Truffa nel settore
energetico: un arresto a Pignataro
Pupia, 28 aprile 2009
A seguito delle indagini
coordinate dalla Procura di Santa Maria
Capua Vetere,
I reati sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in
danno della Regione Campania, alla corruzione di
pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio ed alla
realizzazione di falsità in atti pubblici.
La complessa attività investigativa dei finanzieri
del Nucleo di Polizia Tributaria Caserta, guidati
dal comandante Francesco Saverio Manozzi, e
coordinati dal procuratore capo Corrado Lembo, ha consentito di
smascherare un sodalizio criminoso nell’ambito del quale due imprenditori
laziali, Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo,
hanno costituito tre società (Biopower S.p.a., Natural Energy S.r.l. ed Energethic
S.r.l.) per la costruzione di centrali di produzione di energia derivante dalle biomasse, intessendo una fitta rete di rapporti di
favoritismi e di corruttela con funzionari ed amministratori pubblici
appartenenti al Comune di Pignataro Maggiore
(Caserta) dove sarebbe stata eretta la centrale; alla Regione Campania (Assessorato alle Attività
Produttive) incaricata di adottare i provvedimenti autorizzatori
e di indire le conferenze di servizi per definire i procedimenti amministrativi
per la realizzazione delle suddette centrali; al Genio Civile di Caserta,
incaricato di esprimere le autorizzazioni antisismiche sui lavori di
costruzione della centrale biotermica di Pignataro Maggiore; e ad altre pubbliche
amministrazioni interessate territorialmente per l’istruttoria di procedimenti
riguardanti imprese a loro riconducibili.
Le provviste utilizzate per le corruzioni sono
state reperite dai due imprenditori romani con
l’ausilio di una società avente sede sul territorio di San Marino, incaricata
di effettuare operazioni contabili anche su alcuni conti correnti accesi presso
un istituto bancario svizzero.
Nell’elenco delle persone destinatarie
dell’ordinanza: un dirigente del settore attività produttive della Regione
Campania, Vincenzo Guerriero, che ha adottato provvedimenti
amministrativi favorevoli alle società riconducibili a Bracciali-Tombolillo
accettando la promessa di questi ultimi di conferire al figlio Francesco
Guerriero l’incarico di progettazione nel team project relativo
alla costruzione della centrale di Pignataro
Maggiore; un funzionario incaricato di pubblico servizio, Fulvio Scia,
applicato all’organico del settore attività produttive della Regione Campania,
che ha curato ed approntato, anche con la sua attività di consulenza, le
istruttorie nei procedimenti riguardanti le società gestite da Tombolillo, rivelandogli notizie riservate per ragione del
suo ufficio ed utili allo stesso Tombolillo per
orientare le sue strategie imprenditoriali, ricevendo da Bracciali-Tombolillo
emolumenti (25mila euro pro-capite annui) per fittizie prestazioni di
consulenza come prezzo dell’attività contraria ai doveri del suo ufficio.
Destinatario dell’ordinanza anche il coordinatore
della segreteria particolare dell’assessorato regionale alle attività
produttive, Eugenio Di Santo, che, oltre a rivelare in modo irrituale i nominativi dei
funzionari di volta in volta preposti alle istruttorie riguardanti le predette
imprese o di componenti di commissioni per procedimenti di interesse delle
medesime società, ha provveduto a fissare e procacciare incontri tra Bracciali
e Tombolillo con l’assessore regionale alle attività
produttive, Andrea Cozzolino (che risulta
indagato), in modo da facilitare la tenuta dei rapporti politici ed
istituzionali degli imprenditori con lo stesso assessore. E' stato
riscontrato che il Di Santo ha ricevuto da Bracciali somme
di denaro per almeno 140mila euro.
