AMMINISTRATIVE: TRE LISTE ALL’ORIZZONTE E LOMBARDI RIMANE SINDACO SENZA LISTA

 

Vito Taffuri, 14 aprile 2009

 

Si affilano le armi per la battaglia elettorale amministrativa al comune di Calvi Risorta, dove ormai mancano circa cinquantacinque giorni al voto. Manca poco all’ufficialità. Come sembra le liste saranno tre, così rappresentate: Antonio Caparco, per i democratici caleni, Giacomo Zacchia per Uniti per Calvi, e infine Antonello Bonacci per il Pd, mentre invece pare proprio che Giovanni Lombardi sia destinato a rimanere fuori dai giochi, dopo il mancato accordo con Bonacci e Izzo. Sicuramente a Lombardi, a questo punto, gli resta solo di salire sul carro vincente ma senza una lista propria.


Insomma, gli scenari politici ormai si sono in effetti delineati, al punto che chi credeva di poter correre da solo con una vera e propria lista, oggi si deve ricredere andandosi a collocare magari in una nuova compagine politica, accontentandosi delle briciole, e traghettando così il proprio bacino di voti a disposizione, a una lista che mai avrebbe pensato di rivolgersi. Insomma, restare fuori questa volta, significa stare fuori da ogni gioco politico anche futuro. Quindi, nelle prossime ore si potrebbe assistere a un vero e proprio terremoto politico, di cambio di casacche e alleanze mai viste prima.


Come dicevamo all’inizio dell’articolo giornalistico, manca veramente poco al 6 e 7 giugno 2009, per il rinnovo del consiglio comunale a Calvi Risorta e nonostante tutto, a tutt’oggi, il Ministero degli Interni non si è pronunciato per un eventuale scioglimento per infiltrazioni camorristiche dopo che una commissione d’accesso si era insediata lo scorso settembre 2007, indagando per la bellezza di diciannove mesi, senza portare alcun risultato sul tavolo del prefetto di Caserta.


Eppure le cronache, locali e nazionali, chiariscono troppo bene che a Calvi Risorta, c’era odore di camorra. Basta ricordare i lavori pubblici assegnati per il completamento della polivalente di via Cales, per un valore di circa quattrocentomila euro, che venivano eseguiti dalla General Impianti di Pasquale Setola, nonché fratello del noto boss dei casalesi, arrestato dai carabinieri di Caserta.