L’ARCHEOCLUB CALES IN VISITA AI
CUNICULI CALENI
Caserta24ore,
28 febbraio 2009
Paolo
Mesolella
Domenica
mattina, alle ore 9, l’Archeoclub Cales va in visita
ai cunicoli caleni. Iniziano quindi le visite archeologiche a Calvi iniziando
proprio dai cunicoli etruschi, i monumenti meno conosciuti e visitati di tutta
l’area archeologica. E questo
nonostante siano stati spesi molti soldi per il loro recupero. Recupero,
diciamolo subito, che è rimasto a metà: non solo non è
stato completato, ma non è stato nemmeno presentato alla cittadinanza quello
che è stato fatto.
Il
progetto, avviato dalla Sovrintendenza Archeologica in collaborazione con
l’amministrazione comunale è stato finanziato tempo fa grazie ad un progetto Fers di milioni di euro presentato
dall’amministrazione comunale ed era relativo alla ripulitura dei canali
etruschi e alla realizzazione di un parco con attrazioni turistiche. Il
finanziamento dei lavori, programmato nell’ambito del piano triennale Fers 97-99 fu pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Campania del 31.12.98.
Il
progetto prevedeva la ripulitura delle canalizzazioni idrauliche e delle
tagliate artificiali fatte a scopo difensivo che cingono
il perimetro della città antica. In particolare quelle relative
alle cosiddette “Grotte di Palombara” e alle “Pozzole”.
Un’occasione unica quindi per il recupero del patrimonio
archeologico caleno meno visibile e per questo meno
conosciuto della Cales antica.
Ora
che sono stati terminati i lavori, l’archeoclub si
avvia a conoscere da vicino quanto realmente è stato fatto con questi soldi e
quanto sia cambiato in termini di fruibilità ed accessibilità, il parco
archeologico caleno. Ma
veniamo all’ambito dell’intervento. Il Rio Palombara scorre
attraverso un profondo canale dalle pareti verticali, fino alla località Tre
Cancelli; qui, dopo aver ricevuto le acque del Rio Zi
Tore, sprofonda improvvisamente in un cuniculo
lungo circa un chilometro.
Il
percorso del tunnel che inghiotte le acque del rio deviandole dall’antico corso
naturale, è individuabile alla superficie grazie ad un susseguirsi di sedici “pozzole” allineate: profondi pozzi di estrazione
del materiale tufaceo che permettevano di lavorare al traforo di uno stesso
segmento di cuniculo dai due lati. I pozzi (le pozzole) presentano bocche molto larghe a causa degli
smottamenti del terreno. Alla fine del tunnel l’acqua si riversa in un grande pozzo collettore del diametro di 15 metri.
Sulla
parete destra di questo pozzo si aprono tre sbocchi di un sistema di grandi cuniculi chiamato
“Grotte di Palombara”. Anche queste grotte sono in cattivo stato in quanto sedimentate dai depositi pluviali. I cuniculi delle grotte invece dovrebbero essere alti 8
metri. Il lungo tunnel che inghiotte le acque del Rio
Palombara, quindi, costituiva un acquedotto che alimentava le Grotte che
servivano da cisterna scavata nel tufo. Il progetto sui “canali” prevedeva
anche la stipula di una convenzione con le scuole per
la consultazione dei risultati tecnico-scientifici attraverso la rete Internet.