RUBATA L’INTERA CANCELLATA DEL
TEATRO CALENO: IL MONUMENTO ROMANO FINITO ORMAI NELLE GRINFIE DEI TOMBAROLI
Vito
Taffuri, 12 maggio 2009
Solo
qualche mese fa erano state asportate quattro grate della mega
recinzione che proteggeva l’anfiteatro di Cales. La scorsa settimana, invece,
la drammatica scoperta avvenuta grazie a un
sopralluogo delle troupe di Cales Channel e di Rai 3
che, proprio sul degrado dell’antica cittadina romana, hanno registrato uno
speciale, in onda domani alle 8 nella striscia settimanale “Buongiorno
Campania” .
Tutta, proprio tutta la recinzione che correva ai fianchi del grande monumento di epoca sillana,
è stata asportata in maniera scientifica, anzi chirurgica, visto che i ladri hanno
lasciato sul posto solo qualche bullone e pochi resti dei pali di sostegno. Uno
scandalo che anche un non vedente potrebbe notare; Soprintendenza e Comune, da
decenni, fanno finta di niente, ma è difficile non accorgersi della mancanza di
una cancellata alta 4 metri e lunga circa 500, soprattutto se al centro della
stessa domina il profilo austero ed inconfondibile dello spettacolare teatro
romano.
L’area, fino a qualche mese fa sottoposta alla sorveglianza di
alcuni impiegati della Soprintendenza di Calvi Risorta, è finita per
l’ennesima volta nelle mani dei ladri e, molto presumibilmente, consentirà ai
saccheggiatori di bellezze antiche di portarsi a casa l’intero teatro, ormai
privo di ogni tipo di protezione. Il punto è sempre lo stesso: passi per il
saccheggio delle migliaia di tombe e ville che costellano il giacimento
archeologico dell’antica Cales, ma far finta di niente
quando sparisce, nell’arco di un pomeriggio, una cancellata mastodontica del
valore di 30 mila euro è davvero una vergogna.
Nessuno dice nulla, tutti in silenzio, quasi a voler far capire che la città
antica più saccheggiata del Mediterraneo non è cosa loro. Strano,
perché si parla, sia per bocca della Soprintendenza che per effetto della
campagna elettorale, di fiumi di soldi stanziati per Cales. Talmente
tanti soldi da non riuscire nemmeno ad installare delle telecamere di
sorveglianza, come succede, invece, a Teano, ad Alife,
a Santa Maria Capua Vetere
e, dai prossimi giorni, a Capua con un progetto a costo zero che metterà sotto
controllo elettronico i monumenti cittadini. Un’anfora può scappare all’occhio di chi deve controllare, ma un cancello grande
quanto mezzo campo di calcio, no. E’ un abisso senza
fine e le colpe iniziano ad avere nomi e cognomi, finalmente.