IL SINDACO
DI ROCCHETTA E CROCE REPLICA ALLE ACCUSE DI COCOZZA:
“SOLO CHIACCHIERE E PETTEGOLEZZI DA COMARI!”
Massimo
Zona
“Magari
dipendesse da noi amministratori il ripopolamento
delle nostre zone montane!”
Esordisce
così il sindaco di Rocchetta e Croce, Salvatore Geremia, al secondo
mandato elettorale e in procinto, con la nuova legge, di correre per la terza
volta alla guida del proprio paese, un centro di poco più di duecento anime,
Rocchetta, un altro posto a ridosso della Casilina, Valdassano, di altre 300 persone, e un antico borgo, quello
di Croce, ormai completamente disabitato.
“Cosa risponde,
sindaco, a chi l’attacca così duramente, accusandola di sprechi e di opere
inutili, specie nella frazione di Croce?”
“Penso
al sindaco di Giano e al suo Borgo di Rocciano,
anch’esso spopolato e ai mille borghi delle nostre zone montane abbandonati da
anni dall’emigrazione in cittadine e paesi più comodi e ospitali. La stessa
sorte è capitata a Croce, da anni ormai solo un luogo di memorie. A differenza
però di altre amministrazioni, prosegue con malcelato
orgoglio, la nostra si è data molto da fare per recuperare per lo meno la
fruibilità di certe zone, nello stesso senso voluto ed auspicato anche dalle
norme europee. La piazza è solo una delle tante cose realizzate
da questa amministrazione, così come il rifacimento completo della strada che
conduce a San Salvatore, realizzato col massimo rispetto della natura, così
come quello di altri sentieri montani, così come il progetto di ristrutturazione della chiesa di San
Salvatore, già finanziato e di imminente realizzazione. E guardi che tutte
queste opere sono state realizzate solo ed
esclusivamente con fondi regionali ed europei, senza un solo euro a carico dei
cittadini.”
“Il consigliere Cocozza
la pensa diversamente!”
provochiamo.
Sorride
e non raccoglie la provocazione.
“Il
consigliere Cocozza ha evidentemente iniziato la
campagna elettorale con molto anticipo, dimenticandosi però che tutte queste
opere sono state da lui condivise e sottoscritte in appositi
verbali di consiglio. Quanto alle sue “tante iniziative per far costruire una
piazza nella comunità di Valdassano” di cui va
parlando, mi spiace per lui, ma non esiste nessuna traccia di alcuna di queste
sue presunte proposte in nessun atto ufficiale. Noi del resto siamo abituati da
anni a fare e costruire cose concrete. Delle chiacchiere da bar e prive di
costrutto non sappiamo che farne. Tra parentesi le
dirò che è stato già portato a compimento la ristrutturazione di due piccole
piazze a Valdassano e che proprio questa frazione è
già interessata a programmi e progetti molto, ma molto più importanti e
ambiziosi che Cocuzza dovrebbe conoscere se solo
frequentasse il Comune con più costruttiva presenza.”
“Torniamo al Borgo di Croce: tornerà
a vivere?” insistiamo.
“Le
basi sono state gettate, continua Geremia, ma la strada è lunga e porta
inevitabilmente ad incrociarsi con possibili ed auspicabili interventi privati
per la valorizzazione dell’area. I nuovi PSR Regionali
e le leggi europee offrono ampi ventagli di possibilità di nuovi interventi.
Noi faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità, ma mi sembra innegabile che
gli enti pubblici debbano provvedere prima di tutto a creare quel minimo di infrastrutture necessario ad uno sviluppo altrimenti
impossibile.”
“Farà aggiustare e completare la
toponomastica?” chiediamo
provocatori.
Ride
di gusto al ricordo dell’articolo apparso sui giornali.
“Un
paese gulag … Una frazione cancellata, crocefissa e flagellata dalle
istituzioni: un girone infernale per tutti, giovani, bambini, anziani ….”
Gli
ricordiamo testualmente.
“Cosa ha da
aggiungere?”
“Simili
articoli si commentano da soli, ci dice, e parlar male sia degli autori che
degli intervistati sarebbe, per dirla alla romana,
come sparare sulla Croce Rossa. Noi, da due legislazioni, abbiamo
abbondantemente dimostrato di badare ai fatti. Lasciamo volentieri che altri
continuino a produrre solo chiacchiere e pettegolezzi da comari indispettite!”