TOLLERANZA ZERO PER I MANIFESTI ABUSIVI: CONTROLLI SERRATI DELLA POLIZIA MUNICIPALE

 

Vito Taffuri, 18 maggio 2009

 

Tolleranza zero per i manifesti elettorali abusivi comparsi in città fin dai primissimi giorni della campagna elettorale comunale. Questo l’impegno assunto dalla dr.ssa Anna Caianiello, comandante della Polizia Municipale di Calvi Risorta, alla quale abbiamo chiesto quali manifesti siano da considerare abusivi, chi deve segnalare l’abuso e come questo poi venga punito. In tema di propaganda elettorale – dice – le norme parlano chiaro. Nei trenta giorni precedenti il voto i manifesti vanno affissi negli spazi predisposti appositamente dal comune.


Ne segue che quelli presunti in ogni altra parte (esempio: i balconi che affacciano su luogo pubblico, che siano di proprietà privata e vetrine di negozi e di centri commerciali) sono abusivi, ne segue che vanno rimossi e sanzionati.

 

Ed è esattamente ciò che faremo. La segnalazione dell’abuso – continua Caianiello – è compito di tutte le forze di polizia presenti sul territorio e va fatta al Prefetto che eroga una sanzione variabile tra 103 e 1.032 euro”.

 

Chi paga la multa? Ovviamente il responsabile dell’abuso. Ma qui casca l’asino, perché la legge che regola la materia, la n°507 del 1993 modificata il 28 dicembre 2001, considerata responsabile Esclusivamente colui che materialmente è colto in flagranza nell’atto dell’affissione. Non sussistono responsabilità solidali. In parole non tecniche, né il committente l’affissione, né il candidato avrebbe responsabilità dell’abuso, perché a pagare dovrebbe essere solo l’attacchino se colto nell’atto di affiggere il manifesto. Di conseguenze se lo fa, come normalmente succede, durante la notte, quando in giro non c’è alcun controllo di polizia, la città può riempirsi impunemente di manifesti abusivi che verranno successivamente oscurati sotto il controllo della Polizia Municipale che più di tanto non potrà fare.

 

Ed è quanto abbiamo già fatto la scorsa tornata elettorale, del 2004, risultando – riprendendo il comandante Caianiello – il comune di Calvi Risorta, rimuoveva molti manifesti abusivi, che venivano attaccati in spazi non consentiti”.

Quanto alle sanzioni, nemmeno a parlarne, non essendo stati presi attacchini sul fatto, non esiste alcuna persona da sanzionare però, circa la responsabilità solidale del committente, del candidato o del partito rappresentato, qualcosa si potrebbe fare. Perché l’interpretazione della legge non sembra uniforme.

 

“In proposito – conclude Caianiello – c’e una sentenza della Corte di Cassazione che da al committente (il cui nome per legge deve essere indicato sul manifesto ndr) la responsabilità del contenuto di manifesti, gli fa obbligo di rimborsare il comune della spesa sostenuta per la rimozione della propaganda abusiva e lascia spazio alla possibilità di erogare una sanzione economica finanche al partito pubblicizzato, quando se ne riesca a provare il collegamento con l’operato dell’attacchino”.