Archeoclub: i soldi dei saggi
archeologici potevano essere spesi meglio
Caserta24ore,
05 aprile 2009
A PROPOSITO DEI FONDI SPESI SULL’AREA
ARCHEOLOGICA INTERVIENE IL PRESIDENTE DELL’ARCHEOCLUB: POTEVANO ESSERE SPESI
DIVERSAMENTE
“Ormai è ufficiale, ne ha parlato oggi anche la Gazzetta di Caserta:
l’amministrazione uscente, guidata dal sindaco Zacchia ha realizzato tra le
altre cose due interventi nell’area archeologica per un totale di oltre un
milione di euro. Soldi, sia chiaro, a costo zero per
la popolazione calena, ma che a livello concreto
hanno inciso poco o nulla sulla fruizione vera e
propria del Parco archeologico. Mi spiego: il Teatro è rimasto privo di
recinzione, le Terme sono rimaste sommerse dalla vegetazione, i ruderi di Via
Forma sono caduti, e tutto è rimasto inaccessibile e poco visibile ai
visitatori. Perfino il progetto dei Cunicoli caleni, quello che aveva ottenuto
i fondi Fers è rimasto
lettera morta. O meglio i fondi (e non sono pochi) sono stati, a quanto pare, dirottati sulla zona del Castello e quindi i
poveri Cunicoli etruschi, sono rimasti pieni di spazzatura e sono diventati perfino
cimitero di animali uccisi”.
Il
Presidente dell’Archeoclub Cales, invitato ad
intervenire sull’argomento fondi e Parco archeologico, a questo punto, è
chiaro: “I tanti fondi spesi, anche se “a costo zero per le famiglie calene” si
potevano spendere diversamente, magari rendendo i monumenti dell’area
archeologica romana più fruibili al grande pubblico.
Anziché spenderli per quattro o cinque saggi di 4×4 metri e 3-4 metri di
profondità, effettuati davanti e dietro la cattedrale
che poi hanno partorito pochi resti di epoca alto medioevale con qualche strato
di struttura di epoca romana che alte sovrintendenze avrebbero senz’altro
coperto: un architrave con ambienti di epoca medievale e qualche
stratificazione o canalizzazione di epoca romana.
In
verità, un pò poco per giustificare un miliardo di euro spesi e un Teatro che non trova soldi per
ripristinare la recinzione in alluminio rubata. Pertanto i
saggi effettuati, se si considera i lavori interrati e quello che è rimasto
allo scoperto, sono costati bei soldi che potevano essere utilizzati
diversamente.
Ovviamente
– continua il prof. Paolo Mesolella - questo è il mio
punto di vista non quello dell’associazione che rappresento, ma la mia opinione
è certamente condivisa in paese. Sarebbe interessante infatti,
sapere tutti questi soldi chi li ha guadagnati. Anche perché la nostra
associazione, è notorio, lavora nel suo piccolo
gratuitamente. E gratuitamente ha ripulito, con il
permesso della sovrintendenza: l’Arco romano, il Castellum
aque ed il Tempio romano. Quindi non è sufficiente
dire che i soldi sono stati spesi a costo zero per i caleni, piuttosto
bisognerebbe dire che effetto, anche dal punto di vista della fruibilità, hanno prodotto nel parco archeologico dell’Antica Cales,
dove tra l’altro, la basilichetta paleocristiana di
San Casto Vecchio, e di conseguenza la tomba del martire San Casto, sono state
abbandonate nell’immondizia.
“Ho
letto sul giornale – continua – che con le carte alla mano l’amministrazione
Zacchia ha realizzato “due interventi sull’area archeologica calena, uno da 760 mila euro alle spalle della cattedrale
ed uno di 330 mila euro presso il castello aragonese.
Non è abbastanza per riportare alla luce l’Antica
Cales, ma almeno sono stati fatti a costo zero per le famiglie calene..”
A
noi 1 milione e 90 mila euro non ci sembrano pochi, potevano
magari essere usati per recuperare le Terme del Foro e di San Leo. O permettere, ripulita l’area, una visita guidata al Parco
archeologico. Bisognerebbe quindi vedere il motivo per cui
erano stati assegnati i fondi. Il progetto, avviato dalla Sovrintendenza
Archeologica in collaborazione con l’amministrazione comunale, infatti pare sia stato finanziato grazie ad un progetto Fers di un milione di euro per la ripulitura dei canali
etruschi e la realizzazione di un parco con attrazioni turistiche.
Il
finanziamento dei lavori, programmato nell’ambito del piano triennale Fers 97-99 è stato pubblicato sul BURC del 31.12.98. Il
progetto prevedeva la ripulitura delle canalizzazioni
idrauliche e delle tagliate artificiali fatte a scopo difensivo che cingono il
perimetro della città antica. In particolare quelle relative
alle cosiddette “Grotte di Palombara” e alle “Pozzole”.
Un’occasione unica quindi per il recupero del patrimonio
archeologico caleno meno visibile e per questo meno
conosciuto della Cales antica. Invece ora che sono stati terminati i
lavori, l’archeoclub scopre
che i cunicoli sono rimasti come prima. Il progetto sui “canali”, tra l’altro,
prevedeva anche la stipula di una convenzione con le
scuole per la consultazione dei risultati tecnico-scientifici attraverso la
rete Internet.