grotta due profonde ferite a forma di piramide. Per il momento però è difficile che quei vuoti possano essere riempiti e i santi tornare al loro posto. Perché il sito, in aperta campagna, non ha vigilanza né protezioni. Più probabile invece, dice De Caro, che, in attesa che venga finalmente realizzato il parco archeologico che si attende da anni per la zona di Calvi Risorta, tanto pubblicizzato e mai realizzato dall’amministrazione defenestrata Zacchia.

 

Nel frattempo i due dipinti vengano esposti nella Reggia di Caserta, dove è stato allestito un piccolo museo. Quindi si resta ancora una volta, a guardare come si fanno le mostre in altre città con i reperti dell'antica cales, grazie all'impegno dell'amministrazione Zacchia, in particolar modo all'ex assessore ai beni culturali Piero Ulderico Salerno, meno male oggi ex, altrimenti l'antica cales sarebbe stata seppellita due volte.