Le indagini hanno permesso di ricostruire, inoltre,
i ruoli di due imprenditori locali, Giovanni Verazzo
e Tommaso Verazzo, che hanno avuto il
compito di fungere da intermediari, per conto di Bracciali e di Tombolillo, con amministratori del Comune di Pignataro Maggiore, Francesco D’Alonzio,
della Provincia di Caserta, Francesco Capobianco,
ex assessore provinciale alle attività produttive (decaduto di recente a
seguito delle dimissioni del presidente De Franciscis),
e funzionari del Genio Civile di Caserta, Michele Testa e Mario Pasquariello, inducendoli a ricevere, quale prezzo
della loro corruzione per il compimento di atti
contrari ai doveri d’ufficio, somme di denaro ed altre utilità.
In particolare, D’Alonzo, consigliere comunale di
maggioranza del Comune di Pignataro Maggiore, nel
maggio 2007 ha partecipato ed espresso voto favorevole alla riunione nella
quale il consiglio comunale di Pignataro Maggiore ha
approvato la bozza di convenzione con la Biopower e
disposto il nulla osta alla realizzazione della centrale, dapprima accettando
la promessa e successivamente ricevendo
sponsorizzazioni per la squadra di calcio S.C. Pignataro
Calcio (gestita dallo stesso D’Alonzo) da parte della Biopower
e dalla Cover Sud Srl riconducibile agli imprenditori
Verazzo.
Capobianco, quale
assessore alle attività produttive della Provincia di Caserta, ha assicurato
alla stessa Amministrazione Provinciale, per suo tramite, il sostegno pubblico
ed amministrativo alla realizzazione della centrale a Pignataro
Maggiore ed è intervenuto su un consigliere di minoranza del Comune di Pignataro della sua stessa area politica per dissuaderlo
dalle proteste e dalle denunce pubbliche dallo stesso elevate sulle modalità di autorizzazione alla costruzione della centrale biotermica, accettando la promessa, fattagli da Tombolillo di assumere personale in occasione dell’apertura
della centrale - su sua indicazione - ed ottenendo l’assunzione di un suo
segnalato come consulente del gruppo Bracciali. Per le attività contrarie ai
doveri di ufficio, Capobianco
ha conseguito l’utilità dell’accrescimento del consenso elettorale in coloro
che avrebbero beneficiato delle assunzioni, dietro sua segnalazione, presso la
centrale di Pignataro Maggiore.
Dagli elementi probatori acquisiti dagli organi
inquirenti, Testa e Pasquariello, rispettivamente
dirigente e funzionario del Genio Civile di Caserta, sono ritenuti responsabili
di aver indotto in errore alcuni addetti alla ricezione dei depositi presso lo
stesso ente, facendogli falsamente attestare la conformità alla normativa
antisismica prevista da un decreto ministeriale del 2008 di alcuni
progetti relativi alla costruzione della centrale di Pignataro
Maggiore (edificio tecnologico, fondazioni e caldaia), essendo stato in realtà
il progetto realizzato secondo il parametro della normativa previgente,
meno restrittiva dal punto di vista antisismico (regolata da un D.M. del 2005).
Testa e Pasquariello sono
ritenuti autori anche dell’alterazione e della modifica del registro del
deposito degli atti progettuali del Genio Civile di Caserta per cancellare la
precedente qualificazione sismica attribuita in relazione al progetto per la
recinzione della medesima centrale. Per le condotte di falsità, i due pubblici
ufficiali hanno accettato la promessa da Bracciali, Tombolillo
ed altri di corresponsione e tentata consegna attraverso Verazzo
di 100mila euro in contanti, prelevati da San Marino.
In merito a quest'ultima
circostanza, due soggetti, tra cui Renzo Fiorini di Roma, persona
pure sottoposta agli arresti domiciliari, hanno
aiutato i responsabili ad eludere le investigazioni delle autorità ideando la
stipula di un contratto preliminare di compravendita simulato tra Bracciali e Verazzo al fine di giustificare la consegna dei 100mila
euro in contanti, in realtà destinati al prezzo della corruzione di pubblici
ufficiali. Oltre a Renzo Bracciali, Gianpiero Tombolillo
e Giovanni Verazzo, nella vicenda del
Genio Civile sono stati coinvolti, a vario titolo, e catturati il direttore dei
lavori presso la centrale di Pignataro Maggiore (Giuseppe
Esposito di Casoria), i firmatari dei progetti (Italo
Verzillo di Caserta, Gianluigi Fregosi di Lecco e Giacomo Scacciante di Vimodrone) nonché i professionisti
della società incaricata da Tombolillo e Bracciali di
eseguire la progettazione (Giovanni Bassi, Marco Pietro Stella
e Alessandro Salvini, tutti di Forlì).
