RIAPRE DOPO 27 ANNI IL TEATRO ROMANO DI CALES: E’ GIA’ BOOM DI PRENOTAZIONI

 

Vito Taffuri, 16 aprile 2009

 

Brunella Farina

 

La Soprintendenza archeologica dell’antica Cales riapre alle visite il Teatro romano dopo 27 anni di chiusura forzata. A darne notizia sono gli stessi funzionari degli uffici di via Cales che hanno intenzione di avviare una serie di aperture guidate a partire da domani. L’impulso è stato dato dopo la lunga serie di inchieste di Cales Channel, web tv tematica che si è interessata proprio dello stato di abbandono del grande Teatro caleno.


Su ordine della responsabile alle Antichità di Cales, la dottoressa Colonna Passaro, è stato anche recintato e messo in sicurezza tutto lo spazio prospiciente la spettacolare struttura teatrale appartenuta ai Romani dopo la deduzione di una grande Colonia di diritto latino nel 334 avanti Cristo. Da sabato, quindi, si potranno visitare i meravigliosi resti di un teatro che sovrasta addirittura lo splendore di Pompei.


In località Grotte, all'interno della città, tra due porte urbiche che aprono sul settore centrale del lato Ovest, è il teatro di Cales ha la pianta poco più ampia di un semicerchio con l'asse mediano della cavea orientata come l'anfiteatro da Est ad Ovest ortogonale al cardo maximus.La cavea, completamente staccata dal terreno, poggia su un sistema d arcate che presenta una particolarità unica, non riscontrata finora su altri edifici teatrali antichi. Ognuna delle dodici arcate interne, alla metà circa dello sviluppo delle strutture si sdoppia, così che sul prospetto esterno in curva si contano ventiquattro arcate.


Alle chiavi delle arcate interne si innesta un muro radiale sul quale poggiano le due nuove volte risultate dallo sdoppiamento della prima. La parte descritta costituisce la seconda fase di ampliamento di un edificio teatrale più antico del quale si conservano importanti tracce. L'analisi strutturale delle arcate e l'uniformità nell'uso dell'opus quasi-reticulatum mostrano che questa seconda fase del monumento fu costruita di getto. Della fase più antica del teatro è visibile parte dell'analemma Sud in opus incertum con vaghissima tendenza al quasi-reticulatum a grossi tufelli spigolosi rozzamente squadrati, che spicca su una fondazione a grossi blocchi squadrati di tufo. Questa prima fase si data all'ultimo venticinquennio del II sec.


A questa struttura poggia, senza saldarvisi, la muratura in blocchi rettangolari di tufo dai lati corti obliqui legati con la malta, pertinente alla seconda ed ultima fase di ampliamento della cavea che fu poggiata su arcate di sostruzione con muri radiali portanti in opus quasi reticulatum.

 

Precedentemente, abbiamo già notato che la faccia vista dei muri radiali delle arcate sono in opus quasi-reticolatum dalle linee sinuose che a fatica riescono a correre diagonalmente a 45°, a piccoli tufelli ben squadrati dalle dimensioni costanti. E nel periodo di transizione dall'opus quasi-reticulatum, che rimase in uso tra il 100 ed il 55 a. C., all'opus reticulatum, timidamente annunciatosi su qualche parete del nostro teatro, che si colloca la seconda fase costruttiva del monumento: attorno alla metà del I sec. a. C.