L’EDITORE DI CALVIRISORTANEWS
FA GLI AUGURI DI PASQUA, MA NON ALL’EX SINDACO ZACCHIA
Vito
Taffuri, 11 aprile 2009
“Voglio
rivolgere un augurio di buona Pasqua a tutti i miei concittadini. Dalle visite
che aumentano ogni giorno sul sito caleno che ho l’onore di gestire, ossia www.calvirisortanews.it,
capisco che sono circondato da gente che ci vuole bene, per gli sforzi che
facciamo. E parlo così, al plurale, perché non sono
pochi i collaboratori che mi danno un valido aiuto e che ringrazio. Ma, non
sono tutte rose e fiori. Infatti,
nell’uovo di Pasqua di quest’anno, qualcuno… mi aveva
preparato un regalo avvelenato”.
Vecchie
minacce mai dimenticate, lettere minatorie e continui episodi di intimidazione. Vito Taffuri ne ha viste tante e ne ha subite di tutti i colori in questi anni di giornalismo di
frontiera. Si è sempre difeso bene, perché, a volte, anche le querele hanno un
tasso di lealtà. Ti arriva l’avviso postale, la comunicazione con il nome della
persona che si ritiene offesa e subito capisci il
problema. Una rogna, ma con un tasso di trasparenza. Ma, c’è una cosa di molto
più subdolo e poco leale che ha colpito Taffuri
cercando di stroncare la sua voglia di giornalismo con un’operazione laterale:
colpirlo sul vivo, togliendogli la possibilità di lavorare. Non in campo
giornalistico, lì il suo denunciatore non ha ottenuto mai nulla, ma in quello
del lavoro vero.
“Ebbene si, è vero. A Calvi c’è un uomo che ha cercato di
mettermi in cattiva luce con il ministero della giustizia, dal quale dipendo lavorativamente parlando. Si tratta dell’ex sindaco di Calvi Risorta, il defenestrato Giacomo Zacchia. Ha
prodotto una precisa denuncia asserendo gravi ed eventuali accuse, contro la
mia persona. Dico questo – precisa Taffuri –
assumendone tutte le responsabilità, con testimoni e prove alla mano”.
Taffuri
ha un diavolo per capello. Non riesce a capacitarsi del fatto che un pubblico
amministratore possa arrivare a tentare di far perdere un posto di lavoro ad un
suo cittadino, ad un suo amministrato. Poi capisce e svela i motivi che ritiene alla base di tutto, anche del procedimento
disciplinare al quale l’amministrazione penitenziaria avrebbe potuto sottoporlo
se anche una sola delle cose riferite dal suo detrattore si fossero rivelate
vere, fondate.
“Con
i miei umili scritti – continua Taffuri – ho fatto saltare fuori le magagne
dell’amministrazione Zacchia. Lo scandalo delle giostrine acquistate a costi
scandalosi e che ha determinato le dimissioni di un funzionario comunale e poi
l'arresto, e l’arrivo di alcuni avvisi di garanzia, e
ancora il rinvio a giudizio per lo stesso ex sindaco Giacomo Zacchia per il
caso della comandante della polizia municipale Anna Caianiello,
che nei prossimi mesi sarà processato. Poi c’è la storia del cimitero, degli
appalti strani dati a ditte tuttora sotto inchiesta, come a chi ha eseguito i
lavori alla polivalente come la ditta General
Impianti, dove al capo c’era Pasquale Setola, nonché
fratello del noto Boss dei casalesi, arrestato lo
scorso 14 Gennaio 2009, dai carabinieri di Caserta. E poi ancora
l’autovelox irregolare che ha punito tutti gli automobilisti di passaggio e ha
creato un nuovo buco in bilancio. Di questo posso essere accusato con
ragione: ho denunciato le irregolarità perpetrate dalla parte politica del
comune contro il Comune e contro i cittadini e quindi contro lo Stato. Insomma,
ho rotto le uova nel paniere ad un’amministrazione che lo stesso Senato della
Repubblica ha ritenuto verosimilmente ad infiltrazione camorristica.
Tanto al punto da spedire a Calvi Risorta una
commissione di accesso che deve ancora esprimersi.
Nel frattempo persino i suoi stessi compagni della pubblica amministrazione
devono aver capito con chi stavano avendo a che fare. Infatti,
lo hanno sfiduciato. Lo hanno mandato a casa. E a
calvi è arrivato il commissario prefettizio. Non vedo l’ora di poter produrre
un enorme manifesto pubblico col quale far capire alla gente che tipo di
sindaco è stato Zacchia. Della sua vita privata non discuto, della sua
professione non discuto, ma come ex sindaco mi sento di condannarlo per la
cattiva gestione dell’Ente e per aver cercato di mettermi in difficoltà con il
Ministero della Giustizia, ad un onesto cittadino”.