Truffa nel settore energetico: un arresto a Pignataro

 

Pupia, 28 aprile 2009

 

A seguito delle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, la Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito delle ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 23 persone, di cui 14 in Campania, 4 in Lazio, 3 in Emilia Romagna e 2 in Lombardia.

 

I reati sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno della Regione Campania, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio ed alla realizzazione di falsità in atti pubblici.

La complessa attività investigativa dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Caserta, guidati dal comandante Francesco Saverio Manozzi, e coordinati dal procuratore capo Corrado Lembo, ha consentito di smascherare un sodalizio criminoso nell’ambito del quale due imprenditori laziali, Renzo Bracciali e Gianpiero Tombolillo, hanno costituito tre società (Biopower S.p.a., Natural Energy S.r.l. ed Energethic S.r.l.) per la costruzione di centrali di produzione di energia derivante dalle biomasse, intessendo una fitta rete di rapporti di favoritismi e di corruttela con funzionari ed amministratori pubblici appartenenti al Comune di Pignataro Maggiore (Caserta) dove sarebbe stata eretta la centrale; alla  Regione Campania (Assessorato alle Attività Produttive) incaricata di adottare i provvedimenti autorizzatori e di indire le conferenze di servizi per definire i procedimenti amministrativi per la realizzazione delle suddette centrali; al Genio Civile di Caserta, incaricato di esprimere le autorizzazioni antisismiche sui lavori di costruzione della centrale biotermica di Pignataro Maggiore; e ad altre pubbliche amministrazioni interessate territorialmente per l’istruttoria di procedimenti riguardanti imprese a loro riconducibili.

Le provviste utilizzate per le corruzioni sono state reperite dai due imprenditori romani con l’ausilio di una società avente sede sul territorio di San Marino, incaricata di effettuare operazioni contabili anche su alcuni conti correnti accesi presso un istituto bancario svizzero.

Nell’elenco delle persone destinatarie dell’ordinanza: un dirigente del settore attività produttive della Regione Campania, Vincenzo Guerriero, che ha adottato provvedimenti amministrativi favorevoli alle società riconducibili a Bracciali-Tombolillo accettando la promessa di questi ultimi di conferire al figlio Francesco Guerriero l’incarico di progettazione nel team project relativo alla costruzione della centrale di Pignataro Maggiore; un funzionario incaricato di pubblico servizio, Fulvio Scia, applicato all’organico del settore attività produttive della Regione Campania, che ha curato ed approntato, anche con la sua attività di consulenza, le istruttorie nei procedimenti riguardanti le società gestite da Tombolillo, rivelandogli notizie riservate per ragione del suo ufficio ed utili allo stesso Tombolillo per orientare le sue strategie imprenditoriali, ricevendo da Bracciali-Tombolillo emolumenti (25mila euro pro-capite annui) per fittizie prestazioni di consulenza come prezzo dell’attività contraria ai doveri del suo ufficio.

Destinatario dell’ordinanza anche il coordinatore della segreteria particolare dell’assessorato regionale alle attività produttive, Eugenio Di Santo, che, oltre a rivelare in modo irrituale i nominativi dei funzionari di volta in volta preposti alle istruttorie riguardanti le predette imprese o di componenti di commissioni per procedimenti di interesse delle medesime società, ha provveduto a fissare e procacciare incontri tra Bracciali e Tombolillo con l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Cozzolino (che risulta indagato), in modo da facilitare la tenuta dei rapporti politici ed istituzionali degli imprenditori con lo stesso assessore. E' stato riscontrato che il Di Santo ha ricevuto da Bracciali somme di denaro per almeno 140mila euro.

Le indagini hanno permesso di ricostruire, inoltre, i ruoli di due imprenditori locali, Giovanni Verazzo e Tommaso Verazzo, che hanno avuto il compito di fungere da intermediari, per conto di Bracciali e di Tombolillo, con amministratori del Comune di Pignataro Maggiore, Francesco D’Alonzio, della Provincia di Caserta, Francesco Capobianco, ex assessore provinciale alle attività produttive (decaduto di recente a seguito delle dimissioni del presidente De Franciscis), e funzionari del Genio Civile di Caserta, Michele Testa e Mario Pasquariello, inducendoli a ricevere, quale prezzo della loro corruzione per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio, somme di denaro ed altre utilità.

In particolare, D’Alonzo, consigliere comunale di maggioranza del Comune di Pignataro Maggiore, nel maggio 2007 ha partecipato ed espresso voto favorevole alla riunione nella quale il consiglio comunale di Pignataro Maggiore ha approvato la bozza di convenzione con la Biopower e disposto il nulla osta alla realizzazione della centrale, dapprima accettando la promessa e successivamente ricevendo sponsorizzazioni per la squadra di calcio S.C. Pignataro Calcio (gestita dallo stesso D’Alonzo) da parte della Biopower e dalla Cover Sud Srl riconducibile agli imprenditori Verazzo.

Capobianco, quale assessore alle attività produttive della Provincia di Caserta, ha assicurato alla stessa Amministrazione Provinciale, per suo tramite, il sostegno pubblico ed amministrativo alla realizzazione della centrale a Pignataro Maggiore ed è intervenuto su un consigliere di minoranza del Comune di Pignataro della sua stessa area politica per dissuaderlo dalle proteste e dalle denunce pubbliche dallo stesso elevate sulle modalità di autorizzazione alla costruzione della centrale biotermica, accettando la promessa, fattagli da Tombolillo di assumere personale in occasione dell’apertura della centrale - su sua indicazione - ed ottenendo l’assunzione di un suo segnalato come consulente del gruppo Bracciali. Per le attività contrarie ai doveri di ufficio, Capobianco ha conseguito l’utilità dell’accrescimento del consenso elettorale in coloro che avrebbero beneficiato delle assunzioni, dietro sua segnalazione, presso la centrale di Pignataro Maggiore.