Tra i destinatari dell’ordinanza applicativa di
misura cautelare anche due donne: la prima, consulente contabile del Gruppo
Bracciali (Silvia Fiorani di Roma), incaricata
di gestire le somme da destinare alle finalità illecite del sodalizio nonché co-amministratrice di
talune società coinvolte; la seconda, dipendente di una delle società riconducibili
a Bracciali (Margherita Di Vincenzo), con il compito di “avvicinare”,
avvalendosi di conoscenze dirette in settori amministrativi funzionali alle
finalità di Bracciali e di Tombolillo nonché di
propri intermediari, appositamente retribuiti, funzionari pubblici utili alle
strategie imprenditoriali del Tombolillo, al fine di
persuaderli ad adottare atti amministrativi favorevoli al “gruppo Bracciali”.
Anche un altro funzionario del settore attività
produttive della Regione Campania, Giuseppe Ragucci,
è finito agli arresti domiciliari in quanto nel corso
delle indagini è stato accertato che, unitamente al dirigente dello stesso
settore (Vincenzo Guerriero) aveva partecipato alle conferenze di servizi,
indette dalla Regione, per esaminare le richieste di autorizzazione alla
realizzazione di centrali eoliche nel Comune di San Bartolomeo in Galdo
(Benevento) ed entrambi hanno accettato la promessa di condividere gli utili
con Gianpiero Tombolillo, con Fulvio Scia e con Gerardo
Befi (quale progettista e
professionista incaricato di far pervenire all’amministrazione comunale la
disponibilità di Tombolillo alla realizzazione) di
una nuova società destinata a ricevere del Comune di San Bartolomeo in Galdo
l’incarico di gestire un costituendo impianto eolico nel territorio di quel
comune.
Anche grazie all’apporto tecnico dei due pubblici
ufficiali tali conferenze di servizi si erano concluse
con un diniego di autorizzazione nei confronti della Sorgenia
Spa, della Gaia Srl e della
Ecoenergia srl, concorrenti
delle imprese del gruppo Tombolillo-Bracciali.
La tentata truffa ai danni della Regione Campania,
ricostruita in ordine alla concessione di un
contributo di circa 6,8 milioni di euro volto alla costruzione della centrale
di Pignataro Maggiore, è stata contestata a
Bracciali, Tombolillo e Giovanni Verazzo
che hanno operato in concorso tra loro. In particolare, Bracciali, in qualità di istigatore, Tombolillo e
Giovanni Verazzo, in qualità di amministratori
rispettivamente di Biopower Spa
e di Area Sviluppo Srl, hanno indotto in errore, con
artifici e raggiri, i funzionari della Regione Campania rendendo all’ente una
falsa dichiarazione con la quale attestavano che l’Area Sviluppo Srl (parte alienante del terreno su cui sarebbe sorta la
centrale di Pignataro Maggiore) e la Biopower Spa (parte acquirente
del suddetto terreno) non avevano cointeressenze né reciproche partecipazioni
societarie come previsto, a pena di inammissibilità dal bando Por. La mancata
realizzazione dell’evento è stata determinata dalla scelta degli stessi
amministratori di Biopower Spa
che hanno rinunciato al contributo optando per
un diverso tipo di agevolazioni (i cosiddetti certificati verdi), usufruendo di
un finanziamento concesso da Unipol Merchant Bank dell’importo di circa 60 milioni di euro.
Eseguite, inoltre, alcune perquisizioni volte a
ricercare elementi di prova a carico di altri
funzionari ed esponenti politici coinvolti nell’indagine.