ZACCHIA CORTEGGIA BONACCI: LOMBARDI NON TROVA UOMINI DA CANDIDARE

 

Salvatore Minieri, 31 marzo 2009

 

Machiavellico? Spartano? No, il comportamento di Antonello Bonacci è il perfetto paradigma della politica provinciale degli ultimi due decenni. Dopo aver faticato tanto per creare una coalizione da contrapporre al sindaco uscente Giacomo Zacchia, il giovane esponente del Pd locale, secondo voci attendibili, avrebbe siglato un accordo di massima proprio con l’ex fascia tricolore di Calvi Risorta. La sintesi programmatica che ne scaturirebbe rappresenta il frutto più spurio delle manovre politiche calene. Antonello Bonacci, fino alle ultime ore del weekend appena trascorso, aveva dichiarato di essere all’opera per assemblare un cartello elettorale alternativo allo strapotere e al cattivo esempio gestionale targato Giacomo Zacchia.


Poi, l’improvviso ribaltone: in pochi minuti l’ex primo cittadino e Bonacci si sarebbero (il condizionale è ancora d’obbligo) sciolti in un abbraccio commovente tra i versi accorati di “scurdammece o passato… simme e Calvi paisà”.

 

Il progetto di mescolanza con Giovanni Lombardi ed Ermanno Izzo è naufragato? Bene, avrà pensato Bonacci, meglio cercare casa sotto la rassicurante egida del sindaco uscente. Le voci, ancora da corroborare con un documento unitario tra i due politici, avrebbero anche rimesso in discussione il ruolo di Ermanno Izzo (l’elemento più traumatizzato dal cambio repentino della condotta di Bonacci).


L’ex assessore dell’esecutivo di Zacchia, infatti, sarebbe sempre più vicino alla penna che servirà a scrivere il suo nome nella compagine di Antonio Caparco. In sole 72 ore, cambia radicalmente lo scenario politico cittadino. Ma la memoria giornalistica non è cosa flebile e difficilmente possono essere omesse le ultime gesta di Bonacci nel tentativo ostinato di contrastare Giacomo Zacchia. Qualche tempo fa, Antonello Bonacci si era candidato alla guida del Pd caleno nelle primarie che lo vedevano sfidare Gabriella Perrotta, espressione diretta della corrente di maggioranza, coordinata proprio dall’allora sindaco Zacchia. Anche in quell’occasione, Bonacci non aveva perso tempo e si dichiarava “alternativo alla Perrotta”, ritenuta una pedina nelle mani del solito sindaco accentratore.


Oggi, dopo aver usato l’aggettivo “machiavellico” per classificare il modus operandi di Bonacci, sembra che debba essere scomodato un altro nome della letteratura italiana. Meglio pescare nel teatro, visto l’abbraccio sodale da palcoscenico con Zacchia. Il riferimento che meglio può fotografare l’evoluzione della storia politica locale è proprio Pirandello: Bonacci ha dimostrato di essere ancora in cerca d’autore. Dopo anni di contrasti e un profluvio di critiche a Zacchia, il giovane leader del Pd ci ripensa e viene folgorato sulla via verso il Comune?

 

Un sodalizio politico al quale non assegneremmo mai l’Oscar dell’armonia futura. Sul fronte dei sedotti e abbandonati dalla probabile cotta di Bonacci per Zacchia, c’è sicuramente Giovanni Lombardi che, in questi tempi così farraginosi ed intensi, ha dimenticato due cose fondamentali.

 

La prima: il congresso nazionale del PdL ha decretato lo scioglimento di An, ma Lombardi continua a tenere alte le bandiere del partito di Fini. Forse, causa trattative elettorali calene, Lombardi non ha seguito il discorso di Berlusconi che sanciva l’eclisse ultima di Alleanza Nazionale e la caduta di tutti i vessilli finiani (oggi, con la bandiera An si fa solo dietrologia nostalgica, visto che il partito non c’è più).

 

Secondo punto: per correre alla poltrona di sindaco occorre una lista, occorre una sede, insomma, ci vuole un vasto campionario antropologico e logistico per affermare di essere a capo di una compagine politica. Lombardi fa il misterioso. O la squadra non esiste o si vogliono allungare i tempi con un democristianissimo gioco delle tre carte (nel senso che la lista di destra è virtuale come la bandiera che continua a sventolare su alcuni balconi caleni).