Dagli elementi probatori acquisiti dagli organi inquirenti, Testa e Pasquariello, rispettivamente dirigente e funzionario del Genio Civile di Caserta, sono ritenuti responsabili di aver indotto in errore alcuni addetti alla ricezione dei depositi presso lo stesso ente, facendogli falsamente attestare la conformità alla normativa antisismica prevista da un decreto ministeriale del 2008 di alcuni progetti relativi alla costruzione della centrale di Pignataro Maggiore (edificio tecnologico, fondazioni e caldaia), essendo stato in realtà il progetto realizzato secondo il parametro della normativa previgente, meno restrittiva dal punto di vista antisismico (regolata da un D.M. del 2005). Testa e Pasquariello sono ritenuti autori anche dell’alterazione e della modifica del registro del deposito degli atti progettuali del Genio Civile di Caserta per cancellare la precedente qualificazione sismica attribuita in relazione al progetto per la recinzione della medesima centrale. Per le condotte di falsità, i due pubblici ufficiali hanno accettato la promessa da Bracciali, Tombolillo ed altri di corresponsione e tentata consegna attraverso Verazzo di 100mila euro in contanti, prelevati da San Marino.

In merito a quest'ultima circostanza, due soggetti, tra cui Renzo Fiorini di Roma, persona pure sottoposta agli arresti domiciliari, hanno aiutato i responsabili ad eludere le investigazioni delle autorità ideando la stipula di un contratto preliminare di compravendita simulato tra Bracciali e Verazzo al fine di giustificare la consegna dei 100mila euro in contanti, in realtà destinati al prezzo della corruzione di pubblici ufficiali. Oltre a Renzo Bracciali, Gianpiero Tombolillo e Giovanni Verazzo, nella vicenda del Genio Civile sono stati coinvolti, a vario titolo, e catturati il direttore dei lavori presso la centrale di Pignataro Maggiore (Giuseppe Esposito di Casoria), i firmatari dei progetti (Italo Verzillo di Caserta, Gianluigi Fregosi di Lecco e Giacomo Scacciante di Vimodrone) nonché i professionisti della società incaricata da Tombolillo e Bracciali di eseguire la progettazione (Giovanni Bassi, Marco Pietro Stella e Alessandro Salvini, tutti di Forlì).

Tra i destinatari dell’ordinanza applicativa di misura cautelare anche due donne: la prima, consulente contabile del Gruppo Bracciali (Silvia Fiorani di Roma), incaricata di gestire le somme da destinare alle finalità illecite del sodalizio nonché co-amministratrice di talune società coinvolte; la seconda, dipendente di una delle società riconducibili a Bracciali (Margherita Di Vincenzo), con il compito di “avvicinare”, avvalendosi di conoscenze dirette in settori amministrativi funzionali alle finalità di Bracciali e di Tombolillo nonché di propri intermediari, appositamente retribuiti, funzionari pubblici utili alle strategie imprenditoriali del Tombolillo, al fine di persuaderli ad adottare atti amministrativi favorevoli al “gruppo Bracciali”.

Anche un altro funzionario del settore attività produttive della Regione Campania, Giuseppe Ragucci, è finito agli arresti domiciliari in quanto nel corso delle indagini è stato accertato che, unitamente al dirigente dello stesso settore (Vincenzo Guerriero) aveva partecipato alle conferenze di servizi, indette dalla Regione, per esaminare le richieste di autorizzazione alla realizzazione di centrali eoliche nel Comune di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) ed entrambi hanno accettato la promessa di condividere gli utili con Gianpiero Tombolillo, con Fulvio Scia e con Gerardo Befi (quale progettista e professionista incaricato di far pervenire all’amministrazione comunale la disponibilità di Tombolillo alla realizzazione) di una nuova società destinata a ricevere del Comune di San Bartolomeo in Galdo l’incarico di gestire un costituendo impianto eolico nel territorio di quel comune.

Anche grazie all’apporto tecnico dei due pubblici ufficiali tali conferenze di servizi si erano concluse con un diniego di autorizzazione nei confronti della Sorgenia Spa, della Gaia Srl e della Ecoenergia srl, concorrenti delle imprese del gruppo Tombolillo-Bracciali.

La tentata truffa ai danni della Regione Campania, ricostruita in ordine alla concessione di un contributo di circa 6,8 milioni di euro volto alla costruzione della centrale di Pignataro Maggiore, è stata contestata a Bracciali, Tombolillo e Giovanni Verazzo che hanno operato in concorso tra loro. In particolare, Bracciali, in qualità di istigatore, Tombolillo e Giovanni Verazzo, in qualità di amministratori rispettivamente di Biopower Spa e di Area Sviluppo Srl, hanno indotto in errore, con artifici e raggiri, i funzionari della Regione Campania rendendo all’ente una falsa dichiarazione con la quale attestavano che l’Area Sviluppo Srl (parte alienante del terreno su cui sarebbe sorta la centrale di Pignataro Maggiore) e la Biopower Spa (parte acquirente del suddetto terreno) non avevano cointeressenze né reciproche partecipazioni societarie come previsto, a pena di inammissibilità dal bando Por. La mancata realizzazione dell’evento è stata determinata dalla scelta degli stessi amministratori di Biopower Spa che hanno rinunciato al contributo  optando per un diverso tipo di agevolazioni (i cosiddetti certificati verdi), usufruendo di un finanziamento concesso da Unipol Merchant Bank dell’importo di circa 60 milioni di euro.

Eseguite, inoltre, alcune perquisizioni volte a ricercare elementi di prova a carico di altri funzionari ed esponenti politici coinvolti nell’indagine.