EDILIZIA: ECCO IL “PIANO CASA”
La
gazzetta, 01 aprile 2009
Anche il Comune di Calvi ha il suo "piano-casa".
In dimensione molto ridotta rispetto al piano edilizio nazionale, l'amministrazione comunale uscente aveva previsto un intervento
di edilizia economica e popolare volto ad allestire degli alloggi a condizioni
vantaggiose da destinare alle fasce meno abbienti della popolazione. L'organo
esecutivo dell'amministrazione comunale calena ha programmato, infatti, la costruzione delle 4
strutture per un importo, già completamente finanziato, di circa 200 mila euro.
4 alloggi in buona parte già edificati, ma che per lungaggini e negligenze, questa
volta non imputabili agli uffici pubblici, ma alla
materiale costruzione degli immobili, non sono stati ancora terminati e che
"Uniti per Calvi" si impegna a completare.
"La maggior parte del
lavoro è stata già fatta - commenta Giacomo Zacchia - i soldi trovati a costo zero per la collettività, e non
con i
prestiti e debiti della gestione
1992-2004; e la costruzione del 60-70% dell'opera,
ora si può tranquillamente completare l'opera, se ci si lascia lavorare nell'interesse di tutti, senza le migliaia di ricorsi di
denunce e di attentati. Anche perché si deve cancellare definitivamente una
delle pagine più brutte della storia della nostra comunità - commenta il
sindaco uscente di Calvi Risorta, Giacomo Zacchia -
quelli che sarebbero dovuti essere solo degli alloggi provvisori per le persone
rimaste senza casa dopo il sisma del 1980, sono invece divenute delle
abitazioni definitive per decine di persone che hanno dovuto convivere con dei
disagi notevoli. Adesso, però, possiamo finalmente dare una abitazione
a coloro che ne hanno bisogno, oltre al fatto di poter liberare uno spazio
importante posto alle spalle della sede comunale".
Dopo circa 29 anni,
infatti, potrebbero essere finalmente demoliti gli
ultimi "containers" risalenti al sisma del
1980: la giunta comunale calena ha, infatti,
deliberato la edificazione di 4 abitazioni di edilizia economica e popolare
che andranno a sostituire gli alloggi provvisori post-terremoto che da quasi
un quarto di secolo si trovano alle spalle della casa comunale.
I containers
del terremoto dell'80, seppur in massima parte già
abbandonati da persone che si sono trasferite negli alloggi già costruiti, sono
divenuti, negli scorsi anni, anche un problema dal punto di vista igienico-sanitario dato il fatto che, soprattutto nei mesi
estivi, divengono sovente un rifugio per gli animali, arrecando notevoli disagi
agli abitanti.