COMUNICATI STAMPA POMPATI: ZACCHIA BACCHETTATO ANCHE DA LUBRANO PER LE BUGIE DEL 24 APRILE

 

Vito Taffuri, 28 aprile 2009

 

L’ex sindaco di Calvi Risorta, Giacomo Zacchia, dopo aver incassato le nette smentite di Udc e Rifondazione, quando lo stesso sindaco aveva dato per scontata l’adesione dei due partiti al cartello politico da presentare alle amministrative del sei e sette giugno prossimo, oggi si ritrova al centro dell’ennesima, rocambolesca rettifica. Questa volta a dover correggere il tiro delle esuberanti dichiarazioni dell’ex primo cittadino dovrà essere il commissario prefettizio Vincenzo Lubrano, coinvolto in una presunta manovra di intralcio che, secondo Zacchia, l’ex minoranza avrebbe attuato ai danni della commissione prefettizia con 10 mila denunce e circa 5000 ricorsi amministrativi. Una cifra da capogiro che non corrisponde ai numeri degli atti depositati presso la Casa Comunale calena.


In realtà la passata minoranza, ha depositato solo 38 segnalazioni in quattro anni di attività politica, dalle quali, poi, sono scaturite indagini incisive come quelle che hanno portato alle richieste di rinvio a giudizio e clamorosi arresti per gravi reati, l’ex capo dell’ufficio tecnico Bonacci. Anche lo stesso Zacchia (accusato di probabile reiterato abuso d’ufficio) era finito nelle maglie della Giustizia dopo un esposto della Comandante della Polizia Municipale, e della minoranza. Ma mai i gruppi di opposizione consiliare avevano prodotto atti tesi ad intralciare l’attività della commissione prefettizia, o lo stesso commissario prefettizio. Lo stesso Antonio Caparco ha smentito, carte alla mano l’ex sindaco Zacchia.


“Le fantasiose accuse di Zacchia – ha detto Caparco – sono state prontamente archiviate dalla Procura della Repubblica, a dimostrazione dell’infondatezza delle sue dichiarazioni; con la nostra azione di opposizione abbiamo consentito di fare chiarezza su alcune zone grigie della politica locale, anche e soprattutto per effetto di un certosino lavoro di indagine della commissione di accesso”. Insomma, l’ex sindaco avrebbe diramato comunicati stampa ufficiali nei quali si afferma che la minoranza avrebbe prodotto alcune denunce, anche contro il commissario prefettizio. Lo stesso dottor Lubrano è stato invitato con una lettera firmata da Caparco e Giovanni Marrocco a smentire in maniera decisa le singolari dichiarazioni dell’ex fascia tricolore.


Guardando tra le carte non risulta alcuna denuncia atta a bloccare le attività istituzionali comunali, e poi: da dove sono saltati fuori quei numeri che parlano addirittura di 15 mila atti di denuncia prodotti dalla minoranza? In realtà le segnalazioni sono appena 39 in quattro anni, contro le circa 78 di Pignataro Maggiore, dove non c’è una commissione di accesso e nemmeno una triade prefettizia a reggere le sorti dell’ente. Insomma, sembrerebbe una bugia di quelle grosse che l’ufficio stampa di Zacchia adesso deve chiarire. “Nel pieno spirito di collaborazione con le istituzioni – ha dichiarato Marrocco – abbiamo relazionato circa 5 o 6 note sulla grave situazione finanziaria e politica che affligge il Comune di Calvi Risorta, chiedendo controlli su alcune gare d’appalto ancora in corso alla data del 29 dicembre del 2008 e sul profilo delle ditte aggiudicatarie,come la General Impianti di Casal di Principe e la Gea Sas” di Setola Pasquale, fratello del noto boss dei casalesi.


Grazie alle note di Marrocco e dei colleghi di minoranza, infatti, è stato sottoscritto il protocollo di Legalità che, se applicato prima, avrebbe evitato l’assegnazione di due appalti ad altrettante ditte legate alla camorra casertana. Insomma, quanto dichiarato alla stampa provinciale da Zacchia il 24 aprile del 2009 sembra essere destituito di ogni fondamento, almeno secondo le carte depositate in Comune. Del resto anche a Calvi, come in tutto il mondo, carta canta.