ANTICA CALES: INTERVIENE LA
SOPRINTENDENZA
La
Gazzetta, 15 aprile 2009
ALBERTO GATTO
Un territorio ricco di tesori archeologici. Millenni
di storia raccolti in un'area di pochi chilometri quadrati da sempre abbandonati
al degrado nonostante qualche intervento di volontari ed associazioni.
Dopo le denunce di alcuni trasmissione Web su tutte
quella condotta da Silver Mele di Cales
Channel che hanno evidenziato lo stato di degrado ed
abbandono in cui versa l'antica Cales, la Soprintendenza è intervenuta per
recintare tutte le aree di interesse archeologico e soprattutto ha previsto
ronde quotidiane da parte di sei dipendenti che a turno controllano i siti e
monitorano la situazione.
Una vittoria, anche se in
parte, per tutti quelli che da anni sognano la riqualificazione di quelle aree
ed un serio progetto di sviluppo turistico ed artistico della zona.
Calvi, infatti sorge sul luogo della città aurunca di Cales, che fu crocevia di grandi civiltà
antiche: l'aurunca, l'etrusca, la latina, la
sannitica.
Resti archeologici da visitare L'area intorno al sito dell'antica
Cales, situata tra il Rio Pezzasecca e il Rio Lanzi, è tanto ricca di reperti storici da dover essere dichiarata,
nell'immediato futuro, "Parco archeologico
della città antica".
Di particolare importanza sono: Cattedrale romanica di San Casto.
Sorge sui resti di un tempio, da alcuni identificato con quello di Giano;
Anfiteatro. Risalente al I sec. a.C. Come l'anfiteatro
di Pompei, è ricavato in parte per scavo ed in parte per accumulo di terreno
riportato, ed è di forma ellittica con gli assi che misuravano m. 110 x 72 all'estremità
dei quali si aprivano quattro porte monumentali. I sedili erano in tufo e
furono sagomati direttamente nel banco tufaceo esistente; Terme centrali e
settentrionali, risalenti al I e al II secolo d. C;
Tempio con colonnato esterno d'ordine corinzio.
Risalente al I sec. d.C. Teatro d'età
repubblicana. Della costruzione originaria resta parte dell'analemma
meridionale. La restante struttura fu rifatta in età siriana.; Ponte delle
Monache. Tagliato nel tufo grigio e risalente ad età molto
antica (IV sec. a.C). Esso trova confronti
soltanto con il Ponte Sodo di Veio. Il ponte, secondo
Johannowsky, trova analogie solo nel ponte Sodo e Veio risalente al 396 a.C; La
Cattedrale di Cales. Costruita nel IX secolo sulle
strutture di un tempio pagano, forse dedicato a Giano, in sostituzione della
preesistente Chiesa paleocristiana di San Casto Vecchio; Il castello. Fu
costruito in età angioino-ara-gonese
nell'area del preesistente castrum longobardo, con
la sua funzione di vigilare l'accesso in Campania della Via Latina.
Oggi il Castello è in restauro, ed ospiterà il
costituendo Museo dell'Antica Cales; San Casto Vecchio. Costruita nei
primi anni del Cristianesimo sulle strutture di un edificio preesistente,
ospitò dal 307 d.C. le spoglie del primo vescovo caleno,
San Casto. Dell'antica chiesa rimangono solo alcuni ruderi. Negli anni sessanta
sono stati riportati alla luce un'area funeraria romana e quattro sarcofagi,
uno dei quali potrebbe aver ospitato il corpo di San
Casto; La Grotta dei Santi e la Grotta delle Fornelle.
Si possono ammirare, in delle grotte tufacee,
affreschi d'ispirazione bizantina con forti umori locali, i più vecchi (oggi
rubati) risalenti al X° secolo.